sabato 14 maggio 2011

come fanno i bambini


...e se dopo che abbiamo pregato, supplicato,
ci sembra di non aver ricevuto nessuna risposta...
dobbiamo ricordare che i tempi di Dio,
non sono i nostri tempi...
e allora impariamo e cerchiamo di mettere in pratica queste parole:

"Se non vi è nulla da fare,
perché le cose sono per se stesse insolubili,
o le situazioni non dipendono da noi,
è arrivata l'ora di far tacere la mente,
chinare il capo, affidare le cose impossibili
nelle mani di Dio Padre,
e abbandonarsi,
come fanno i bambini..."

(Ignacio Larrañaga)

venerdì 13 maggio 2011

finché siete in tempo


Correte, o miei fratelli,
affinché non vi sorprendano le tenebre;
siate vigilanti in ordine alla vostra salvezza,
siate vigilanti finché siete in tempo.
Nessuno arrivi in ritardo al tempio di Dio,
nessuno sia pigro nel servizio divino.
Siate tutti perseveranti nell’orazione,
fedeli nella costante devozione.
Siate vigilanti finché è giorno;
il giorno risplende;
Cristo è il giorno.
Egli è pronto a perdonare coloro che riconoscono la loro colpa.

(Sant'Agostino)
(Commento al Vangelo di san Giovanni 12, 13-14)

giovedì 12 maggio 2011

insegnaci il valore e la vastità del regno interiore


Agostino, non è forse vero che tu ci richiami alla vita interiore? Quella vita che la nostra educazione moderna, tutta proiettata sul mondo esterno, lascia illanguidire, e quasi ci fa venire a noia? Noi non sappiamo più raccoglierci, non sappiamo più meditare, non sappiamo più pregare.
Se poi entriamo nel nostro spirito, ci chiudiamo dentro, e perdiamo il senso della realtà esteriore; se usciamo fuori, perdiamo il senso e il gusto della realtà interiore e della verità, che solo la finestra della vita interiore ci scopre. Non sappiamo più stabilire il giusto rapporto tra immanenza e trascendenza; non sappiamo più trovare il sentiero della verità e della realtà, perché abbiamo dimenticato il suo punto di partenza ch'è la vita interiore, e il suo punto d'arrivo ch'è Dio.
Richiamaci, o sant'Agostino, a noi stessi; insegnaci il valore e la vastità del regno interiore; ricordaci quelle tue parole: « Per mezzo dell'anima mia io salirò... »; metti anche nei nostri animi la tua passione: « O verità, o verità, quali profondi sospiri salivano... verso di te dall'intimo dell'anima mia! ».
O Agostino, sii a noi maestro di vita interiore; fa' che ricuperiamo in essa noi stessi, e che rientrati nel possesso della nostra anima vi possiamo scoprire dentro il riflesso, la presenza, l'azione di Dio, e che docili all'invito della nostra vera natura, più docili ancora al mistero della sua grazia, possiamo raggiungere la sapienza, e cioè col pensiero la Verità, con la Verità l'Amore, con l'Amore la pienezza della Vita che è Dio. 
Dal discorso tenuto nella chiesa di san Pietro in Cieldoro a Pavia nel maggio 1960
 (Papa Paolo VI)

senza dire una parola ricominciare


Se puoi vedere distrutto il lavoro di tutta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.
(Rudyard Kipling)

mercoledì 11 maggio 2011

Insegnami la preghiera

Signore Gesù,
quante volte mi sono 

dimenticato del tuo amore.
Quante volte ti ho deluso
con la mia aridità di cuore.
Concedimi di essere felice in te,
felice all'ombra del legno della croce che redime, felice dell'acqua viva 

che risuscita.
Allora saprò che il tuo 

amore è fedele ed eterno.
Insegnami la preghiera
che spera contro ogni speranza,
la preghiera che non si stanca,
che canta con te la bontà del Padre, la preghiera che apre
il regno di gioia, oggi, 

domani e per l'eternità.

(Pierre Griolet)

allucinante aritmetica della miseria

Oggi undicesimo giorno del mese di maggio, il libro di Don Tonino Bello riporta la meditazione su Maria, Madre del pane. Dalla preghiera finale del capitolo prendo la seguente parte quanto mai attuale:

Santa Maria, donna del pane, tu che hai vissuto la sofferenza di quanti lottano per sopravvivere, svelaci il senso dell'allucinante aritmetica della miseria, con la quale i popoli del Sud un giorno ci presenteranno il conto davanti al tribunale di Dio. Abbi misericordia dei milioni di esseri umani decimati dalla fame. Rendici sensibili alla provocazione del loro grido. Non risparmiarci le inquietudini dinanzi alle scene di bambini che la morte coglie tragicamente attaccati ad aridi seni materni. E ogni pezzo di pane che ci sopravanza metta in crisi la nostra fiducia sull'attuale ordinamento economico, che sembra garantire solo le ragioni dei più forti.
Tu, la cui immagine, quasi fosse un amuleto, pietà di madre o tenerezza di sposa nasconde furtivamente nel bagaglio dell' emigrante o nella valigia di chi affida al mare la sua vita in cerca di fortuna, tempera le lacrime dei poveri ai quali è divenuta troppo
amara la terra natale. Alleggerisci la loro solitudine. Non esporli all'umiliazione del rifiuto. Colora di speranza le attese dei disoccupati. E raffrena l'egoismo di chi si è già comodamente sistemato al banchetto della vita. Perché non sono i coperti che mancano sulla mensa. Sono i posti in più che non si vogliono aggiungere a tavola.

martedì 10 maggio 2011

fammi ritornare a te

Dammi forza, o Cristo.
Il tuo servo è distrutto.
La mia voce che ti cantava, tace.
Come lo permetti? Dammi forza,
e non abbandonare il tuo ministro.
Voglio di nuovo riavere la salute;
cantare le tue lodi e santificare il tuo popolo.
Ti prego, dammi la forza, non mi lasciare. Se nella tempesta
se m'è venuta meno la fede,
fammi ritornare a te.

(anonimo)

lunedì 9 maggio 2011

13 SPUNTI PER LA VITA


1 -Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te.
2 -Nessuna persona merita le tue lacrime, e chi le merita sicuramente non ti farà piangere.
3 -Il fatto che una persona non ti ami come tu vorresti non vuol dire che non ti ami con tutta se stessa.
4 -Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.
5 -Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l’avrai mai.
6 -Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.
7 -Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.

8 -Non passare il tempo con qualcuno che non sia disposto a passarlo con te.
9 -Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere la persona giusta, in modo che, quando finalmente la conoscerai, tu sappia essere grato.
10-Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta.
11-Ci sarà sempre chi ti critica, l’unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.
12-Cambia in una persona migliore e assicurati di sapere bene chi sei prima di conoscere qualcun’altro e aspettarti che questa persona sappia chi sei.
13-Non sforzarti tanto, le cose migliori accadono quando meno te le aspetti.
"TUTTO QUELLO CHE ACCADE, 
ACCADE PER UNA RAGIONE"

(GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ)

domenica 8 maggio 2011

Ricomincia


Se sei stanco e la strada ti sembra lunga, se ti accorgi che hai sbagliato strada, 
...Non lasciarti portare dai giorni e dai tempi, 
Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
Se sei deluso da troppe cose e da troppe persone
...Non cercare di capire il perché, Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile, Se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
...Non lasciar là un impegno assolto a metà, 

Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
Se sono delusi di te, irritati,
...Non ribellarti, non domandar loro nulla, 

Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno, Il ramo fiorisce senza domandare perché,
E l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno,

Perché la vita è speranza e sempre ricomincia..

(Anonimo)

Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?


Il buon Dio aveva deciso di creare... la mamma.
Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?".
E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione?
Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani".
L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!".
"Il difficile non sono le mani – disse il buon Dio –
ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere".
"Così tanti?". Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso".
"Signore – fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio – va' a dormire. Domani è un altro...". "Non posso – ripose il Signore – ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni".
L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro.
"Ma resistente – ribatté il Signore con foga – tu non hai idea di
quello che può sopportare una mamma!".
"Sa pensare?". "Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore.
A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò.
"Non è una perdita – lo corresse il Signore – è una lacrima".
"E a che serve?". "Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio".
"Ma sei un genio!", esclamò l'angelo.
Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì..."

(don Bruno Ferrero)
Fonte :“40 Storie nel deserto”