Il prete mi ha guardato con un po' di tristezza. Ero completamente addossato al muro e il giorno mi colava sulla fronte. Ha detto qualche parola che non ho sentito e mi ha chiesto molto in fretta se gli permettevo di abbracciarmi: "No", gli ho risposto. Si è voltato ed è andato verso il muro su cui ha passato lentamente la mano: "Ami dunque questa terra a tal punto?" ha mormorato. Io non ho risposto nulla.
E' rimasto abbastanza a lungo girato così. La sua presenza mi pesava e mi dava fastidio. Stavo per dirgli di andarsene, di lasciarmi, quando di colpo si è messo a gridare, con una specie di enfasi, voltandosi verso di me: "No, non posso crederti. Sono sicuro che ti è avvenuto di desiderare un'altra vita". Gli ho risposto che naturalmente mi era avvenuto, ma ciò non aveva maggiore importanza che il desiderare di essere ricco, di nuotare molto veloce o di avere una bocca meglio fatta. Erano desideri dello stesso ordine, ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come vedevo quest'altra vita. Allora gli ho urlato: "Una vita in cui possa ricordarmi di questa", e subito dopo gli ho detto che ne avevo abbastanza. Voleva ancora parlarmi di Dio, ma mi sono avvicinato a lui e ho cercato di spiegargli un'ultima volta che ormai mi restava poco tempo da vivere. E non volevo sprecarlo con Dio...
Albert Camus - Lo straniero
[Traduzione di Alberto Zevi]
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