sabato 11 gennaio 2014

i tuoi segni: nell'esultanza che accompagna ogni sconfitta del male, nella fermezza che vince la prevaricazione, nella tenerezza che si prende cura di ogni debolezza.i tuoi segni: nell'esultanza che accompagna ogni sconfitta del male, nella fermezza che vince la prevaricazione, nella tenerezza che si prende cura di ogni debolezza.

11 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Spirito benedetto e santo,
io so che tu accogli il gemito di ogni creatura
resistendo a ogni falsa sapienza,
a ogni prevaricazione delle potenze.
So che la tua premurosa ispirazione ci persuade alla speranza
e la tua splendida energia ci risolleva da ogni prostrazione.
Il mio cuore esulta pensando
che la dignità dell'uomo e la bellezza del mondo
sono oggetto della tua ostinata fedeltà
e della tua inesauribile cura.
Io confido nella forza della tua protezione
e con ogni timore e tremore spero nella potenza del tuo riscatto
per il tempo dell'uomo e della donna.
Io ho imparato da te
che un tempo libero dal male e protetto dal maligno
è reso accessibile per ognuno soltanto dall'amore
e dalla fedeltà che lo accompagna.
La qualità della vita che vi si schiude
è decisa dall'apertura del cuore alla tua sapienza.
So che questo tempo è vicino, è qui.
Già ora esso preme affettuosamente su di noi
nella contemplazione dei tuoi segni:
nell'esultanza che accompagna ogni sconfitta del male,
nella fermezza che vince la prevaricazione,
nella tenerezza che si prende cura di ogni debolezza.
Nell'esperienza del Figlio crocefisso
che si ripete per tutti coloro
che sono perseguitati a causa della giustizia
e nella certezza del Risorto che si tramanda
mediante l'opera dei discepoli che edificano la Chiesa,
io ne ricevo una conferma decisiva.
La moltiplicazione del male non ha futuro,
la mediocrità interessata non ha speranza
di poter prolungare la sua sopravvivenza
a spese dei puri di cuore, degli operatori di pace,
degli appassionati per la giustizia;
e con essa, ogni egoismo religioso chiuso nel proprio privilegio
ogni parassitismo economico chiuso nel proprio benessere
ogni calcolo politico chiuso nel proprio dominio.

Tutto ciò deve essere consumato
nel fuoco dell'ira di Dio
nell'incandescente purezza
dell'amore crocefisso di Gesù.
Io so, Signore,
che il popolo delle Beatitudini
e la schiera dei testimoni fedeli
saranno infine risarciti dal tempo delle lacrime,
e tu sarai tutto in tutti nella pienezza del Regno.

venerdì 10 gennaio 2014

Ragioni e pretesti che sono come pietre tombali per chiudere il cuore dentro un sepolcro di solitudine

10bis  preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Ogni giorno tuttavia scorgo i segni drammatici
di questa spirale perversa:
nell'avidità che requisisce i beni della terra,
abusa del potere e della ricchezza
e in molti modi condanna a morte l'altro uomo
con pretestuose ragioni.
Ragioni e pretesti che essa trae, per giustificarsi
da ogni dove:
dalla storia e dalla scienza,
dalla politica e dall'economia,
dalle filosofie e dalle religioni.
Ragioni e pretesti che sono come pietre tombali
per chiudere il cuore dentro un sepolcro di solitudine.
Signore, che io non resti confuso in eterno!
Io so, mio Dio,
che la tua giustizia è il principio stesso
della differenza radicale tra bene e male
e la sua ferma custodia è a protezione e riscatto
di ogni amore ferito, di ogni debolezza sopraffatta.
Il tuo tempo, Signore,
è il tempo in cui la differenza del bene e del male,
del santo e del laido, del bello e dell'orribile,
si afferma a favore dell'uomo.
Ogni tempo esercitato nella sua negazione
è invece estraneo alla tua giustizia
così come al compimento del nostro desiderio.
Esso è destinato a rimanere,
nello spirito e nella carne,
il tempo duramente trafitto da un desiderio bruciante
che rimane separato dal proprio compimento.
In esso è infinitamente rappresentata e ripetuta
proprio la figura della morte che ci fa più paura;
quella che le Scritture chiamano "seconda morte".
E' il tempo di un'esistenza "infinitamente perduta"
che non va augurata a nessuno.
Salvaci Signore, dalla seconda morte!

giovedì 9 gennaio 2014

Senza solitudine noi rimaniamo vittime della nostra società e continuiamo a rimanere prigionieri delle illusioni del falso io.


La solitudine è la fornace della trasformazione. Senza solitudine noi rimaniamo vittime della nostra società e continuiamo a rimanere prigionieri delle illusioni del falso io. Gesù stesso è entrato in questa fornace. Qui fu tentato con le tre imposizioni del mondo: essere legato al contingente («Trasforma queste pietre in pani»), essere spettacolare («Gettati giù»), essere potente («Ti darò tutti i regni del mondo»). Qui egli affermò Dio come la sola fonte della sua identità («Adora il Signore Dio tuo e servi lui solo»). La solitudine è il luogo della grande lotta e del grande incontro: la lotto contro le imposizioni del falso io e l’incontro con un Dio amorevole che offre se stesso come sostanza del nuovo io… La solitudine non è un luogo terapeutico privato. È piuttosto un luogo di conversione, il luogo dove muore il vecchio io e nasce il nuovo io, il luogo dove avviene la manifestazione del nuovo uomo e della nuova donna. Nella solitudine mi sbarazzo della mia impalcatura: niente amici con cui parlare, niente telefonate da fare, niente incontri a cui partecipare, niente musica per svagarmi, niente libri per distrarmi, solo io – nudo, vulnerabile, debole peccatore, spoglio, spezzato – , un nulla. È questo nulla che devo affrontare nella mia solitudine, un nulla così spaventoso che tutto in me vorrebbe rifugiarsi negli amici, nel lavoro e nelle distrazioni, per poter dimenticare il mio nulla e darmi l’illusione che valgo qualcosa. Ma questo non è tutto. Appena decido di ritirarmi in solitudine, pensieri confusi, immagini disordinate, fantasia tumultuose e associazioni sconnesse e bizzarre mi saltano alla mente come scimmie su un albero di banane… il compito è perseverare nella mia solitudine, rimanere nella mia cella finché tutti i visitatori che vogliono sedurmi si stanchino di bussare alla porta e mi lascino solo… È  la lotta per morire al falso io. Questa lotta va però al di là, molto al di là delle nostre forze. Chi vuole combattere i demoni soltanto con le proprie armi è uno stolto… soltanto Cristo può vincere le potenze del male. Solo in Lui e attraverso di Lui possiamo sopravvivere alle prove della nostra solitudine… Giungendo a comprendere che non siamo noi che viviamo, ma che Cristo vive in noi, che egli è il nostro vero io, possiamo lasciare lentamente che le nostre compulsioni si sciolgano e cominciamo a sperimentare la libertà dei figli di Dio… Dobbiamo forgiarci il nostro deserto personale, dove possiamo ritirarci ogni giorno, liberarci dalle nostre costrizioni e dimorare alla dolce presenza del nostro Signore… La solitudine non è semplicemente un mezzo per raggiungere un fine. La solitudine è il nostro fine. È il luogo dove Cristo rimodella noi a sua immagine e ci libera dalle costrizioni del mondo che ci tengono schiavi. La solitudine è il luogo della nostra salvezza.

Da “La via del cuore” di Henri J.M. Nouwen

mercoledì 8 gennaio 2014

Non riesco a vedere un tempo più perduto di quello che impiego per resistergli

10 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Davvero, mio Signore,
non mi è possibile pensare
ad alcuna buona ragione per respingere il tuo vangelo.
Non riesco a vedere un tempo più perduto
di quello che impiego per resistergli.
I segni della sua Verità sono semplici
trasparenti alla portata di tutti:
i ciechi vedono, gli zoppi camminano,
i prigionieri sono sciolti, per i peccatori c'è riscatto,
ai poveri viene comunicata una buona notizia.
Non riesco a immaginare nessuno che possa sentirsi escluso:
per quanto ferita, sbagliata, marginale possa apparire
la sua vita ai suoi stessi occhi.
A meno che esista un essere umano che,
fino all'ultimo, resista con violenza alla sola idea
che tu abbia un tempo anche per l'altro
che egli non ama,
che si opponga fieramente all'eventualità
di dover condividere i beni della vita
con coloro che tu chiami all'esistenza,
che ritenga che in te non c'è riscatto,
redenzione, perdono.
A meno che un uomo o una donna
non intendano in alcun modo farsi persuadere
dall'icona del Figlio, innocente e ucciso
e ne traggano argomento di sfida indirizzata allo Spirito
contro ogni possibilità di dimostrare
- in qualche luogo e in qualche tempo -
la radicale differenza del bene e del male.
Prospettiva terribile sopra ogni altra,
questa;
perché nella coscienza che si lasci plasmare da tale peccato
ogni varco si chiude e ogni tempo è perduto.
Mi rendo conto che c'è qualcosa di terribile
nelle conseguenze di una tale intolleranza e incredulità.

martedì 7 gennaio 2014

realizzare in me, pienamente, il nome nuovo che da sempre mi hai dato


9 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Tu sai Signore e Padre mio,
che voglio abbandonare a te la mia vita e la mia morte,
come Gesù.
Ma tu sei la purezza assoluta,
la luce che illumina ogni angolo oscuro del mio cuore,
ogni angolo che non si apre a te nella vigilanza,
che resta prigioniero del tempo
e della frustrazione.
Così dopo la morte, mi darai ancora
qualche altro misterioso tempo
diverso da quello terreno
per realizzare in me, pienamente,
il nome nuovo che da sempre mi hai dato,
la condizione di figlio che sola mi permetterà
di chiamarti - guardandoti negli occhi - "Padre".
Vado incontro con pace
a questo tempo di purificazione, senza angoscia
sapendo che mi ami
nell'unico desiderio di presentarmi a te
con la veste bianca delle nozze.
Ci vado incontro con sollievo
perché esso mi libera dall'ossessione di una perfezione assoluta
rimettendo tutto me stesso e quel poco che ho fatto
e il molto che non ho fatto
al tuo amore purificatore.

lunedì 6 gennaio 2014

il segno splendente del tuo amore è infine il gesto che conferisce al nostro ingresso nel tempo infinito della vita la forma della scelta

Nessuno mi può riconciliare fino in fondo con la verità del mio cuore come fa il tuo giudizio. Supero così il pregiudizio di una debolezza senza  scampo e imparo a non invidiare quelli che prevaricano.
Confido nel giudizio di Dio fino a sentirlo come mia forza e mia roccia che mi salva dall'apprezzamento delle cose false quali l'invidia per chi è potente ha fortuna nelle ricchezze passeggere?

8 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

Veramente, Signore,
il tuo giudizio ci libera dal peso
di ogni insuperabile fraintendimento
di ogni parziale apprezzamento
di ogni limitata prospettiva.
Nessuno, nemmeno le persone che più ci hanno amato
possono riconciliarci fino in fondo
con la verità del nostro cuore.
Neppure alle persone che più amiamo,
noi stessi possiamo assicurare la gioia
di una perfetta comprensione
di un totale apprezzamento.
Ma il segno splendente del tuo amore
è infine il gesto che conferisce
al nostro ingresso nel tempo infinito della vita
la forma della scelta,
pur sollevandoci dal peso insopportabile di doverci pronunciare
con perfetta padronanza sulla verità delle cose
e sull'assoluta differenza del bene e del male.
Così la dignità dell'esistenza
che tu ci hai destinato è custodita intatta
e l'ossessione dell'umano pregiudizio
di una debolezza senza scampo
è per sempre allontanata.
Nessuno è condannato alla propria debolezza,
né alcuno è premiato dall'astuzia della sua prevaricazione
come avviene tra gli uomini.

domenica 5 gennaio 2014

il tuo sguardo infallibile e sicuro farà lievitare la coscienza fino alla sua verità infinita


E' la fede nel tuo vangelo che tramuta in speranza ogni mia angoscia, che è mio sostegno e consolazione. Da te ricevo conforto, tranquillità, sicurezza, pace come un bimbo svezzato in braccio a sua madre. 
Riesco a capire che è solo se mi rimetto allo sguardo di Gesù trovo la luce di capire, di apprezzare il valore di ogni gesto, di ogni parola, di ogni simbolo, di ogni affetto, di ogni legame che vivo?

7 preghiera-esame di coscienza sul tempo
di Carlo Maria Martini tratta dalla lettera pastorale "Sto alla porta" 1992- 94

In verità, Signore,
l'evangelo della giustizia di Dio
è il mio sostegno e la mia consolazione.
La mia incredulità teme il tuo giudizio,
ma la fede che tu mi doni nel tuo amore per me
scioglie nella speranza ogni angoscia dell'anima.
La certezza che tu solo abbia l'ultima parola
sulle vere inclinazioni del mio cuore
mi conforta.
La limpidezza del tuo sguardo mi tranquillizza,
la comprensione della tua mente mi rassicura,
l'umanità della tua condivisione mi dà pace.
E' bello pensare 
che in fondo a questa parabola di iniziazione
alla vita eterna che tu mi hai destinato,
il tuo sguardo infallibile e sicuro
farà lievitare la coscienza fino alla sua verità infinita
rendendola per noi accessibile in ogni direzione,
e consentendoci di capire, di apprezzare il valore di ogni gesto,
di ogni parola, di ogni simbolo,
di ogni affetto, di ogni legame.