martedì 11 maggio 2010

Perché, o Signore

Perché, o Signore,
mi risulta tanto difficile
tenere il mio cuore rivolto a te?
Perché la mia mente
se ne va raminga in mille direzioni,
e perché il mio cuore
desidera cose che mi portano fuori strada?
Fammi sentire la tua presenza
in mezzo alle mie mille agitazioni.
Il mio corpo stanco,
la mia mente confusa
e la mia anima inquieta,
prendili tra le tue braccia
e dammi un po' di riposo,
un semplice quieto riposo.
(Henri J.M. Nouwen, Preghiere dal silenzio)

IL SILENZIO

Le anime che pregano sono anime del gran silenzio.
Abbiamo bisogno di trovare Dio e
non lo si può trovare nel rumore e nell’agitazione.
Dio è amico del silenzio.
Osservate la natura:
gli alberi, i fiori, l’erba crescono in silenzio.
Osservate le stelle, la luna e il sole:
si muovono in silenzio.
La nostra missione non è quella di portare Dio al povero che vive nelle aree più povere?
Non un Dio morto,
ma un Dio vivente,
un Dio amoroso.
Più noi riceviamo nella preghiera silenziosa e
più possiamo donare nella nostra vita attiva.
Abbiamo bisogno di silenzio per poter toccare le anime.
La cosa essenziale non è cosa noi diciamo,
ma cosa Dio dice a noi e attraverso noi.
Tutte le nostre parole saranno inutili
se non vengono dall’interiore.
Le parole che non portano la luce di Cristo
aumenteranno l’oscurità.
(Madre Teresa di Calcata)

Non c'è solitudine senza silenzio.
Il silenzio è talvolta tacere,
ma è sempre ascoltare.
Un'assenza di rumore che fosse vuota
della nostra attenzione alla parola di Dio
non sarebbe silenzio.
Una giornata piena di rumori, piena di voci,
può essere una giornata di silenzio
se il rumore diventa per noi l'eco della presenza di Dio,
se le parole sono per noi messaggi e sollecitazioni di Dio.
Quando parliamo di noi stessi,
quando parliamo tra noi,
usciamo dal silenzio.
Quando ripetiamo con le nostre labbra
gli intimi suggerimenti della Parola di Dio
nel profondo di noi stessi,
lasciamo il silenzio intatto.
Il silenzio non ama la confusione delle parole.
Sappiamo parlare o tacere,
ma non sappiamo accontentarci delle parole necessarie.
Oscilliamo senza posa tra un mutismo che affossa la carità
e una esplosione di parole che svia la verità.
Il silenzio è carità e verità.
Esso risponde a colui che chiede qualcosa,
ma non dà che parole cariche di vita.
Il silenzio, come tutti gli impegni della vita,
ci induce al dono di noi stessi
e non ad un'avarizia mascherata.
Ma esso ci tiene uniti per mezzo di questo dono.
Non ci si può donare quando ci si è sprecati.
Le vane parole di cui rivestiamo i nostri pensieri
sono un continuo sperpero di noi stessi.
"Vi sarà chiesto conto di ogni parola".
Di tutte quelle che bisognava dire
e che la nostra avarizia ha frenato.
Di tutte quelle che bisognava tacere
e che la nostra prodigalità avrà seminato
ai quattro venti della nostra fantasia o dei nostri nervi.
(Madeleine Delbrel, Noi delle strade)

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