sabato 4 giugno 2011

Come un ponte sulle acque agitate




Testo diBridge over troubled waterSimon & Garfunkel

When you're weary
Feeling small
When tears are in your eyes
I will dry them all
I'm on your side
When times get rough
And friends just can't be found
Like a bridge over troubled water
I will lay me down
Like a bridge over troubled water
I will lay me down
When you're down and out
When you're on the street
When evening falls so hard
I will comfort you
I'll take your part
When darkness comes
And pain is all around
Like a bridge over troubled water
I will lay me down
Like a bridge over troubled water
I will lay me down
Sail on Silver Girl,
Sail on by
Your time has come to shine
All your dreams are on their way
See how they shine
If you need a friend
I'm sailing right behind
Like a bridge over troubled water
I will ease your mind
Like a bridge over troubled water
Testo trovato su http://www.testitradotti.it
 
I will ease your mind

Traduzione diUn ponte sulle acque agitateTradotta da Anonimo

Quando sei giù
E ti senti piccola
Qunado hai le lacrime nei tuoi occhi
Io le asciugherò tutte
Sono dalla tua parte
Quando i tempi diventano duri
E amici semplicemente non ne trovi
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Quando sei giù di corda
Quando sei sulla strada
Quando la sera arriva così dura
Io ti darò conforto
Quando arriva la oscurità
E l’ansia è tutta intorno
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Come un ponte sulle acque agitate
Io stenderò sotto di me
Dispiega le vele ragazza d’argento
Dispiega le vele
E’ il tuo tempo di risplendere
Tutti i tuoi sogni sono sul loro cammino
Guarda come risplendono
Se hai bisogno di un amico
Io sto navigando proprio al tuo fianco
Come un ponte sulle acque agitate
Io libererò la tua mente
Come un ponte sulle acque agitate
Io libererò la tua mente

predisposta a brevi abitudini


Amo le brevi abitudini, e le considero l'inestimabile mezzo per imparare a conoscere molte cose e situazioni e per calare giù fino in fondo alle loro dolcezze e amarezze; la mia natura è interamente predisposta a brevi abitudini [...]. Ho sempre la convinzione che una determinata cosa m'appagherà durevolmente - anche la breve abitudine ha questa fede della passione, la fede nell'eternità - e che io sia da invidiare per averla trovata e conosciuta: ed ecco che essa mi nutre a mezzogiorno e a sera, e diffonde intorno a sé e dentro di me un profondo appagamento, cosicché, senza aver bisogno di confrontare o di disprezzare o di odiare, io non desidero altro [...] All'opposto, io non sopporto le abitudini durature e penso che, quando loro si manifestino, è come se mi si avvicinasse un tiranno [...]. Sì, nel fondo più intimo della mia anima mi sento riconoscente verso tutte le mie miserevoli condizioni e infermità e verso tutto quello che in me è pur sempre imperfetto: poiché simili circostanze mi lasciano sempre aperte alle spalle cento porte segrete dalle quali posso sfuggire alle abitudini durature. Senz'altro, la cosa più insopportabile, quel che è veramente da temersi, sarebbe per me una vita assolutamente priva di abitudini, una vita che continuamente esige l'improvvisazione: questo sarebbe il mio esilio, la mia Siberia.

venerdì 3 giugno 2011

Una reliquia della Passione

Se dovessi scegliere
una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d'acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell'asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell'ateo, del drogato,
del carcerato, dell'omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio
finché tutti abbiano capito nel mio
il tuo amore.
(Madeleine Delbrêl)

giovedì 2 giugno 2011

Aritmetica! Algebra! Geometria! Trinità grandiosa! Triangolo luminoso! Colui che non vi ha conosciuto cosa ha perso!


O matematiche severe, non vi ho dimenticato da quando le vostre sapienti lezioni, più dolci del miele, filtrarono nel mio cuore come un'ombra rinfrescante. Aspiravo istintivamente, fin dalla culla, a bere dalla vostra fonte, più antica del sole, e io continuo a calcare il sacro sagrato del vostro solenne tempio; io, il vostro più fedele iniziato... Aritmetica! Algebra! Geometria! Trinità grandiosa! Triangolo luminoso! Colui che non vi ha conosciuto cosa ha perso! [...] Nelle epoche antiche e nei tempi moderni, più di una grande immaginazione umana ha scorto il proprio genio, atterrito, nella contemplazione delle vostre figure simboliche tracciate sulla carta bruciante, come altrettanti segni misteriosi, vivi di un alito latente, che [...] non erano che la stupefacente rivelazione di assiomi e di geroglifici eterni, che sono esistiti prima dell'universo e che contniueranno dopo di lui [...]. Ma l'ordine che vi circonda, rappresentato soprattutto dalla regolarità perfetta del quadrato, caro a Pitagora, è ancora più grande; [...] l'opera memorabile è consistita nel fare uscire, dalle viscere del caos, i vostri tesori di teoremi e i vostri magnifici splendori...
http://akatalepsia.blogspot.com/2009_02_01_archive.html
Lautréamont > Canti di Maldoror
> (il brano citato è tratto da il Quaderno di geometria di Leonardo Sinisgalli,
edito nel 1935 dalle ed. Campo Grafico di Milano)

Dio non comunica “l’allegria”, bensì la “gioia”

Il prezzo dell'amore!
Costa dire: «Hai ragione!».
Costa dire: «Perdonami!».
E costa a anche dire: «Ti perdono!».
Costa la confidenza.
Costa la pazienza.
Costa fare una cosa che non hai voglia di fare,
ma che lui o lei vuole.
Costa cercar di capire.
Costa custodire il silenzio.
Costa mantenere la fedeltà
o trattenere le lacrime che fanno soffrire.
Costa essere stanchi e sorridere.
A volte costa impuntarsi, a volte cedere.
Costa dire: «È colpa mia».
Costa confidarsi e ricevere confidenze.
Costa la lontananza e costano i distacchi.
Costa accettare i difetti altrui.
Costa cancellare piccole ombre.
Costa condividere i dolori.
Costa dire opinioni differenti
e cercare insieme la soluzione.
Costa dire no, costa dire sì.
Ma questo è il prezzo da pagare
per diventare veri uomini,
per generare umiltà e vita!
Questo è il prezzo dell'amore!

In occasione dell’arresto di Paolo e Sila: tutti i carcerati rimangono in silenzio nella notte, perché non hanno niente da dire, sentendosi schiacciati dalla loro personale sventura. Paolo e Sila invece cantano inni a Dio. Meravigliosa libertà dei cristiani: non essere mai schiacciati dalle circostanze avverse! Il loro spirito si innalza sempre al di sopra di tutto per cantare inni di lode a Dio, che è perennemente vittorioso su ogni male, e i cristiani lo sono con Lui. 
L’ultima parola non è il pianto, non è l’afflizione dei giusti: “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. La gioia è posta da Gesù in contrasto con l’allegria del mondo: “il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. Non a caso qui vengono accostate due parole, che sembrano uguali, ma vogliono indicare due modi diversi di essere felici. Il mondo conosce l’allegria; i cristiani conoscono la gioia, una gioia che però rappresenta il frutto maturo dell’afflizione contenuta nell’esperienza della croce. L’afflizione operante nel mistero pasquale uccide in noi quello che deve morire. Si tratta di un’afflizione che comunque dura poco, anche se ai nostri occhi, e alla misura del nostro tempo, può sembrare talvolta anche lunga: “Dicevano perciò: Che cos’è mai questo un poco di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire” (v. 18). In fondo è la descrizione del nostro stesso atteggiamento dinanzi ai decreti di Dio, che talvolta ci fanno passare attraverso la sofferenza. Dal punto di vista di Dio è soltanto un po’ questo passaggio della persona nella valle oscura, perché l’ultima parola, quella definitiva, è la Parola di luce, la comunicazione della gioia che viene da Dio e non ha più termine. E Dio non comunica “l’allegria”, bensì la “gioia”. L’allegria è infatti una felicità superficiale, che deriva dall’aver dimenticato momentaneamente (ma non sconfitto) i propri mali; totalmente diversa è la gioia, che invece scaturisce da un’effettiva vittoria sul male.

mercoledì 1 giugno 2011

Questo fammelo capire


Signore,
il sole è sorto
e mi metti in mano
una esperienza nuova.
Sarà bella? Sarà noiosa?
Sarà utile?
Non lo so ancora.
Però son certo
che molto dipenda da me.
Questo fammelo capire...
perché spesso rischio
di aspettarmi tutto dagli altri;
tutto da te.

Fammi sentire responsabile
di quello che faccio.

Tu hai creato l'uomo
senza chiedergli il permesso
ti sei però subito legato le mani
e non gli puoi fare niente
se non lo vuole.

Signore,
aiutami a spalancare gli occhi
per vedere dove mi trovo
e chi avrò vicino.

Signore,
aiutami a drizzare bene le orecchie
per raccogliere tutte le voci
che la vita mi invia
e rispondere con coraggio
e fantasia.

(don Tonino Lasconi)

martedì 31 maggio 2011

alla fine del mese di maggio


PREGHIERA DI AFFIDAMENTO A MARIA (Benedetto XVI)


Vergine Maria,
Mater Unitatis,

questa sera intendiamo specchiarci in te
e porre sotto il manto della tua protezione
l’amato popolo italiano.

Vergine del Fiat,
la tua vita celebra il primato di Dio:
alimenta in noi lo stupore della fede,
insegnaci a custodire nella preghiera
quest’opera che restituisce unità alla vita.

Vergine del servizio,
donaci di comprendere a quale libertà
tende un’esistenza donata,
quale segreto di bellezza
è racchiuso nella verità di un incontro.



... per tutta la preghiera
http://paroledivita.myblog.it/archive/2011/05/30/preghiera-di-affidamento-a-maria-benedetto-xvi.html

lunedì 30 maggio 2011

Togliersi la testa, o per paura di pensare o per fatica di pensare, non è fare opera gradita a Dio

Qualcuno di noi forse ricorda che don Primo Mazzolari era solito dire che rimettersi totalmente, ciecamente a un uomo, per autorevole che fosse, era come dimettersi da uomo. E agli uomini della sua parrocchia puntualmente ricordava: "Quando entrate in chiesa vi togliete il cappello, non la testa".Togliersi la testa, o per paura di pensare o per fatica di pensare, non è fare opera gradita a Dio, che ha fatto dono dell'intelligenza ai suoi figli...

Oggi tra i lamenti che succede sempre più spesso di ascoltare c'è pure il risentimento contro una stagione come la nostra, in cui verità che sembravano assolute, indubitabili, immobili, agli occhi di molti non appaiono più tali e ciò crea in non pochi una sorta di spaesamento. Mi chiedo se, anziché allungare la serie delle lamentazioni sulla nequizia dei tempi, non potremmo riconoscere in questa
nuova situazione quasi un'opportunità per il nostro essere credenti: sbenda la tua intelligenza!
Sbendala, secondo l'ammonimento poco ricordato, quasi cancellato, di Gesù che invitava pressantemente a mettere in gioco tutta la nostra intelligenza, la capacità di ragionare con la propria testa, lontani da ogni pur velata forma di resa e di delega. Quel giorno alle folle, e dunque a tutti, diceva: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così succede.
E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, è così accade. Ipocriti, sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?" (Lc 12, 56-57).

Libera parola. Perché chiudere la nostra vita in una scatola? Ovvero della paura di pensare
di Angelo Casati

domenica 29 maggio 2011

insieme bruciamo per questa sete


Fratelli, fate vostra la mia avidità,
partecipate con me a questo desiderio;
amiamo insieme,
insieme bruciamo per questa sete,
insieme corriamo alla fonte di ogni conoscenza.
Presso Dio c’è la fonte della vita,
 una fonte inesauribile,
nella luce di lui c’è una luce che non si oscurerà mai.
Desidera questa luce,
questa fonte;
una luce che i tuoi occhi non hanno mai conosciuto;
vedendo questa luce l’occhio interiore si aguzza,
bevendo a questa fonte la sete interiore diventa più ardente.
Corri alla fonte, anela alla fonte.

(Sant'Agostino)