sabato 2 febbraio 2013

non ho altri che te nella mia vita

TU SEI I MIEI GIORNI
Signore Gesù,
Tu sei i miei giorni,
non ho altri che te
nella mia vita.
Quando troverò
un qualcosa
che mi aiuta,
te ne sarò immensamente grato;
però Signore,
quand’anche io fossi solo,
quand’anche non ci fosse nulla
che mi dà una mano,
non ci fosse neanche
un fratello di fede
che mi sostiene,
Tu, o Signore, mi basti,
con Te ricomincio da capo.
Tu mi basti, Signore:
il mio cuore,
il mio corpo, la mia vita,
nel suo normale modo di vestire,
di alimentarsi, di desiderare
è tutta orientata a Te.
Io vivo nella semplicità
e nella povertà di cuore;
non ho una famiglia mia,
perché Tu sei la mia casa,
la mia dimora, il mio vestito,
il mio cibo,
Tu sei il mio desiderio.

DON LUIGI SERENTHÀ
da Tu sei i miei giorni,
Àncora, Milano 1996

giovedì 31 gennaio 2013

Come sei sola, o Maria, fra gli uomini da quando un Angelo ti ha visitata!


MARIA, MISTERO DI SILENZIO 
Lasciami o Maria, entrare un momento
nel mistero della tua anima.
O piuttosto, lascia che ci raccogliamo
sulla soglia.
Poiché Tu non sei
di quelle che parlano di sé
ad ogni passante.
Tremante per la grazia che ti era stata fatta,
te la serrasti nel tuo cuore.
Come sei sola, o Maria, fra gli uomini
da quando un Angelo ti ha visitata!
A lungo forse tu hai cercato
verso chi andare.
L'Angelo aveva pronunciato un nome: Elisabetta.
Allora Tu corresti
alle montagne della Giudea.
Vi è una casetta nella valle profumata,
dove il mandorlo fiorisce.
Elisabetta ti attendeva.
E dai vostri cuori salì un canto che il cielo accolse.
L'anima veramente umile trova semplice
quello che Dio fa.
Essa sa che tutto ciò che Dio le annunzia è grazia,
e lo crede.
Ma sa anche quali grandi cose
sono state fatte in Lei,
e lo dice. 
Così Maria:
«Tutte le generazioni mi chiameranno beata».
Parole misteriose sulle labbra
di questa donna umile.
Parole veraci: i secoli l’hanno confermato.
Maria, quanto discreta e segreta fu la tua vita! 
SUZANNE DE DIETRICH
da Maria, mistero di silenzio
in Maria. Testi teologici e spirituali
dal I al XX secolo
Mondadori, Milano, 2000 pp. 832-833

mercoledì 30 gennaio 2013

È bella e terribile la terra. Io ci sono nato quasi di nascosto


GESÙ E LA TERRA DEGLI UOMINI 
Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
È solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te
ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell’uomo, gli alberi, gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio
che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini
oppure troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.
Padre, non giudicarlo
questo mio parlarti umano quasi delirante,
accoglilo come un desiderio d’amore,
non guardare alla sua insensatezza.
Sono venuto sulla terra per fare la tua volontà
eppure talvolta l’ho discussa.
Sii indulgente con la mia debolezza, te ne prego.
Quando saremo in cielo ricongiunti nella Trinità
sarà stata una prova grande
ed essa non si perde nella memoria dell’eternità.
Ma da questo stato umano d’abiezione
vengo ora a te, comprendimi, nella mia debolezza.
Mi afferrano, mi alzano alla croce
piantata sulla collina,
ahi Padre, mi inchiodano le mani e i piedi.
Qui termina veramente il cammino.
Il debito dell’iniquità è pagato all’iniquità.
Ma tu sai questo mistero. Tu solo.
MARIO LUZI
da La Passione. Via Crucis al Colosseo
Garzanti, Milano, 1999, pp. 59-60

martedì 29 gennaio 2013

Perdo pezzi


PREGHIERA DELL'ANZIANO 
Perdo pezzi
e tu li raccogli
alle spalle, Signore,
tu Dio dell’orfano
e della vedova,
tu Dio dei frammenti,
tu hai compassione
del non intero,
dei pezzi di pane avanzati,
tu che non vuoi
che si perda nessuno.
Perdo pezzi di voce
e di occhi,
di memoria e di cuore.
Dietro alle spalle
tu ti chini e raccogli. 
DON ANGELO CASATI

lunedì 28 gennaio 2013

Ma se dai po’ un d’amore Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te


DAI UN PO’ D’AMORE
Beh so che la mia morte non arriverà
Finché non espirerò tutta l’aria dai polmoni
Finché la mia canzone finale non sarà cantata
Che tutto è fugace
Sì, ma tutto è buono
E il mio amore è tutto il mio essere
E ho condiviso quello che ho potuto
http://testitradotti.wikitesti.com/
Ma se dai  un po’ d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuore
Sì, se dai po ’d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuoreBeh il mio cuore è più grande della terra
E anche se la vita è
Ciò che gli diede per prima amore
La vita non è tutto ciò che vale
Perchè la vita è fugace
Sì, ma io ti amo
E il mio amore ti circonda come un etere
In tutto quello che fai
Ma se dai po’ d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuore
Sì, se dai po ’d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuore
Sì, se dai po ’d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuore
Sì, se dai po ’d’amore
Puoi ricevere un po’ d’amore tutto per te
Non spezzare il suo cuore
Beh, se sei (ciò che ami)
E fai (ciò che ami)
Io sarò sempre il sole e la luna per te
E se condividi (con il tuo cuore)
Sì, dai (con il tuo cuore)
Quello che condividi con il mondo
È quello che esso conserva di te

domenica 27 gennaio 2013

non si fa esperienza

Caro Padre,
don Lorenzo m'ha detto che avete leticato per via di me. M'ha detto che io la perdoni perché a star sempre in convento,
 oppure a confessar gente che non si conosce, non si fa esperienza.Io la perdono perché ormai son vicino alla Chiesa e ho capito che gli sbagli voialtri preti spesso non li fate per interesse, ma solo perché non sapete i nostri fatti del lavoro.
Però, come dice don Lorenzo, è un po' anche colpa nostra.
Bisognava che vi fossimo stati sempre intorno e riempirvi il capo dalla mattina alla sera della nostra vita.
Allora il cuore ve l'avremmo girato tutto per noi, perché anche voi non l'avete mica di sasso, e a tirar per i signori come avete fatto non ci avete mica interesse.
Lontan dagli occhi lontan dal cuore, diceva la mia nonna.

da Esperienze pastorali di Don Milani