martedì 4 maggio 2010

QUATTRO: non manco di nulla!


[…] Per molto tempo ho pregato le parole: “Il Signore è il mio pastore; non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare; ad acque tranquille mi riconduce. Mi rinfranca e mi guida per il giusto cammino”.
Ho pregato queste parole per una mezz’ora, tranquillamente seduto nella mia poltrona, solo per mantenere la mente concentrata su quello che dicevo. Le ho pregate durante molti momenti della giornata, quando andavo in giro, e le ho pregate persino durante le mie attività quotidiane. Queste parole sono in netto contrasto con la realtà della mia vita. Io ho bisogno di molte cose, e vedo soprattutto strade affollate, brutti quartieri e negozi; se vi sono acque lungo le quali camminare, esse sono inquinate. Ma continuo a dire: “Il Signore è il mio pastore”, e lascio che l’amore e la protezione di Dio entrino pienamente nel mio cuore, per diventare più cosciente che le strade affollate, i brutti quartieri, i negozi e i canali d’acqua inquinata non dicono la vera storia su chi sono io. Io non appartengo alle potenze e ai principati che governano il mondo, ma al Dio Pastore che conosce i suoi ed è conosciuto dai suoi. Alla presenza del mio Signore e Pastore non vi è davvero nulla che mi manchi. Egli, in verità, mi darà il resto che il mio cuore desidera e mi trarrà fuori dall’oscuro pozzo della depressione. E’ cosa buona sapere che milioni di persone hanno pregato le medesime parole per secoli e vi hanno trovato conforto e consolazione. Non sono solo, quando prego queste parole. Sono circondato da innumerevoli donne e uomini, da coloro che sono vicini e da coloro che sono lontani, da coloro che vivono nel presente e da quelli che sono morti di recente o tanto tempo fa, e io so che molto tempo dopo che avrò lasciato questo mondo queste medesime parole continueranno a essere pregate sino alla fine dei tempi.
Più queste parole penetrano profondamente nel centro del mio essere e più divento parte del popolo di Dio e comprendo meglio ciò che significa essere nel mondo senza essere del mondo.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

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