sabato 15 maggio 2010

E SONO SOLO UN UOMO



Io lo so Signore che vengo da lontano
prima nel pensiero e poi nella tua mano.
Io mi rendo conto che tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così.
Padre di ogni uomo e non ti ho visto mai.
Spirito di vita e nacqui da una donna,
figlio mio fratello e sono solo un uomo
eppure io capisco che tu sei verità.

E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino
e insegnerò a chiamarti Padre nostro
ad ogni figlio che diventa uomo.

Io lo so Signore che tu mi sei vicino
luce alla mia mente, guida al mio cammino,
mano che sorregge, sguardo che perdona
e non mi sembra vero che tu esista così.
Dove nasce amore Tu sei la sorgente.
Dove c'è una croce Tu sei la speranza,
dove il tempo ha fine Tu sei vita eterna
e so che posso sempre contare su di Te.

E accoglierò la vita come un dono
e avrò il coraggio di morire anch'io
e incontro a te verrò col mio fratello
che non si sente amato da nessuno.

divenire strumento dell'amore di Dio.

Tutto il bene che farai non verrà da te ma dal fatto che hai acconsentito, nell'obbedienza della fede, a divenire strumento dell'amore di Dio. Pensa di più a questo, e gradualmente ti libererai dal bosogno di dar prova di te, e potrai essere più aperto alla potenza che opera per mezzo di te, senza che tu ne sia consapevole.(Merton)

Se non condivido la tua vita, la mia si complica.
Se non ti cammino accanto, mi affatico.
Se non ti comprendo, mi confondo.
Se ti ferisco, mi sento lacerato.
Se ti escludo, perdo le mie radici.
Se ti trascuro, mi sento ingiusto.
Se non percorro la tua strada, smarrisco la mia.

Ti ascolto e mi ritrovo più saggio.
Ti ringrazio e divento più ricco.
Ti parlo e guarisco le mie ferite.
Ho fiducia in te e cresce la mia speranza.
Ti accarezzo e mi sento appagato.
Mi consegno a te e mi sento protetto.
Ti stimo e sento di valere.
Ti guardo con purezza e comprendo ciò che e' sacro.
Ti sono fedele e mi sento genitore affidabile.
Cerco la tua anima e trovo la mia.
Cerco di essere più degno per te e mi sento degno di Dio.
Prego per te e Dio mi sorride.

(http://www.qumran2.net/s/)

non pensare mai che io possa dimenticarmi di te

Chiudi gl'occhi ascolta
il battito del cuore
il dolce soffiare del vento
il rumore del mare
il volo melodioso di un gabbiano
che disegna con le sue ali
armonia e poesia
in tutte queste cose io sono
al tuo fianco
ti supporto , ti aiuto
con tutto me stesso,
non pensare mai
che io possa dimenticarmi di te.

(Ignazio)

così deve terminare la nostra preghiera: per Cristo nostro Signore.

E' un po' di tempo che prendo le riflessioni sulle parola di oggi da http://www.laparola.it/laparoladioggi.php, chi vuol vedere la versione completa può farlo attingendo da questo bellissimo sito. Io riporto solo in parte ciò che fa eco nel mio cuore, sicuramente gli altri troveranno qualcosa di diverso, perchè lo Spirito soffia come e dove vuole. Io leggendo questo commento mi apro di più e sento la nostalgia profonda della Parola. Grazie di cuore all'autore di questi scritti.
Padre Nostro! Voglio vivere questo giorno come tuo vero figlio. Perché so che tu sei mio Padre, e che mi ami; guardami e amami come il tuo proprio Figlio. Il tuo amore cambierà il mio cuore, lo renderà più simile a quello del tuo Figlio unigenito e tu potrai amare in me quello che ami in lui.
In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena... In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. (Gv 16,23b-28)
"Il Padre - posso dire con Gesù - mi ama". È in questo nuovo ordine che la preghiera cristiana trova il suo posto. Noi prima non sapevamo chiedere, e non potevamo farlo. Non si tratta di pregare ma "di avere una relazione di amicizia con colui che, noi lo sappiamo, ci ama" (Teresa di Gesù, Vita 8).
La nostra preghiera non è soltanto nostra, essa è anche e soprattutto quella di Cristo. Così terminano le preghiere della liturgia e così deve terminare la nostra: per Cristo nostro Signore.
Tutte le volte che oggi ti ho trattato come Padre e ho trattato gli altri come fratelli, mi sono sentito felice. Grazie.
Grazie, Padre, perché so che malgrado tutto tu aspetti la mia preghiera della sera e la ascolti con amore. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore.

La pace verrà

Se tu credi che un sorriso è più forte di un'arma,
Se tu credi alla forza di una mano tesa,
Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini
è più importante di ciò che li divide,
Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l'altro, allora...
La pace verrà
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l'ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
Se tu sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso
un pezzo del tuo cuore, allora...
La pace verrà
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,
Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
Se tu credi che la pace è possibile, allora...
La pace verrà

(Charles de Foucauld)

venerdì 14 maggio 2010

Tacere per

Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio
in omaggio d'amore.
Tacere per poter dire l'inesprimibile
al di là delle parole.

Tacere per liberare il fondo del mio spirito,
l'essenza della mia anima.

Tacere per lasciare battere il mio cuore più forte
nella tua intimità,
e per prendere il tempo di guardarti meglio,
più libero e più sereno.

Tacere per sognare di te, della tua presenza,
della tua grande bontà,
e per scoprirti nella tua realtà
più bella del mio sogno.

Tacere per lasciare che lo Spirito d'amore
gridi in me "Abbà" al Padre,
e dirti Signore con la sua voce divina
dagli accenti ineffabili.

Tacere, lasciare travolgermi dalla tua parola in tutta libertà,
sforzarmi di ascoltare il tuo linguaggio segreto
e di meditarlo.

Tacere e cercarti non più con delle parole,
ma con tutto il mio essere,
e trovarti veramente quale sei, Gesù,
nella tua divinità.


(Jean Galot)

Io ero una persona come te.

Io ero una persona come te.
Ho voluto dare un senso pieno alla mia vita. Con l'aiuto di Dio ho rinunciato ad avere una famiglia mia per diventare papà, fratello, amico di chi non aveva papà, fratelli, amici.
Se vuoi essere come me, andremo insieme a spendere la vita in una favela sudamericana, tra i lebbrosi dell'India, o nella periferia di una città italiana, dove troveremo tanti poveri, anche se nascosti: poveri di affetto, di senso della vita, poveri che hanno bisogno di Dio e di te per vivere. Ma se anche non ti senti di rischiare la vita com'io l'ho rischiata, ti ricordo una verità importantissima: la vita, questo grande dono che Dio ci ha dato, bisogna spenderla, e spenderla bene. La spenderai bene non chiudendoti nell'egoismo, ma aprendoti all 'amore, all' impegno per chi è più povero di te.

(San Giovanni Bosco)

Ci incontreremo quando al posto dei miei occhi metterò i tuoi e tu al posto dei tuoi occhi metterai i miei. Allora io ti vedrò con i tuoi occhi e tu mi vedrai con i miei. E la vita ci apparirà bella. Entrambi vedremo gli stessi colori proveremo le stesse emozioni. Perché un po’ di me sarà in te e un po’ di te sarà in me. Vi sono innamorati che guardano nell’amore come nel sole, e divengono semplicemente ciechi; mentre ve ne sono altri che, con stupore, scoprono per la prima volta la vita quando l’amore la illumina. (Musil)



“Ma dove andremo a finire se continua così?
- si sente spesso dire dalla gente qua e là -
Continua violenza scandali, imbrogli e mali:
dove son finiti i veri, grandi ideali?”

È vero, il mondo oggi si dipinge a tinte scure,
si esaltano gli equivoci, le scene crude e dure,
soldi e facili successi col “piglia, usa e getta”.
Però, mi si permetta,
non è questa la sola umanità.

Conosco un'altra umanità
quella che spesso incontro per la strada;
quella che non grida, quella che non schiaccia
per emergere sull'altra gente.
Conosco un'altra umanità
quella che non sa rubare per avere,
ma sarà contenta
di guadagnarsi il pane con il suo sudore.

Credo, credo in questa umanità.
che vive nel silenzio, che ancora sa arrossire
sa abbassare gli occhi e sa scusare.
Questa è l'umanità che mi fa sperare.

Conosco un'altra umanità
quella che ora va controcorrente;
quella che sa dare anche la sua vita
per morire per la propria gente.
Conosco un'altra umanità quella che non cerca
mai il suo posto il sole quando sa che al mondo
per miseria e fame tanta gente muore.

Credo, credo in questa umanità
che abbatte le frontiere, che paga di persona,
che non usa armi, ma sa usare il cuore.
Questa è l'umanità che crede nell'amore.

(Un’altra umanità - Gen Rosso)

fate di Lui una forza nella vostra vita

Cercate Dio,
trovatelo e fate di Lui
una forza nella vostra vita.
Senza di Lui
tutti i nostri sforzi
si riducono in cenere e
le nostre aurore diventano le più oscure notti.
Senza di Lui
la vita è un dramma senza senso
a cui mancano le scene decisive.
Ma con Lui noi possiamo passare
dalla fatica della disperazione
alla serenità della speranza.
Con Lui possiamo passare
dalla notte della disperazione
all’alba della gioia.(Cercate Dio! "M. Luther King")

malattia cura

Non c'è cosa più amara
che l'alba di un giorno
in cui nulla accadrà.
Non c'è cosa più amara
che l'inutilità.
La lentezza dell'ora è spietata,
per chi non aspetta più nulla.
C. Pavese

«La meditazione segreta
è uno specchio per la mente,
una lampada per la coscienza;
essa addolcisce il cuore,
toglie la tristezza
e tu ricevi l’umiltà vera»
Isaia anacoreta


Scava dentro di te. E' lì la fonte del bene, ed essa può sempre continuare a zampillare, se tu scavi sempre.(Marco Aurelio)

Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che si cambi in esempio.(Albert Camus)

che io non perda

Che Dio non permetta
che io perda
il romanticismo
pur sapendo che le rose non parlano…

che io perda
l’ottimismo
pur sapendo che il futuro che ci attende
può non essere molto allegro

che io perda
il desiderio di vivere
pur sapendo che la vita è in molti momenti dolorosa

che io perda
il desiderio di avere grandi amici
pur sapendo che le giravolte che il mondo dà
escono dalle nostre vita

che io perda
il desiderio di aiutare le persone
pur sapendo che molte di esse sono incapaci
di vedere e riconoscere
questo aiuto

che io perda
l’equilibrio
pur sapendo che innumerevoli forze
desiderano che io soccomba

che io perda
il desiderio di amare
pur sapendo che chi amo di più
può non contraccambiare il mio amore

che io perda
la luce e lo scintillio nello sguardo
pur sapendo che molte cose che vedrò nel mondo
annebbieranno i miei occhi

che io perda
la forza
pur sapendo che la sconfitta e la perdita
sono due avversarie estremamente pericolose

che io perda
la ragione
pur sapendo che le tentazioni della vita
sono innumerevoli e deliziose

che io perda
il sentimento di giustizia
pur sapendo che ciò
potrà talvolta danneggiarmi

che io perda
il mio forte abbraccio
pur sapendo che un giorno le mie braccia
si saranno indebolite

che io perda
la bellezza e l’allegria di vivere
pur sapendo che molte lacrime sgorgheranno dai miei occhi
e scivoleranno attraverso la mia anima

che io perda
l’amore per la mia famiglia
pur sapendo che loro molte volte
esigeranno sforzi incredibili
per mantenere l' armonia

che io perda
il desiderio di donare questo enorme amore
che esiste nel mio cuore
pur sapendo che molte volte esso
sarà sottomesso o persino rifiutato

che io perda
il desiderio di essere grande
pur sapendo che il mondo è piccolo
e per questo
tanto si è grandi
tanto più per il mondo sembriamo piccoli

e soprattutto
che un piccolo granello di allegria fede e speranza
dentro ciascuno di noi
è capace di cambiare e trasformare qualsiasi cosa

poi

che io non dimentichi mai
che Dio mi ama infinitamente
che per sempre mi sarà fedele

e per questo ogni cosa
per quanto assurda bella o crudele sia
concorre al mio bene
e al bene delle persone che amo

la vita è costruita nei sogni
e concretizzata nell’Amore


- Francisco Candido Xavier -

Salvami

dalla presunzione di sapere tutto
dall’arroganza di chi non ammette dubbi
dalla durezza di chi non tollera ritardi
dal rigore di chi non perdona debolezze
dall’ipocrisia di chi salva i princìpi e uccide le persone
- Don Tonino Bello -

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
(salmo 91)

Lascia i tuoi pesi al Signore

«La rabbia è una delle emozioni che ci dice che quello che sta accadendo non è in sintonia con le nostre aspettative – fa notare Johan Denollet -. Non va repressa, ma neanche palesata platealmente. La soluzione è nel mezzo: bisogna imparare a gestirla in modo costruttivo».
Lascia i tuoi pesi al Signore
Kairòs, il presente di Dio: trascorriamo i nostri giorni nel rimpianto del passato e nella preoccupazione del domani: eppure il primo è già sepolto e l’altro deve ancora nascere. Entrambi sfuggono al nostro controllo. Possiamo vivere felicemente solo nel provvidente presente di Dio. ( R. Daly)

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate ?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato ?" disse nuovamente il pensatore
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti"
replicò un altro discepolo
E il maestro tornò a domandare:
"Allora non è possibile parlargli a voce bassa ?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
" Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati ?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.

D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate ?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè ?
Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
In fine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino,
non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in
cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."(Mahatma Gandhi)


Sii tu mio conforto, o segreta tristezza !

Io mi rifugio in te con tante ferite.

Non affliggo i felici narrando le mie pene,

come un malato non dice il suo male ai sani.

Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe;
la notte è scura la casa è lontana,
conducimi tu, luce gentile.

Tu guida i miei passi, luce gentile
non chiedo di vedere assai lontano
mi basta un passo solo il primo passo
conducimi avanti luce gentile.

Non sempre fu così, te ne pregai
perché tu mi guidassi e conducessi
da me la mia strada io volli vedere
adesso tu mi guidi luce gentile.

Io volli certezze dimentica quei giorni,
purché l'amore tuo non m'abbandoni
finché la notte passi, tu mi guiderai,
sicuramente a te luce gentile.

Conducimi tu, luce gentile
conducimi nel buio che mi stringe;
la notte è scura la casa è lontana,
conducimi tu, luce gentile.
(Cardinale John Henry Newman, Sicilia 1832)

come io vi ho amati

Concedici di saper restare nello spazio misericordioso della tua carità, e dacci ogni altra cosa utile a rafforzare il nostro amore.
"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi
e vi ho costituito, perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga". Alleluia. (Gv 15,16)
"Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri,
come io vi ho amati", dice il Signore. Alleluia. (Gv 15,12)
Ti ringrazio per le occasioni che mi concederai di vedere chiaramente la tua volontà, dandomi la forza di eseguirla. E se qualche volta la vista mi si sarà appannata, perdonami: sarà a motivo della mia poca fede, che ti prego di rafforzare perché, soprattutto, non voglio mai perderti di vista.

Se il cristiano si limita a ricoprire il ruolo dello spettatore, nauseato e rammaricato per le malvagità che inquinano il mondo, difficilmente contribuirà alla crescita del bene. Ci sono delle responsabilità che vanno vissute in prima persona e che non possono essere demandate genericamente agli altri. Dio – come ricorda Bonhoeffer – vuol far nascere il bene da ogni cosa e chiede a ciascuno di noi una presenza responsabile “chiara” e la nostra disponibilità posta al servizio della Verità.
Il cristiano è uno che non può rimanere fermo sulla soglia delle vicende umane. Egli è chiamato ad entrare nel mondo e a vivere ogni istante della propria esistenza portando con sé il riflesso dell’amore di Dio.

giovedì 13 maggio 2010

Il tuo Spirito conservi sempre la tua gioia sul nostro volto

Oggi per motivi di tempo e di tecnologia sono arrivato a questa ora con affanno perchè forse non ho iniziato la giornata accendendo la vera luce come ho fatto in questi giorni. Ma adesso riprendo in mano la Parola: tutto si ravviva e riprende energia.
Donaci occhi per vedere quanta testimonianza della risurrezione viene data continuamente attorno a noi e per costatare che il lieto messaggio del vangelo si diffonde ogni giorno più e, come sale e lievito, dà senso e orientamento all'immensa operosità umana.
Il tuo Spirito conservi sempre la tua gioia sul nostro volto e su quello dei nostri cari, perché, con il tuo aiuto, ci illuminiamo e ci sosteniamo gli uni gli altri durante questo giorno.
Quando avanzavi, o Dio, davanti al tuo popolo,
e ad essi aprivi la via e abitavi con loro,
la terra tremò e stillarono i cieli. Alleluia. (cf. Sal 68,8-9.20)
Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
ritornerò a voi e il vostro cuore sarà nella gioia.(cf. Gv 14,18)
Quello che si dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre rimasto con i suoi.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.
"Voi sarete afflitti e il mondo si rallegrerà,
ma la vostra afflizione si cambierà in gioia".
Alleluia. (Gv 16,20)
Sì, è vero, al di là delle apparenze e oltre alla gioia che dà il mondo e dalla quale a volte mi sono lasciato attrarre, tu oggi hai donato tanta gioia e tanta serenità a coloro che si sono affidati a te. Ripensandoci ora, nel silenzio della sera, posso anch'io ricordare il nome di molte persone sul volto delle quali erano riconoscibili i segni della fortezza, della serenità, della generosità, della laboriosità che soltanto tu puoi donare.

mercoledì 12 maggio 2010

Lacrime trattenute che narrano la prosa della mancanza

Mi è piaciuto,l'ho preso e grazie a http://aquestionoftime.splinder.com/

Sono intensi gli occhi di chi si saluta
Li osservo dal finestrino, catturandone la luce
Quel groviglio di sguardi appesi e di vite che si avvicendano
Se allunghi una mano puoi quasi toccare quell'energia unica
fatta di parole non dette e silenzi che u r l a n o
S i l e n z i o. Parlano gli occhi.
Pupille che danzano una melodia che non posso conoscere
ma solo i m m a g i n a r e
Lacrime trattenute che narrano la prosa della mancanza

E ripenso ai tuoi, di occhi
e a come non me ne vorrei mai staccare

impariamo anche noi la lezione

Padre Santo, mandaci lo Spirito Santo affinché egli ci porti alla comprensione della verità totale che è tuo Figlio Gesù Cristo.
Liberaci da ogni falsa illusione, che ci mette alla mercé delle mode, dei soggettivismi o dei nostri stessi sentimenti. Da' forza alla debolezza del nostro desiderio affinché rimaniamo fedeli alla tua grazia.
Lo Spirito è chiamato Spirito di verità. La sua missione è di metterli in guardia contro lo spirito della menzogna. Li rende capaci di vivere e di vedere le cose e di giudicarle come Gesù stesso.
RiflessioneEsaminiamoci come ascoltatori della Parola e come annunciatori di essa. Possiamo noi pure essere negativamente influenzati, nell'annunciare il messaggio cristiano, con le parole e i comportamenti, da un'eccessiva preoccupazione di ottenere successo a livello umano; ci può accadere, quando ascoltiamo la Parola di Dio, di essere sollecitati più da curiosità nozionistica, che da desiderio di conversione. Paolo ha tratto frutto dalla negativa esperienza di Atene; da quella volta, come lui stesso afferma, ha sempre predicato il Cristo autentico, anche se costituiva scandalo per i giudei e pazzia per i gentili. Sulla scia dell'apostolo, impariamo anche noi la lezione.

martedì 11 maggio 2010

"Il dono di nozze da parte di Dio"


La creatura che hai al fianco è mia.
Io l'ho creata.
Io le ho voluto bene da sempre, prima di te e più di te.
Per lei non ho esitato a dare la mia vita.
Te la affido.
La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile.
Quando l'hai incontrata l'hai trovata amabile e bella.
Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza,
è il mio cuore che ha messo in lei tenerezza e amore,
è la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità, la sua intelligenza
e tutte le qualità che trovi in lei.
Ma non puoi limitarti a godere del suo fascino.
Devi impegnarti a rispondere ai suoi bisogni, ai suoi desideri.
Ha bisogno di serenità e di gioia,
di affetto e di tenerezza, di piacere e di divertimento,
di accoglienza e di dialogo, di rapporti umani,
di soddisfazioni nel lavoro
e di tante altre cose.
Ma ricorda che ha bisogno soprattutto di Me.
Sono Io, e non tu il principio, il fine, il destino di tutta la sua vita.
Aiutala ad incontrarmi nella preghiera, nella Parola, nel perdono, nella speranza.
Abbi fiducia in Me. La ameremo insieme.
Io l'amo da sempre.
Tu hai cominciato ad amarla da qualche anno, da quando vi siete innamorati.
Sono io che ho messo nel tuo cuore l'amore per lei.
Era il modo più bello per dirti
"Ecco te la affido. Gioisci della sua bellezza e delle sue qualità".
Con le parole "prometto di esserti fedele, di amarti e rispettarti per tutta la vita"
è come se mi rispondessi che sei felice di accoglierla nella tua vita
e di prenderti cura di lei.
Da quel momento siamo in due ad amarla.
Anzi io ti renderò capace di amarla "da Dio", regalandoti un supplemento di amore
che trasforma il tuo amore di creatura e lo rende simile al mio.
E' il mio dono di nozze:
la grazia del sacramento del matrimonio.
Io sarò sempre con voi e farò di voi gli strumenti del mio amore
e della mia tenerezza:
continuerò ad amarvi attraverso i vostri gesti d'amore.
P.Giordano Muraro

Chi è Costui che genera nel nostro misero cuore un simile conforto?

Lo Spirito Santo “è una persona”,uno che può fare luce quando la vita sembra precipitare nelle tenebre, un Dio capace di stringere la tua mano per permetterti di andare avanti; uno che desidera aiutarti a non voltarti indietro per contare i tuoi peccati, perché l’amore e la misericordia di Dio sono molto più grandi di ogni altra cosa, perché tu non ti senta orfano e abbandonato ma figlio!

A tal proposito,Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), la giovane Carmelitana Scalza morta nei campi di sterminio di Auschwitz nel 1942, diceva dello Spirito Santo:

“Chi sei, Luce,
che ricolmi il mio essere
e rischiari
l’oscurità del mio cuore?
Mi conduci per mano
come madre
e non mi abbandoni,
altrimenti non saprei muovere
più nemmeno un passo.
Tu sei lo spazio
che circonda
il mio essere
e lo prende con sé.
Se si allontanasse da te,
precipiterebbe nell’abisso
del nulla,
dal quale tu
lo elevi all’essere.
Tu, più vicino a me
di me stessa
e più intimo
del mio stesso intimo
eppure inafferrabile
e inconcepibile,
incontenibile in un nome:
Spirito Santo-Amore Eterno”

(Edith Stein)

ROSARIO un tesoro da riscoprire


Ho trovato queste bellissime espressioni da http://inoratorio.it/ sul rosario.

"Non riesco a cogliere il senso del Rosario: mi pare una cantilena monotona e noiosa, adatta forse per le persone anziane!" Abbiamo chiesto ad alcuni giovani, un parere sul Rosario: ci sono arrivate tante risposte. Ne abbiamo scelte alcune a favore e altre contro questo tipo di preghiera. Probabilmente ti ritroverai tra le righe di queste testimonianze...
... nel sottofondo delle avemaria
“Il Rosario è per me la preghiera che meglio di ogni altra accoglie e ricuce la frammentarietà del mio vivere quotidiano, riconducendolo alla sua fonte e al suo senso.
È la via più sicura per superare la superficialità e gli egoismi di cui sono così spesso intrise le aspettative, le azioni, gli incontri della mia giornata. E tutto questo è possibile perché nel sottofondo delle “Ave Maria”, nei riquadri dei misteri riscopro l’esistenza di Qualcuno che mi ha voluto e mi vuole bene come nessun altro; ecco allora che quello che mi è accaduto o mi accadrà nella giornata appare in una luce nuova, cambia l’animo con cui accosto le persone e le cose; spesso riscopro in elle il senso del dono, della gratuità, colgo possibilità prima insperate” (Vittorio, 23 anni)

La mia camera di decompressione
“Sono convinto che un Rosario detto bene sia l’esperienza più quotidiana, più spicciola e pratica di conversione che sia possibile fare. Il Rosario è la mia ‘camera di decompressione’, l’unica forma di preghiera che mi è realmente possibile quando sono sulle ali dell’entusiasmo per qualcosa andato bene o al contrario sono in crisi depressiva per le troppe cose andate male” (Paolo, 20 anni)

Il barometro della mia vita quotidiana
“E’ il mio ‘punto di incontro’ con le persone che hanno popolato la mia giornata, magari per la prima volta o anche di quelle che credevo di incontrare e non ho incontrato, con quelle in difficoltà e con quelle in forma, insomma con tutte le persone che il Signore mi mette accanto, per le quali ringrazio, imploro la sua grazia, cerco di offrire almeno qualcosa di me. Il Rosario è un po’ il motore e il barometro della mia vita quotidiana” (Chiara, 18 anni)

Adatto sempre!
“Un grossissimo pregio del Rosario è che qualsiasi momento della giornata (e moltissimi luoghi) può essere adatto: va bene al mattino recitato in prospettiva, magari andando all’università; va bene nel mezzo di una giornata, servendo a mettere ordine; o ancora alla sera tirando le somme; va bene in treno o in autobus, imparando a guardare la folla anonima che mi circonda, come singole entità personali, per ciascuna delle quali il Signore ha fatto e sta facendo ciò che i misteri ci illustrano; va benissimo in famiglia come nelle comunità parrocchiali, col gruppo di amici in una camminata in montagna o con il compagno di camera...” (Maurizio, 21 anni)

Quando desidero fare chiarezza dentro di me
“Il Rosario non è la mia preghiera abituale, ma la mia preghiera importante. Quando desidero fare chiarezza dentro di me, revisionarmi, confrontarmi, scelgo questa preghiera. La scelgo sempre prima del sacramento della Riconciliazione, perché entra nel mio concreto. Mi lascio prendere per mano da Maria e, mistero dopo mister, rivolgo il mio pensiero a Cristo” (una giovane mamma)

“Uno dei luoghi dove preferisco rivolgermi a Maria con questa preghiera è la strada. Potrà sembrare strano, ma è un luogo meraviglioso in quanto la mente è completamente libera da pensieri e quindi può rivolgersi a Lei. Mi piace recitare il Rosario pensando alle persone che mi sono vicine. Ogni Ave Maria è dedicata ad un amico, alle situazioni che in quel momento sta vivendo, al problema che lo affligge, alla gioia di cui è ricolmo... In questo senso il Rosario non è affatto ripetitivo perché ogni persona è diversa dall’altra ed è un modo stupendo per ricordare a me, ma soprattutto a Maria, gli amici che tanta parte hanno nella mia vita. “ (Manuela, 22 anni)

“Ho scoperto il Rosario come preghiera contemplativa. Infatti mi è di grandissimo aiuto nella preghiera di adorazione, nei momenti in cui mi vince la distrazione o la stanchezza. Il guardare a Cristo Eucarestia dona solennità alla semplicità del Rosario e l’affiancare anche la lettura della Parola è un modo per rendere più profonda la meditazione” (Anna, 18 anni)

... mentre aspettavo Sara
“Fino a qualche tempo fa non mi piaceva recitare il Rosario; l’ho sempre sentito dire ad una velocità supersonica, molto spesso sotto voce, durante la Messa e questo mi infastidiva alquanto. Ho riscoperto il Rosario quando aspettavo Sara: era bello ripetere le Ave Maria con una mano sul pancione, pensando a come Maria aveva vissuto la sua gravidanza, a come si era preparata alla nascita di Gesù. Il Rosario mi aiutava a sentirmi vicino alla Madonna, lei che come mamma mi capiva, sapeva placare le mie paure, sapeva sognare con me. L’ho invocata nel momento del travaglio e poi del parto e da allora mi piace recitare il Rosario intero, quando riesco, oppure ripetere le Ave Maria mentre lavoro in casa e Sara dorme.
Credo che ogni mamma oggi non può fare a meno del Rosario: abbiamo bisogno di avere vicino la Mamma per eccellenza; dobbiamo affidare a lei i nostri bimbi, dobbiamo sentirla vicino e partecipe nell’educazione e nella crescita dei nostri figli. Mi piace affidare a lei i malati, i sofferenti, quelli che sono soli, i bimbi senza mamma e papà, tutti quelli che hanno bisogno di essere amati: ecco le intenzioni che metto ad ogni decina” (Claudia)

mi sono avvicinato... non permettere che mi allontani...

Senza la preghiera nulla si deve osare, e con la preghiera nulla paventare.

Guardaci, o Signore, ascoltaci,
illuminaci e mostrati a noi...
Abbi pietà delle nostre fatiche
e dei nostri sforzi per tendere a te
poiché senza di te nulla possiamo.
Tu ci inviti a te: aiutaci.
Ti prego ardentemente, o Signore,
non lasciarmi cadere nello scoraggiamento
ma fa' che viva di speranza,
fa' che il mio cuore, amareggiato nella sua desolazione,
sia addolcito dalle tue consolazioni;
fa' che avendoti cercato affamato non rimanga digiuno di te:
mi sono avvicinato a te affamato,
non permettere che mi allontani senza essere saziato;
povero, mi sono accostato al ricco;
miserabile, mi sono accostato al misericordioso.
Non permettere che me ne torni vuoto e scontento...
Insegnami a cercarti, mostrati a chi ti cerca,
perché non posso né cercarti,
se tu non me lo insegni, né trovarti,
se tu non ti manifesti.
Fa', o Signore,
che possa cercarti desiderandoti,
possa desiderarti cercandoti,
possa trovarti amandoti
e ti possa amare trovandoti.
Amen.
(Sant'Anselmo D'Aosta, XI sec.)

esame di coscienza

Beatitudini del padre

Beato il papà che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli.
Beato il papà che non teme di essere tenero e affettuoso.
Beato il papà che sa giocare con i figli e perdere tempo con loro
Beato il papà per il quale i figli contano più degli hobbies e della partita.
Beato il papà che non sommerge i figli di cose, ma li educa alla sobrietà e alla condivisione.
Beato il papà che non si ritiene perfetto e sa ironizzare sui propri limiti.
Beato il papà che cammina con i figli verso orizzonti sconfinati aperti all’uomo,
al mondo, all’eternità.

Aiutami, Signore mio Dio,
ad essere obbediente senza ripugnanza,
povero senza rammarico,
casto senza presunzione,

aiutami, Signore mio Dio,
ad essere paziente senza mormorazione,
umile senza finzione,
giocondo senza dissipazione,

aiutami, Signore mio Dio,
ad essere austero senza tristezza,
prudente senza fastidio,
pronto senza vanità, ù

aiutami, Signore mio Dio,
ad essere timoroso senza sfiducia,
veritiero senza doppiezza,
benefico senza arroganza,

in modo che senza superbia
corregga i miei fratelli,
e senza simulazione li edifichi
con le parole e con l'esempio.
(San Tommaso D’Acquino)

Da una preghiera di Sant’Agostino
Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati:
Dio ti guarda.
Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati:
Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati:
Dio perdona.
Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno, calmati:
Dio risveglia.
Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde;
è con noi,
quando ci crediamo soli;
ci ama,
anche quando sembra che ci abbandoni.

Perché, o Signore

Perché, o Signore,
mi risulta tanto difficile
tenere il mio cuore rivolto a te?
Perché la mia mente
se ne va raminga in mille direzioni,
e perché il mio cuore
desidera cose che mi portano fuori strada?
Fammi sentire la tua presenza
in mezzo alle mie mille agitazioni.
Il mio corpo stanco,
la mia mente confusa
e la mia anima inquieta,
prendili tra le tue braccia
e dammi un po' di riposo,
un semplice quieto riposo.
(Henri J.M. Nouwen, Preghiere dal silenzio)

IL SILENZIO

Le anime che pregano sono anime del gran silenzio.
Abbiamo bisogno di trovare Dio e
non lo si può trovare nel rumore e nell’agitazione.
Dio è amico del silenzio.
Osservate la natura:
gli alberi, i fiori, l’erba crescono in silenzio.
Osservate le stelle, la luna e il sole:
si muovono in silenzio.
La nostra missione non è quella di portare Dio al povero che vive nelle aree più povere?
Non un Dio morto,
ma un Dio vivente,
un Dio amoroso.
Più noi riceviamo nella preghiera silenziosa e
più possiamo donare nella nostra vita attiva.
Abbiamo bisogno di silenzio per poter toccare le anime.
La cosa essenziale non è cosa noi diciamo,
ma cosa Dio dice a noi e attraverso noi.
Tutte le nostre parole saranno inutili
se non vengono dall’interiore.
Le parole che non portano la luce di Cristo
aumenteranno l’oscurità.
(Madre Teresa di Calcata)

Non c'è solitudine senza silenzio.
Il silenzio è talvolta tacere,
ma è sempre ascoltare.
Un'assenza di rumore che fosse vuota
della nostra attenzione alla parola di Dio
non sarebbe silenzio.
Una giornata piena di rumori, piena di voci,
può essere una giornata di silenzio
se il rumore diventa per noi l'eco della presenza di Dio,
se le parole sono per noi messaggi e sollecitazioni di Dio.
Quando parliamo di noi stessi,
quando parliamo tra noi,
usciamo dal silenzio.
Quando ripetiamo con le nostre labbra
gli intimi suggerimenti della Parola di Dio
nel profondo di noi stessi,
lasciamo il silenzio intatto.
Il silenzio non ama la confusione delle parole.
Sappiamo parlare o tacere,
ma non sappiamo accontentarci delle parole necessarie.
Oscilliamo senza posa tra un mutismo che affossa la carità
e una esplosione di parole che svia la verità.
Il silenzio è carità e verità.
Esso risponde a colui che chiede qualcosa,
ma non dà che parole cariche di vita.
Il silenzio, come tutti gli impegni della vita,
ci induce al dono di noi stessi
e non ad un'avarizia mascherata.
Ma esso ci tiene uniti per mezzo di questo dono.
Non ci si può donare quando ci si è sprecati.
Le vane parole di cui rivestiamo i nostri pensieri
sono un continuo sperpero di noi stessi.
"Vi sarà chiesto conto di ogni parola".
Di tutte quelle che bisognava dire
e che la nostra avarizia ha frenato.
Di tutte quelle che bisognava tacere
e che la nostra prodigalità avrà seminato
ai quattro venti della nostra fantasia o dei nostri nervi.
(Madeleine Delbrel, Noi delle strade)

Lo Spirito Santo non ci toglierà il dolore, ma ci mitigherà la sofferenza

Signore Gesù, tu che ci hai lasciati promettendoci che la nostra tristezza sarebbe diventata gioia dopo che te ne saresti andato, mantieni la tua promessa e mandaci il tuo Spirito Paraclito, perché trasformi la nostra vita con la sua presenza e perché la tua verità si manifesti in noi e nel mondo con tutta la sua forza.
Come Gesù continua ad essere presente.
"Ci sono molti modi di essere presenti. Se due alberi si trovano l'uno vicino all'altro, sono presenti l'uno all'altro, ma in un senso del tutto esteriore ed imperfetto. Non sanno nulla l'uno dell'altro, non si preoccupano l'uno dell'altro e, nonostante la loro vicinanza, rimangono estranei l'uno all'altro.La presenza nel vero senso della parola comincia solo nel momento in cui due esseri si conoscono spiritualmente e si mettono l'uno di fronte all'altro consapevolmente...
L'immagine dell'altro che ognuno porta in sé è, per così dire, carica di realtà. Anche la solitudine può essere piena della presenza dell'altro" (Balthasar).
La nuova forma della presenza di Gesù nei suoi, tramite lo Spirito, porterà a compimento la sua vittoria definitiva sul mondo.
Siamo ancora prigionieri
Per proseguire vero il traguardo della piena libertà, lasciamoci guidare da quanto ci propone Luca nel brano. In primo luogo, prendiamo atto della situazione reale: siamo ancora prigionieri, perché legati ai ceppi del peccato; contemporaneamente siamo carcerieri dei fratelli, dal momento che li angariamo con le nostre mancanze di carità. In secondo luogo, coltiviamo la certezza che solo Dio ci può liberare da questa schiavitù; di conseguenza rivolgiamo insistentemente a Dio, come il capo-carceriere, la domanda e la supplica: "Che cosa devo fare, per giungere alla salvezza?". Infine impegniamoci, pure noi, a salire in modo progressivo al "piano superiore", quello della grazia santificante, che rende presente in noi quel Dio che ci accoglie, e ci aiuta a celebrare la nostra autentica libertà.
I nostri ceppi sono il dolore e la sofferenza.
L'uomo è creato per una gioia totale definitiva. Si comprende, allora, la nostra istintiva reazione negativa di fronte al dolore, alla malattia, alle disgrazie di ogni genere. Successivamente, però, mitigato il turbamento iniziale, ci comportiamo in modo irrazionale se, come hanno fatto gli stessi discepoli, non chiediamo a Dio il perché della sua indifferenza nel soccorrerci nel momento della necessità. Dio, interrogato, invierà lo Spirito Santo a fare chiarezza nell nostra situazione. Egli ci impedirà di cadere nel peccato dell'incredulità e della disperazione; ci aiuterà a scoprire la profondità misteriosa del progetto divino su di noi sofferenti; allontanerà il maligno, che tenta di farci vedere Dio come antagonista indifferente, di fronte alle disgrazie nostre e di tutta l'umanità. I due termini, dolore e sofferenza, non sono sinonimi. Il dolore è qualcosa di fisico, che colpisce una parte del corpo, anche se tende a influenzare la persona; la sofferenza è un fenomeno interiore, che afferra necessariamente tutto l'uomo e lo condiziona in modo totalizzante. Più la persona è unita a Dio, e meno vulnerabile è nei riguardi della sofferenza. Lo Spirito Santo, se gli lasciamo spazio di azione, non ci toglierà il dolore, ma ci mitigherà la sofferenza, dal momento che renderà presente Dio in noi, e ci permetterà di gustare questa divina presenza.

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa, dona gioia eterna.

lunedì 10 maggio 2010

Mio Signore


Lascia che io mi sieda
per un momento al tuo fianco;
finirò più tardi
il lavoro che mi attende.

Lontano dal tuo sguardo,
io subito mi stanco;
il mio lavoro è pena
e mi sento perduto.

Con te trovo la vita,
i suoi sussurri e sospiri,
ho mille menestrelli
alla corte del tuo amore.

Lascia che io mi sieda
a faccia a faccia;
voglio cantare la gioia
d'appartenere a te.

RABINDRANATH TAGORE


O Dio, parla con dolcezza nel mio silenzio
quando il chiasso dei rumori esteriori di ciò che mi circonda
e il chiasso dei rumori interiori delle mie paure
continuano ad allontanarmi da te,
aiutami a confidare che tu sei ancora qui
anche quando non riesco a udirti.
Tu che vivi regni…
(H.J.M. Nouwen, A mani aperte)

UN DIO CHE SCONCERTA


Il mistero è oltre la realtà. Lo avevano capito gli antichi iconografi: occorre andare
oltre la realtà visibile, e osare di esprimere l’invisibile. In
ogni buon quadro possiamo individuare quel dettaglio che sfonda il visibile e si apre all'invisibile. Nella Trinità di Masaccio è la
composizione triangolare e lo scambio dei colori. Rosso e verde
complementari, due colori per un'unica luce. C'è davvero bisogno di
figure?

UN DIO CHE SCONCERTA

Ma perché mai il Signore, prima ti dà una Croce, poi te la toglie, o te l'alleggerisce? Perché si diverte con noi, con questo stile che non è assolutamente praticato nei nostri giochi di amore terreni? Perché questo «cuci-scuci» sul panno già sfibrato della nostra povera vita?
Articolo scritto per il settimanale diocesano e apparso sullo stesso il 7 marzo 1993.
Ogni volta che l'orario mi permette una piccola sosta nella stazione di Firenze, non manco di entrare nella vicina basilica di S. Maria Novella.
E corro subito, sulla sinistra, a inginocchiarmi davanti a un singolare affresco intitolato «Trinità», ma che in effetti riproduce la Crocifissione: con lo Spirito che aleggia facendo splendere il capo del Padre, il quale, sovrastando sul Figlio in Croce, sembra gli protegga le spalle.
L'opera, splendida, è del Masaccio. Ma io corro a contemplarla, non tanto per motivi estetici, quanto perché nella diuturna penombra della Chiesa, al timido guizzare delle fiammelle, mi sento subito immerso nel mistero struggente del Calvario e, soprattutto, perché nell' affresco è riportato un messaggio teologico di grande densità.
Dietro la Croce, infatti, che sembra sollevarsi da terra, Dio Padre, con le braccia distese, sostiene con i suoi polsi non solo il legno, il «dulce lignum», ma anche il carico delle sue ferraglie patibolari, i «dulces clavos», e, soprattutto, il peso del condannato, il «dulce pondus».
Vi assicuro: è una contemplazione che vale la lettura di tutti i quaresimali del Savonarola.
È un «testo» che fa schizzare dal cuore «tuo» fiotti di speranza con la stessa forza con cui, dal costato «suo» schizzano fiotti di sangue, del quale vorresti ubriacarti.
È un invito alla fiducia che parte dal cuore di Dio. Egli alleggerisce sempre le Croci dei suoi figli. Anzi, se ne fa carico totale. E, poi, per farli giungere questi messaggi d'amore, non disdegna di usare, come carta per scrivere, perfino i calcinacci!
Certo il nostro Dio è un Dio che sconcerta. Non allineato con nessuna logica umana. Imprevedibile.
E noi lo avvertiamo, soprattutto quando la vita, prima o poi, ci conduce a dover intrecciare rapporti col dolore, fisico o morale, e con Colui che ne permette il devastante dispiegarsi sulle nostre carni o sulla nostra anima.
Ma perché mai il Signore, prima ti dà una Croce, poi te la toglie, o te l'alleggerisce?
Perché si diverte con noi, con questo stile che non è assolutamente praticato nei nostri giochi di amore terreni?
Perché questo «cuci-scuci» sul panno già sfibrato della nostra povera vita?
È difficile rispondere. L'unica cosa che si può dire (essenziale, però, e appagante) è che il Signore non ci lascia soli nella prova. No! Il suo non è il divertimento di chi prova gusto a vederci dondolare sull' altalena dei dolori. Egli è triste quando noi siamo tristi. Piange quando piangiamo. Non solo accanto al letto delle malattie fisiche che distruggono inesorabilmente il nostro corpo, ma anche al capezzale dei nostri dolori morali: la fuga di una figlia, che è partita in campeggio con compagni sconosciuti, e non è tornata più. L'abbandono della casa nuziale di lui che si è innamorato della sua collega d'ufficio. Il pianto di quei genitori che se ne vanno insieme alloro crepuscolo mentre osservano nei figli il rifiuto di tutti i valori portanti che innervano l'esistenza. L'ombra di un fallimento economico. Il capestro strozzino degli usurai... che stanno alle porte.
Quante croci, di fronte alle quali il volto del Padre si oscura, come se fossero ostacoli ineluttabili anche per lui!
Ma ecco che Egli si muove a compassione di chi lo invoca, e corre a deporlo dalla croce, o a sostenerlo con tutto il suo carico.
Grazie, Trinità Santissima, per questo messaggio di luce, di speranza e di coraggio che ci trasmetti dalle croste di quelle pareti.
Io non so se tornerò più a Firenze, a contemplarti in questo mistero del Tuo «con-soffrire» con gli uomini.
Una cosa è certa: che continuerò a lottare, perché so che alle spalle ci sei Tu e che, quando per me incomberanno le ombre della notte, forse grazie anche all'af fresco del Masaccio, mi addormenterò tranquillo tra le Tue braccia.
(L'autore) Tonino Bello, Ti voglio bene - autore: Tonino Bello

No non t'avvicinare!

No non t'avvicinare!
E' meglio da lontano
Ch'io li ami e desideri i tuoi occhi
Solo quando si attende
Appare bella la felicità
E non cercata ci manda un suo cenno.
No non t'avvicinare!
E' molto più suadente
Questo fremito dolce di paura e d'attesa
Ed è molto più bello ciò che a lungo s'insegue
E il suo presentimento che ci turba
No non t'avvicinare!
Perchè farlo a che scopo?
Soltanto da lontano tutto splende
Come una stella,tutto
Ci incanta da lontano.
No,non avvicinarmeli i tuoi occhi.

desanka maksimovic

Lavoro

In questo momento di crisi credo che sia importante parlare di lavoro. Riscoprire cosa è la vita di un uomo, perchè la sua mancanza non sia la crisi della vita.

Allora un contadino disse:
Parlaci del Lavoro.


E lui rispose dicendo:
Voi lavorate per assecondare il ritmo della terra e l’anima della terra.
Poiché oziare è estraniarsi dalle stagioni e uscire dal corso della vita,
che avanza in solenne e fiera sottomissione verso l’infinito.

Quando lavorate siete un flauto
attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica.
Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e muta
quando tutte le altre cantano all’unisono? ( è forse questa mancanza di partecipazione all'armonia?)

Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.
Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra,
che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine.
Vivendo delle vostre fatiche,
voi amate in verità la vita. ( Non bisogna perdere questo amore per la vita)
E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo.

Ma se nella vostra pena voi dite
che nascere è dolore e il peso della carne una maledizione scritta sulla fronte,
allora vi rispondo:
tranne il sudore della fronte niente laverà ciò che vi è stato scritto. ( Non è maledizione, ma un mezzo per vincerla)

Vi è stato detto che la vita è tenebre
e nella vostra stanchezza voi fate eco a ciò che è stato detto dagli esausti.
E io vi dico che in verità la vita è tenebre fuorché quando è slancio,
E ogni slancio è cieco fuorché quando è sapere,
E ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro,
E ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore;
E quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi stessi,
con gli altri e con Dio.

E cos’è lavorare con amore?
È tessere un abito con i fili del cuore,
come se dovesse indossarlo il vostro amato.
È costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato.
È spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia,
come se dovesse goderne il frutto il vostro amato.
È diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito,
E sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi.

Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno:
“Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra,
è più nobile di chi ara la terra.
E chi afferra l’arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana,
è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi”.
Ma io vi dico,
non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno,
il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo filo d’erba;
E che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.

Il lavoro è amore rivelato.
E se non riuscite a lavorare con amore,
ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e,
seduti alla porta del tempio,
accettare l’elemosina di chi lavora con gioia.
Poiché se cuocete il pane con indifferenza,
voi cuocete un pane amaro,
che non potrà sfamare l’uomo del tutto.
E se spremete l’uva controvoglia,
la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino.
E anche se cantate come angeli,
ma non amate il canto,
renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte
.



Khalil Gibran (جبران خليل جبران o Jibrān Khalīl Jibrān) (Bsharri, 6 gennaio 1883 – New York, 10 aprile 1931) è stato un poeta, pittore e filosofo libanese.

Libanese di religione cristiano-maronita emigrò negli Stati Uniti; le sue opere si diffusero ben oltre il suo paese d’origine: fu tra i fondatori, insieme a Mikha’il Nu’ayma, dell’Associazione degli scrittori, punto d’incontro dei letterati arabi emigrati in America. La sua poesia venne tradotta in oltre 20 lingue, e divenne un mito per i giovani che considerarono le sue opere come breviari mistici. Gibran ha cercato di unire nelle sue opere la civiltà occidentale e quella orientale. Fra le opere più note: “Il Profeta” e “Massime spirituali“.

(Wikipedia)

Santa Maria, donna accogliente

Santa Maria, donna accogliente,
aiutaci ad accogliere la Parola
nell’intimo del cuore.
A capire, cioè, come hai saputo fare tu,
le irruzioni di Dio nella nostra vita.

Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto,
ma per riempire di luce la nostra solitudine.
Non entra in casa per metterci le manette,
ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Facci comprendere che Dio,
se ci guasta i progetti,
non ci rovina la festa;
se disturba i nostri sonni,
non ci toglie la pace.
E una volta che l’avremo accolto nel cuore,
anche il nostro corpo brillerà di luce.

Tonino Bello


"Per imparare le lezioni importanti nella vita
ogni giorno bisogna superare una paura".
Ralph Waldo Emerson
La paura si supera nell'abbraccio caldo della madre.

La croce quotidiana

Dio non ti dà mai una croce così pesante
che tu non la possa portare.
Soltanto l’uomo e la donna che sono stati
sottoposti alla prova potranno sperimentare
la gioia della battaglia vinta.
La tua salvezza passa anch’essa attraverso il
modo con cui avrai sopportato il peso
della prova su questa terra.
Fatti animo con la speranza che,
dopo la notte del dolore,
viene un nuovo giorno che
ha sapore di risurrezione.

Sérgio Jeremias de Souza

Tu puoi soltanto attendere

Il tempo è incerto. In bilico il sereno
e la pioggia. Ma nè l’uno nè l’altro
dipendono da te.
Tu puoi soltanto attendere, scrutando
segni poco leggibili nell’aria.
Ti affidi al desiderio
ascoltando il timore. Le tue mani
sono pronte a difendersi e ad accogliere.
Così non sai quando Dio ti prepari
una gioia o un dolore e tu stai quasi
origliando alla porta del suo cuore,
senza capire come sia deciso
da quell’unico amore,
lo splendore del riso o delle lacrime

Renzo Barsacchi (Marinaio di Dio)

UN "SASSOLINO" !


“...Io sono ignorante,

ma ho letto qualche libro e mi son fatto un’idea...

e cioè che non c’è niente al mondo che non serve…

lo vedi questo sassolino?

Ecco, anche questo sassolino serve a qualcosa.

Io non lo so a che cosa serve…

se uno sapesse tutto,

quando si nasce, quando si muore, sarebbe Dio…

io non lo so a che cosa serve questo sasso, ma serve.

Perché se non serve questo sasso,

non servono neanche le stelle...”.

dal film “La Strada” di Federico Fellini

La tribolazione ci distacca dalle cose da nulla
in cui ci esauriamo e moriamo.
Per questo, la tribolazione ci dà la vita e l'amaiamo,
non per amore della morte,
ma per amore della vita.
Fa' allora che io ritiri tutto il mio amore
dalle cose sparse, vane-
il desiderio di essere letto e lodato,
di essere un insegnante di successo
elogiato dai miei studenti,
o di vivere comodamente in qualche bel posto-
e fa' che io ponga ogni cosa in Te,
dove prenderà radici e vivrà,
invece di esaurirsi nella sterilità.
Thomas Merton, Pensieri nella solitudine, Milano 1959

La vera pietà porta alla decisione di agire

La vera pietà porta alla decisione di agire, di darsi da fare per cercare di dare sollievo, magari nel piccolo, a chi sta soffrendo.Inoltre penso che pietà sia anche muoversi con delicatezza, non intesa come scarsa determinazione, ma come attenzione a tutte le posizioni, sensibilità e diplomazia, nella convinzione che tutta la verità non è mai da una parte sola.Concludo tornando all'origine della missionarietà: la decisione di agire. Mi viene alla mente lo splendido brano di Barricco, quando Novecento, il pianista che non era mai sceso dalla nave su cui suonava, è fermo in cima alla scaletta, indeciso se scendere o stare.
"Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche solo le strade,
ce n'erano a migliaia,
come fate voi laggiù a sceglierne una
A scegliere una donna
Una casa,
una terra che sia la vostra,
un paesaggio da guardare,
un modo di morire
Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n'è
Non avete mai paura voi di finire in mille pezzi
solo a pensarla quell'enormità, solo a pensarla?
A viverla...
Io sono nato su questa nave.
E qui il mondo passava,
ma a duemila persone per volta.
E di desideri ce n'erano anche qui,
ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa.
Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato così.
La terra,
quella è una nave
troppo grande per me.
E un viaggio troppo lungo.
E una donna troppo bella.
E un profumo troppo forte.
E una musica che non so suonare.
Perdonatemi.
Ma io non scenderò.
Lasciatemi tornare indietro."
Penso sia ora di scendere dalla scaletta...

Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.(Gv 16,2)

Vieni, Spirito Santo, difensore di coloro che appartengono a Cristo, loro testimone nei nostri cuori, riempi la nostra vita con la sua presenza, affinché, quando la nostra fede si sentirà minacciata, il dubbio invaderà il nostro spirito, o la diserzione s'insinuerà come una tentazione, possiamo partecipare alla vittoria di colui che ci ha detto: "Abbiate fiducia; io ho vinto mondo" (Gv 16,33).
Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.(Gv 16,2)
La sua missione non è tanto di ispirare i discepoli di modo tale che si sappiano difendere davanti ai tribunali (cf. Mt 10,20), ma di preservarli quando la loro fede sarà messa alla prova. Davanti all'ostilità del mondo, i discepoli di Gesù saranno esposti allo scandalo, sentiranno la tentazione di disertare, proveranno il dubbio, lo scoraggiamento. Ed è in questo preciso momento che lo Spirito di verità interverrà: darà testimonianza di Gesù nel cuore dei suoi discepoli, li confermerà nella fede e li inviterà a rimanere fedeli nella prova. In questo modo anch'essi "renderanno testimonianza" di Gesù.
Il retto modo di agire ha come fondamento un retto modo di pensare. Ritorniamo, se già non lo facciamo, alla saggia pratica della meditazione frequente della Parola di Dio. Questa pratica contribuirà a formarci una mentalità di fede sempre più ricca e ortodossa; di conseguenza anche il nostro modo di agire diverrà più coerente con il messaggio che andiamo predicando agli altri.

domenica 9 maggio 2010

Il Dio in cui non credo ....

Il Dio in cui non credo ....

è la mia parola di fede semplice e

onesta per i miei amici "non credenti":

Si,io non crederò mai

nel Dio che sorprenda l'uomo in un peccato di debolezza,

nel Dio che condanni la materia,

nel Dio incapace di dare una risposta sincera ai problemi

gravi di un uomo sincero e onesto che dice piangendo "non posso"

nel Dio che ami il dolore,

nel Dio che metta la luce rossa alle gioie umane,

nel Dio che sterilizza la ragione dell'uomo,

nel Dio che benedica i nuovi Caini dell'umanità,

nel Dio mago e stregone,

nel Dio che si faccia temere,

nel Dio che non si lasci dare del tu,

nel Dio che si faccia monopolio di una chiesa,d

i una razza,di una cultura,di una casta,

nel Dio che non abbia bisogno dell'uomo,

nel Dio lotteria con cui si vinca solo a sorte,

nel Dio arbitro che giudichi sempre con il regolamento alla mano,

nel Dio solitario,incapace di sorridere,

nel Dio che giochi a “condannare”,che “mandi all'inferno” ,

che non sappia aspettare

nel Dio capace di essere spiegato da una filosofia,

nel Dio che adorano quelli che sono capaci di condannare un uomo

nel Dio incapace di amare quello che molti disprezzano,

nel Dio incapace di perdonare tante cose che gli uomini condannano

nel Dio incapace di redimere la miseria,

nel Dio incapace di capire i bambini devono insudiciarsi

e sono smemorati,

nel Dio che impedisca all'uomo di crescere di conquistare

di trasformarsi di superarsi fino a farsi “quasi un Dio”,

nel Dio che esiga dall'uomo, perchè creda,di rinunciare ad essere uomo,

nel Dio che non accetti una sedia nelle feste umane,

nel Dio capito soltanto dai maturi,i sapienti i sistemati

nel Dio che non è temuto dai ricchi alla cui porta

sta la fame e la miseria

nel Dio capace di essere accettato e compreso dagli egoisti

nel Dio onorato da quelli che vanno a messa e continuano

a rubare e calunniare

nel Dio che non sappia scoprire qualcosa della sua bontà

della sua essenza là dove vibra un amore sbagliato

nel Dio a cui piaccia la beneficenza di chi non pratica la giustizia

nel Dio per cui è il medesimo peccato compiacersi alla vista

di due belle gambe distrarsi nelle preghiere calunniare il prossimo

frodare del salario gli operai o abusare del potere

nel Dio che condanni la sessualità,

nel Dio del "me la pagherai"

nel Dio che si penta qualche volta di avere regalato la libertà all'uomo

nel Dio che preferisca l'ingiustizia al disordine,

nel Dio che si accontenta che l'uomo si metta in ginocchio

anche se non lavora

nel Dio muto e insensibile nella storia di fronte ai problemi

angosciosi dell'umanità che soffre

nel Dio a cui interessino le anime e non gli uomini

nel Dio morfina per il rinnovamento della terra e speranza s

olo per la vita futura

nel Dio che crei discepoli che disertano i compiti del mondo

e sono indifferenti alla storia dei loro fratelli

nel Dio di quelli che credono di amare dio perchè non amano nessuno

nel Dio che è difeso da quanti non si macchiano mai le mani,

non si affacciano alla finestra,non si gettano nell’acqua

nel Dio a cui piacciano quelli che dicono sempre “tutto va bene”

nel Dio di quelli che pretendono che il sacerdote cosparga

di acqua benedetta i sepolcri imbiancati delle loro sporche manovre

nel Dio che predicano i preti che credono che l'inferno è pieno

e il cielo quasi vuoto

nel Dio di quelli che pretendono che si possa criticare tutto

e tutti all’infuori di loro

nel Dio che giustifica la guerra,

nel Dio che ponga la legge al di sopra della coscienza,

nel Dio che sostenga una chiesa statica incapace di purificarsi

di perfezionarsi di evolversi

nel Dio dei preti che hanno una risposta prefabbricata per tutto

nel Dio che neghi all'uomo la libertà di peccare,

nel Dio che non continui a scomunicare i nuovi farisei della storia

nel Dio che non sappia perdonare i peccati

nel Dio che preferisca i ricchi

nel Dio che causi il cancro,che invii la leucemia,che renda

sterile la donna,che si porti via un padre di famiglia

nel Dio che possa essere pregato solo inginocchio,

che si possa incontrare solo in chiesa

nel Dio che non salvi quanti non lo hanno conosciuto

ma che lo hanno desiderato e cercato

nel Dio che mandi all'inferno il bambino dopo il suo primo peccato

nel Dio che non dia all’uomo la possibilità di potersi condannare

nel Dio per cui l'uomo non sia la misura di tutto il creato

nel Dio che non vada incontro a chi lo ha abbandonato,

nel Dio incapace di far nuove tutte le cose

nel Dio che non abbia una parola diversa personale

propria per ciascun individuo

nel Dio che non abbia mai pianto per gli uomini,

nel Dio che non sia la luce,

nel Dio che preferisca la purezza all'amore,

nel Dio insensibile di fronte a una rosa

nel Dio che non possa scoprirsi negli occhi di un bambino

o di una bella donna o di una madre che piange

nel Dio che non sia presente dove vibra l'amore umano

nel Dio che si sposi con la politica

nel Dio di quanti pregano perchè gli altri lavorino

nel Dio che non possa essere pregato al mare,

nel Dio che non si riveli a colui che lo desidera onestamente

nel Dio che distrugga la terra e le cose che l'uomo ama di piu',

invece di trasformarle

nel Dio che non abbia misteri che non fosse piu' grande di noi,

nel Dio che per renderci felici ci offra una felicità separata

dalla nostra natura umana

nel Dio che annichilisca per sempre la nostra carne invece

di risuscitarla

nel Dio per cui gli uomini valgono non per ciò che sono

ma per ciò che hanno o che rappresentano

nel Dio che accetta come amico chi passa per la terra senza

far felice nessuno

nel Dio che non possegga la generosità del sole che bacia

quando tocca i fiori e il concime

nel Dio incapace di divinizzare l'uomo facendolo sedere

alla sua tavola e dandogli la sua eredità

nel Dio che non sappia offrire un paradiso in cui non

ci sentiamo fratelli e in cui la luce non venga solo dal sole

e dalle stelle ma sopratutto dagli uomini che amano

nel Dio che non sia l'amore e che non sappia trasformare

in amore quanto tocca

nel Dio che abbracciando l'uomo già qui sulla terra

non sappia comunicargli il gusto ,la gioia,il,piacere la dolce

sensazione di tutti gli amori umani messi insieme

nel Dio incapace di innamorare l'uomo

nel Dio che non si sia fatto vero uomo con tutte le sue conseguenze

nel Dio che non sia nato dal ventre di una donna

nel Dio che non abbia regalato agli uomini la sua stessa madre

nel Dio nel quale io non possa sperare contro ogni speranza.

SI IL MIO DIO e' L'ALTRO

Dal "Dio in cui non credo" di JUAN ARIAS