sabato 15 settembre 2012

la rapidità e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letizia incomparabile

"Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie, in selve e boschi. E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo : realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte.”

“Gli alberi hanno pensieri duraturi, di lungo respiro, tranquilli, come hanno una vita più lunga della nostra. Sono più saggi di noi finché non li ascoltiamo. Ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, la rapidità e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letizia incomparabile.
Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non desidera più essere un albero.
Non desidera essere altro che quello che è."

-H.Hesse - Il Canto degli Alberi-

venerdì 14 settembre 2012

non sai se poi riuscirai un`altra volta a toccar il lembo di Cristo


 Ieri eri la Cananea, piegata a terra dal peccato; oggi, grazie al Verbo, stai dritta. Non ti far piegare un`altra volta, come da un giogo posto sul tuo collo dal demonio, che ti opprime al punto da non consentirti di raddrizzarti.
          Ieri perivi per il tuo flusso di sangue, perché un rosso e sanguigno peccato veniva fuori da te, oggi, fermato il profluvio, torni a fiorire. Hai toccato la frangia del mantello di Cristo e il sangue s`è fermato. Fa` in modo che la purificazione duri, per non ricadere nella malattia, perché non sai se poi riuscirai un`altra volta a toccar il lembo di Cristo, per ricuperar la salute. Cristo non ha piacere che gli si porti via troppe volte qualche cosa, anche se è tanto benevolo e accessibile. Ieri stavi in un letto, inerte, e non avevi uno che ti calasse nell`acqua al movimento dell`angelo; oggi hai trovato l`uomo, che è lo stesso Dio e, più precisamente, è uomo e Dio. Sei stato sollevato dal tuo lettuccio, anzi, hai sollevato tu il tuo lettuccio e lo hai mostrato, come un monumento del beneficio che avevi ricevuto. Stai attento a non ritornare, tornando al peccato, nell`inerzia di quel lettuccio. Al contrario, allontanati e ricorda il precetto: "Ecco, sei guarito; non peccare più, perché non ti accada di peggio" (Gv 5,14), se dopo un tal beneficio sei trovato cattivo. Sentisti, mentre giacevi nel sepolcro, questa voce potente - che cosa è più forte della voce del Verbo? - "Lazzaro vieni fuori" (Gv 11,43); e sei venuto fuori, non dopo solo quattro giorni, ma dopo tanti, e sei tornato alla vita libero dai vincoli della morte, insieme a quel morto di tre giorni. Guarda di non morire un'altra volta e di non finire ancora, con le funi dei tuoi peccati, tra coloro che abitano nei sepolcri; non sai se sarai risuscitato un`altra volta dal sepolcro, prima dell`ultima e universale risurrezione, la quale porterà al giudizio tutte le tue azioni, non per curarle, ma per giudicarle, e perché ne renda conto...
          Fino a ieri l'avarizia faceva secca la tua mano, oggi la faccia morbida la beneficenza. E` una splendida cura della mano il distribuire, il dare ai poveri le cose di cui abbondiamo, darle fino a toccare il fondo (forse da quel fondo verrà il tuo alimento, come avvenne una volta alla vedova di Sarepta, specialmente se ti capiterà di nutrire Elia); sappi che è distinta ricchezza il soffrire indigenza per quel Cristo, che per noi soffrì la povertà.
          Se eri sordo e muto, risuoni il Verbo alle tue orecchie; o, piuttosto, trattieni colui che ha parlato, perché all`ammonizione del Signore non presenti, come un serpente incantato, delle orecchie serrate. Se sei cieco, illumina i tuoi occhi, per non addormentarti nella morte. Nella luce del Signore fissa la luce, nello Spirito di Dio riconosci il Figlio, riconosci dico, Dio trino, quella luce una e indivisa. 
          Se accetti Cristo interamente, puoi raccogliere nella tua anima tutte le guarigioni con le quali tutti i malati uno alla volta furono guariti. Stai solo attento a non ignorare la grandezza della grazia, perché, mentre tu dormi e non sei ben saldo, il nemico non ti semini della zizzania. Stai anche attento che, vittima dell'invidia del demonio per la tua purità, non ti riduci un'altra volta alla miseria. Stai attento che, concedendoti troppo alla gioia d`una opera buona, non t`invanisca e abbia a cadere, mentre ti porti troppo in alto. Stai attento a non rallentar mai la cura della tua purificazione; cerca di crescere, anzi, e con molta diligenza proteggi il perdono ricevuto per grazia di Dio; in modo che si possa dire che, mentre il perdono è venuto da Dio, la conservazione della remissione è anche opera tua. 
Gregorio di Nazianzo

giovedì 13 settembre 2012

una mamma deve chiedertelo comunque


Shannon Lowe sul suo blog Rocks in My Dryer
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Eccoci di nuovo, Signore. Le loro cartelle sono piene, le loro facce pulite e il loro cestino del pranzo è pieno.
E io so che tu camminerai con loro, Signore.
Tu lo fai sempre. Ma una mamma deve chiedertelo comunque.
Camminerai con loro? Sussurrerai loro quello che hanno bisogno di sentire, quando io non sarò là a sussurrarglielo?
Vorrai donare, sì donare, alla loro scuola la protezione che solo Tu puoi dare e vorrai tenere lontano ogni pericolo?
Vorrai rendere le loro menti forti e pronte a imparare? Li aiuterai a capire che il lavoro duro rende lode a Colui che li ha creati?
Guiderai i loro insegnanti, donando loro pazienza, coraggio, creatività e ancora pazienza? Vorrai benedirli per le loro fatiche?
Amerai tutti i bambini là dentro, compresi quelli che arriveranno con un cestino del pranzo non certo pieno o quelli che si sentiranno soli? Insegnerai ai miei figli a essere gentili e altruisti ed ad amare chi è diverso da loro?
Li riporterai sulla strada di casa il più in fretta possibile?
Signore, Te li dono oggi e ogni giorno, affidandoli al Tuo amore.
Amen

mercoledì 12 settembre 2012

voglio che l’amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora


PREGHIERA AL SANTO NOME DI MARIA

O potente Madre di Dio e Madre mia Maria,
è vero che non sono degno neppure di nominarti,
ma Tu mi ami e desideri la mia salvezza.

Concedimi, benché la mia lingua sia immonda,
di poter sempre chiamare in mia difesa
il tuo santissimo e potentissimo nome,
perché il tuo nome è l’aiuto di chi vive e la salvezza di chi muore.

Maria purissima, Maria dolcissima, concedimi la grazia
che il tuo nome sia da oggi in poi il respiro della mia vita.
Signora, non tardare a soccorrermi ogni volta che Ti chiamo,
poiché in tutte le tentazioni e in tutte le mie necessità
non voglio smettere di invocarti ripetendo sempre: Maria, Maria.

Così voglio fare durante la mia vita
e spero particolarmente nell’ora della morte,
per venire a lodare eternamente in Cielo il tuo amato nome:
“O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.

Maria, amabilissima Maria,
che conforto, che dolcezza, che fiducia, che tenerezza
sente l’anima mia anche solo nel pronunciare il tuo nome,
o soltanto pensando a Te!
Ringrazio il mio Dio e Signore che Ti ha dato per mio bene
questo nome così amabile e potente.

O Signora, non mi basta nominarti qualche volta,
voglio invocarti più spesso per amore;
voglio che l’amore mi ricordi di chiamarti ad ogni ora,
in modo tale da poter esclamare anch’io insieme a Sant’Anselmo:
“O nome della Madre di Dio, tu sei l’amore mio!”.

Mia cara Maria, mio amato Gesù,
i vostri dolcissimi Nomi vivano sempre nel mio ed in tutti i cuori.
La mia mente si dimentichi di tutti gli altri,
per ricordarsi solo e per sempre di invocare i vostri Nomi adorati.

Mio Redentore Gesù e Madre mia Maria,
quando sarà giunto il momento della mia morte,
in cui l’anima dovrà lasciare il corpo,
concedetemi allora, per i vostri meriti,
la grazia di pronunciare le ultime parole dicendo e ripetendo:
“Gesù e Maria vi amo, Gesù e Maria vi dono il cuore e l’anima mia”.
 

(Sant’Alfonso Maria de’ Liguori)

martedì 11 settembre 2012

lascia dentro di lui o di lei la più melodiosa delle melodie

GABRIELA MISTRAL 
"Preghiera dell’Insegnante"

Fa che io sia più madre di una madre
nel mio amore e nella difesa del bambino
che non è sangue del mio sangue.
Aiutami affinchè ognuno
dei “miei” bambini
diventi la poesia migliore.
E nel giorno in cui non canteranno più
le mie labbra,
lascia dentro di lui o di lei
la più melodiosa delle melodie.

lunedì 10 settembre 2012

per non farsi sostituire dalle amicizie virtuali


Tre suggerimenti ai papà e tre alle figlie per migliorare il loro rapporto
I miei suggerimenti sono tutti nella linea di rafforzare il legame perché il codice femminile è un codice relazionale e pertanto si costruisce nel fare insieme.
Primo: trascorrere tempo assieme perché gli hobby delle figlie sono sempre quelli dei padri che sono maestri nell’appassionare alle cose più diverse.
Secondo: “resta connesso” nel senso di mantenere e rafforzare la relazione proprio per non farsi sostituire dalle amicizie virtuali.
Terzo: mantenere un momento speciale per lei, nel senso di esclusivo con lei perché alle donne piace molto essere cercata.
Alle figlie mi sento di dire:
Primo: non smettere di chiedere aiuto a tuo padre senza pensare che non ha tempo, perché il suo miglior investimento sei tu.
Secondo: quando devi prendere una decisione rivolgiti a lui perché ha più esperienza di te, poi sarai tu a decidere ma puoi scoprire orizzonti che tu non riesci a vedere.
Terzo: quando ti fa arrabbiare perché ti mette dei limiti, ricordati che lo fa perché sei molto importante per lui. Sossy Manoukian a proposito del libro da lei tradotto sul rapporto tra padre e figlia.

domenica 9 settembre 2012

Lampada per i miei passi è la tua parola – dice il Salmo – e luce sul mio cammino


suggestivo richiamare una “perla del Concilio” ricamata  dal Cardinale su una citazione di Dei Verbum 25 che recita: «Stare in contatto con le Scritture mediante un’assidua lettura spirituale e lo studio accurato». Così egli commentava: «La mia esperienza mi ha convinto che la Parola di Dio ha molto da dire alla gente di oggi e di domani. “Lampada per i miei passi è la tua parola – dice il Salmo – e luce sul mio cammino”. Sono parole che vorrei fossero scritte sulla mia tomba, alle quali credo profondamente, a cui ho dedicato la mia vita: e sono parole che valgono per tutti. Ciascuno può tro­vare nelle pagine della Scrittura una spiegazione profonda su di sé, sui suoi enigmi, sulle sue profondità, sui suoi desideri più intimi, sulla sua missione, sulla sua apertura al futuro, superan­do scetticismo, paura, diffidenza, amarezza, chiusura di cuore. Solo il continuo rinnovato ascolto del Verbo della vita, solo la contemplazione costante del suo volto, permetteranno ancora una volta alla Chiesa di comprendere chi è il Dio vivo e vero, ma anche chi è l'uomo». 
Padre Carlo Maria, uomo della Parola, ha avuto il merito di richiamarci il primato dell’evangelo e di divulgarne i suoi tesori, versando nel grembo della Chiesa «una misura buona, pigiata, scossa e traboccante» (Lc 6,38b).