Afferma Felice Scalia a questo proposito che un cristiano, esclusivamente "indottrinato, può parlare quanto vuole, ma sta sempre al suo posto, non provocando né subendo guai. Uno formato alla passione insaziabile di una schietta fedeltà a Dio e all'uomo è, al contrario, sicuramente un individuo scomodo che non ha vita facile, proprio perché a nessuno la rende tale. Maturo è, forse, chi comincia a smettere di impostare la sua vita nell'esecuzione di leggi esterne e sta imparando ad ascoltare lo Spirito".
A volte l'identikit di una persona che si è smarrita è talmente vago da risultare impossibile disegnarla nella sua realtà; questo complica notevolmente il compito di coloro che la dovrebbero rintracciare. E' molto importante, per il credente di ogni tempo che anela a rapportarsi con Dio, conoscere il suo volto; non si può procedere per via approssimativa. Cristo ha un volto ben delineato nelle caratteristiche esterne e interiori; proprio per questo è credibile quando afferma che, chi osserva il suo viso, vede quello di Dio. Molte cose incerte e approssimative si sentono dire di Dio, anche da parte di persone che si qualificano cristiane e credenti. La gravità di una simile situazione è determinata dal fatto che, da un'imperfetta conoscenza del soggetto deriva un'impossibilità di amarla in modo completo. Afferma San Girolamo che l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo; la non conoscenza di lui equivale alla non conoscenza di Dio. Alla base di molte crisi di fede, di abbandono della pratica religiosa, del passaggio a un'altra religione sta l'ignoranza del vangelo. Se ne siamo convinti, vediamo di trarne sagge conclusioni.
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