domenica 25 luglio 2010

tutto si scopre lavorando con costanza, con sofferenza, con passione

Non esistono segreti fondamentali per diventare grandi autori, tutto si scopre lavorando con costanza, con sofferenza, con passione. Il pittore Monet, quando morì, stava lavorando per cercare di riprodurre il suono delle canne spinte dal vento. E' una cosa che mi commuove. Quando penso a me come scrittore, vorrei poter dire lo stesso e poter vivere come visse Monet: affamato di imparare ogni giorno di più il mio mestiere.
Michael Cunningham da Altri trucchi d'autore di Mariano Sabatini (Nutrimenti editore)


Vittorio Zincone intervista Antonio Skármeta
"A me piace la complessità. Ma non si deve sacrificare la capacità di rendere il suono, anche ludico, della scrittura. Un tratto, peraltro, tipicamente sudamericano. Borges è un esempio di questo connubio: pur gonfiando di sapere le sue opere, ha mantenuto un sapore orale. Certe sue pagine sembrano una milonga".
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"In Pinocchio, romanzo che lessi da bambino, c’è una metafora perfetta dell’esilio. Il burattino arriva sulla spiaggia dopo essere fuggito dal ventre del pescecane e dice: "Potrei avere qualcosa da mangiare senza rischiare di essere mangiato?". Cioè: posso continuare a essere me stesso senza che la società che mi ospita divori la mia identità?"....

- l'intervista integrale su vittoriozincone.it (da Sette- Corriere della Sera del 15/7/2010)

Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
(San Francesco)
 Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l’influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l’oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate.
(Helen Keller)
“Qualunque difficoltà voi possiate incontrare, figli miei, ricordate che è vero che finché c’è vita c’è speranza. Finché c’è vita le cose possono cambiare. Noi possiamo cambiare, noi stessi e le cose che ci stanno attorno.
Ognuno di noi è come un lume: potrebbe essere di guida per sé stessi e per gli altri, ma se è spento, nessuno lo nota. Un lume spento non è di alcuna utilità, anzi è un’occasione sprecata, un vero peccato. Se invece è acceso, nonostante le difficoltà, anzi a dispetto delle difficoltà poiché una luce è più evidente quanto più sono forti le tenebre, ogni cosa attorno ad esso si illumina e gli altri potranno vederlo e desiderare di accendere il proprio lume a loro volta. Una luce, anche se fioca,
nel buio può essere scorta a distanze notevoli. Può essere la differenza tra trovarsi e perdersi, tra felicità e disperazione, tra vivere e morire.
Non è importante che ognuno di noi si trasformi in un faro capace di illuminare il mare per centinaia di chilometri, basta che tenga accesa la propria umile candela: qualcuno ne trarrà luce e calore e, forse, a sua volta tenterà di fare altrettanto per qualcun altro. E così via.
Questo è sufficiente. Non importa se talvolta può apparire che non si stia riuscendo a cambiare le cose e che la propria vita sembri non avere riuscita, bisogna avere fiducia nel fatto che ciò che si esprime, che siano fatti o solo idee, non va perso. E i fatti e le idee buone sono come quei lumi di cui parlavo prima: può sembrare che uno solo non serva a granché, ma tanti divengono un faro capace di cacciare le tenebre della disperazione.”


Da quando lessi queste parole, caro figlio, non ho più smesso di tenere accesa la candela della mia speranza e del mio desiderio di cambiare le cose e la mia vita. Questo, solo questo, è stato il mio segreto. Tali parole, William, appartengono ad un manoscritto vecchio di secoli che mi fu regalato da una zingara in cambio di una povera elemosina, il massimo che potevo donare in quel periodo. Sono di un autore ignoto di cui nemmeno conosco il nome ma al quale io, e tutti quelli che attraverso di me hanno tratto vantaggio, dobbiamo il massimo della riconoscenza. Chissà che persona fantastica deve essere stata.
Ora le dono a te, con l’augurio di lasciare alla tua morte qualche sorriso in più e qualche lacrima in meno tra le persone che incroceranno il tuo cammino.
Questa è la mia ultima sfida, ed è anche l’ultima sfida che l’anonimo autore tramanda da secoli.
Una sfida che ora lasciamo a te ed a tutti coloro nel mondo che, in qualche modo, hanno ricevuto o riceveranno questo stesso messaggio.
Papà.”
Scritto da: Wolfghost
Non dovresti conoscere la disperazione 
se le stelle scintillano ogni notte; 
se la rugiada scende silenziosa a sera 
e il sole indora il mattino. 
Non dovresti conoscere la disperazione - 
seppure le lacrime scorrano a fiumi: 
non sono gli anni più amati per sempre 
presso il tuo cuore? Piangono, 
tu piangi, così deve essere; 
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve 
là dove giacciono le foglie d'autunno; 
pure, presto rinascono, 
e il tuo destino dal loro non può separarsi: 
continua il tuo viaggio, 
se non con gioia, pure, 
mai con disperazione!
(Emily Bronte)
 

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