sabato 8 dicembre 2012

più infelice e meno libero


Quella di Luca è «La parabola dei figli perduti». Non si è perduto soltanto il figlio più giovane, che se n’è andato da casa per cercare libertà e felicità in un paese lontano, ma anche quello che è rimasto. Esteriormente faceva tutte le cose che si suppone faccia un bravo figlio, ma, interiormente, si era allontanato da suo padre.
Faceva il proprio dovere, lavorava sodo ogni giorno e adempiva tutti i suoi obblighi, ma era diventato sempre più infelice e meno libero.
L’obbedienza e il dovere sono diventati un peso e il servizio è una schiavitù.
Il figlio maggiore è diventato un forestiero in casa sua. Non c’è più autentica comunione.
(Henri J.M. Nouwen, L’abbraccio benedicente, Queriniana)

venerdì 7 dicembre 2012

La benedizione c’è fin dall’inizio.

Dio non ha mai ritirato le sue braccia, non ha mai rifiutato la sua benedizione, non ha mai smesso di considerare suo figlio come il prediletto.
Ma il padre non poteva costringere il figlio a rimanere a casa. Non poteva imporre con la forza il suo amore al prediletto. Doveva lasciarlo andare in libertà, anche se sapeva il dolore che ciò avrebbe causato sia al figlio che a se stesso.
E’ stato l’amore a impedirgli di trattenere il figlio a casa a tutti i costi. E’ stato l’amore a consentirgli di lasciare che il figlio vivesse la sua vita, anche a rischio di perderlo.
Qui si svela il mistero della mia esistenza. Sono amato a tal punto che mi lascia libero di andarmene da casa.
La benedizione c’è fin dall’inizio. Il Padre continua a cercarmi con le braccia tese per accogliermi di nuovo e sussurrarmi ancora all’orecchio:
‘Tu sei il mio figlio prediletto.
     (Nouwen)

giovedì 6 dicembre 2012

l’amore incondizionato dove non può essere trovato


Sono il figlio prodigo ogni volta che cerco l’amore incondizionato dove non può essere trovato. Perché continuo a ignorare il luogo del vero amore e persisto nel cercarlo altrove? Perché continuo ad andarmene da casa dove sono chiamato figlio di Dio, il prediletto di mio Padre? … E’ quasi come se volessi dimostrare a me stesso e al mio mondo che non ho bisogno dell’amore di Dio, che posso costruirmi una vita tutta mia, che voglio essere del tutto indipendente. Sotto tutto questo c’è la grande ribellione, il «no» radicale all’amore del Padre.
(Nouwen, L’abbraccio benedicente,
ed. Queriniana)

mercoledì 5 dicembre 2012

Tu mi appartieni

«Ti ho chiamato per nome fin dal principio. 
Tu sei mio e io sono tuo. 
Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. 
Ti ho modellato nelle profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. 
Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto nell'ombra del mio abbraccio. 
Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. 
Tu sai che io sono tuo come io so che tu sei mio. 
Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo... 
Ovunque tu sia, io ci sarò. 
Niente mai ci separerà. 
Noi siamo uno».
(H. Nouwen, Sentirsi amati, Queriniana)

martedì 4 dicembre 2012

sta aspettando la nostra risposta all'amore

«II mistero insondabile di Dio è che Dio è un Innamorato che vuole essere amato. 
Colui che ci ha creato sta aspettando la nostra risposta all'amore che ci ha dato la vita. Dio non dice solamente: 
"Tu sei il mio amato" 
Dio chiede anche: 
"Mi ami?" 
e ci da innumerevoli possibilità per dire "sì".
Questa è la vita spirituale. 
Il camminare e il riposare, il pregare e il giocare, l'ammalarsi e l'essere guarito 
- sì il vivere e il morire - 
diventano tutte espressioni della domanda divina "Mi ami?" 
e in ogni momento del viaggio 
c'è sempre la possibilità di dire "sì" 
e la possibilità di dire "no"».
(H. Nouwen, Sentirsi amati, Queriniana)

lunedì 3 dicembre 2012

Non vi è nulla di sentimentale in lui

La gioia è contagiosa, proprio come il dolore.
Ho un amico che irradia gioia, non perché la sua vita sia facile, 

ma perché 
egli è solito riconoscere la presenza di Dio 
in mezzo a ogni umana sofferenza, 
la propria come quella degli altri.
Dovunque vada, chiunque incontri, 

è capace di vedere e udire qualcosa di positivo, 
qualcosa per cui essere grato.
Non nega la grande sofferenza che lo circonda, 

né è cieco o sordo alle voci e ai sospiri di angoscia degli altri esseri umani, 
ma 
il suo spirito gravita verso la luce nelle tenebre
e verso la preghiera in mezzo alle grida di disperazione.
Il suo sguardo è dolce e la sua voce è pacata. 

Non vi è nulla di sentimentale in lui. 
Egli è realistico, 
ma 
la sua profonda fede gli consente di sapere 
che la speranza è più vera della sfiducia, 
e l’amore più vero della paura.
E’ il suo realismo spirituale che lo rende un uomo così gioioso.
... La gioia del mio amico è contagiosa. 

Più sto con lui, più colgo i bagliori del sole che risplende dietro le nuvole. ...
Coloro che continuano a parlare del sole 

mentre camminano sotto un cielo nuvoloso 
sono messaggeri di speranza, 
i veri santi del nostro tempo.
(Henri J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)

domenica 2 dicembre 2012

viaggia come la Vergine gentile verso il maestoso tramonto dei pianeti


Thomas Merton (1915/1968) scrittore e monaco dell’ordine dei Trappisti, scriveva: “Meditando l’Avvento passato e l’Avvento futuro, impariamo a riconoscere l’Avvento presente, che si situa in ogni momento della nostra vita di pellegrini terreni”.
Affascinate, cieli, con la vostra purezza queste notti d'inverno
e siate perfetti!
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore,
e sparite.
Tu, luna, sii lenta a tramontare,
questa è la tua pienezza!
Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio
verso i quattro lati dell'universo stellato.
Il tempo cade, come manna, agli angoli della terra invernale.
Noi siamo diventati più umili delle rocce,
più attenti delle pazienti colline.
Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento,
o sante sfere,
mentre le menti, docili come bestie,
stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno,
e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi che
pascolano alla luce delle stelle.
Oh, versate, cieli il vostro buio e la vostra luce sulle nostre
solenni vallate;
e tu, viaggia come la Vergine gentile
verso il maestoso tramonto dei pianeti,
o bianca luna piena, silente come Betlemme!

Thomas Merton

qualche scintilla ci raggiunga e ci possegga

Poiché le tue parole, mio Dio,
non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per possederci e per correre il mondo in noi,
permetti che, da quel fuoco di gioia da te acceso,
un tempo, su una montagna,
e da quella lezione di felicità, qualche scintilla ci raggiunga e ci possegga,
ci investa e ci pervada.
Fa’ che, come "fiammelle nelle stoppie",
corriamo per le vie della città e fiancheggiamo le onde della folla,
contagiosi di beatitudine, contagiosi della gioia.
(Che gioia credere!) Madeleine Delbrêl