sabato 2 luglio 2011

Perché mai dovrei correre alla fermata dell’autobus?


nell'articolo di Magris si legge:
Si hanno sempre più ragioni per desiderare che il tempo passi in fretta, che oggi sia già domani, che il futuro sia già arrivato, recando le risposte e le cose che si attendono ansiosamente e in tal modo si vive non per vivere ma per aver già vissuto, per essere sempre più vicini alla morte. Si viene scagliati come proiettili nel futuro, nella vita che ha sempre ancora da venire e non c’è veramente mai, mentre il presente ci viene strappato sotto i piedi come un tappeto.
da il"il domenicale", supplemento culturale del quotidiano Il Sole 24 Ore.

mi farà USCIRE dalla TANA, come una MUSICA

Antoine de Saint-Exupéry

"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome NON ESISTONO MERCATI DI AMICI, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" [...] Ma se tu mi addomestichi la mia vita,sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno NASCONDERE SOTTO TERRA. Il tuo, mi farà USCIRE dalla TANA, come una MUSICA.

‘tenere in ordine’ il proprio io... capace di Bell'amore... non giocare con il sesso


«La visione cristiana lega l’amore alla bellezza. Il libro del Siracide parla di ‘bell’amore’. In tal modo il cristianesimo ha la pretesa di intercettare una delle dinamiche fondamentali della vita dell’uomo». Questo il passaggio centrale della proposta di Angelo Scola: «Se correttamente intesa, la castità si rivela inscritta nella struttura stessa del desiderio come la virtù che regola la vita sessuale rendendola capace del Bell’amore. Casto è l’uomo che sa ‘tenere in ordine’ il proprio io. Lo libera da un erotismo apertamente rivendicato e vissuto, fin dall’adolescenza, in forme sempre più contrattuali e senza pudore».
 Una parola simile venuta dal cardinale Martini: «Soltanto promuovendo efficacemente la castità per il Regno di Dio (che è per ogni uomo e donna, e consiste nel dominare gli istinti sessuali nel quadro della propria vocazione) noi ridurremo gli spazi del pericolosissimo giocare con il sesso».

bisogno di tempi lunghi e appropriati, di relazione e comunicazione efficace


La prevenzione ha bisogno di tempi lunghi e appropriati, di relazione e comunicazione efficace, non è mai un inter-vento last minute: ecco una mappa di consigli e regole educative per non essere il genitore della “raccomandazione sulla soglia di casa”.
Stategli vicino.
Amatelo con continuità e garantitegli sempre presenza, affetto e tempo, perché laprevenzio-ne dei comportamenti a rischio comincia dai primi momenti di vita. Molti genitori sentono suonare i campanelli d’allarme quando i figli vanno alla scuola superiore e cominciano a manifestare comportamenti tipici della preadolescenza.
Parlate di tutto.
Create occasioni di conversazione con lui anche su temi difficili da affrontare sin da quando è piccolo. Droga, sesso su Internet, alcol e guida pericolosa: su que-sti temi spesso i genitori non hanno alcuna esperienza di conversazione con i propri figli. È fondamentale che mamma e papà sappiano che è di capitale importanza affrontare presto questi temi senza aspettare l’età dell’adolescenza (quando a volte sono pro-posti sotto forma di prediche sgradite). Fin dalla scuola pri-maria i bambini vivono nel mondo, ne assorbono i temi, i problemi, le parole, gli aspetti controversi. Ascoltano le no-tizie della cronaca, percepiscono l’intensità emotiva con cui certe questioni vengono discusse, magari sottovoce, dai ge-nitori durante il telegiornale. Per questo devono essere loro, con l’azione congiunta degli insegnanti a scuola, a prendere per mano i propri figli e a dialogare di temi scomodi, su cui le mamme e i papà di un tempo non sapevano trovare le parole.
Chiaritevi le idee.
Non abbiate timore a comunicare i vostri valori e a testimoniarli con coerenza, anche quando pensate che siano fuori moda o troppo distanti da lui. Non deve mai venire meno il ruolo autorevole e respon-sabile dei genitori, alla vana ricerca di un’illusoria situazio-ne di parità: scendere al livello dei figli toglie a un genitore la possibilità di fare la voce grossa, di presidiare dall’alto del proprio ruolo le possibilità di sperimentazione di un adolescente. Padri che dicono “Sono il migliore amico di mio figlio”, oppure madri che fanno shopping nei negozi della figlia per comprarsi gli stessi vestiti – “così sembria-mo due sorelle” – generano una grandissima confusione nella mente degli adolescenti.
Ascoltatelo sempre.
Prestate sempre ascolto a ciò che vuole dirvi, anche quando non ha le parole per raccontarlo. Perché questo accada hanno però bisogno di trascor-rere con lui tempo di qualità, ma anche la quantità ha la sua importanza, a dispetto di quanto se ne è scritto negli ultimi decenni. Entrare nel mondo delle emozioni di un figlio, mettersi a disposizione per diventarne l’allenatore principale, significa imparare a sentire quello che lui sen-te, saperlo accogliere, abbracciare, offrirgli una gamma di emozioni complementari da integrare alle sue, soprattutto quando quelle emozioni lo fanno stare male o gli creano disagio.
Siate pazienti.
Non fatevi prendere dall’angoscia e dategli il tempo di correggere i suoi difetti. L’educazione non è mai un processo veloce né istantaneo. Richiede pazienza, tolleranza, buona volontà, affetto e fer-mezza. E porta con sé una fatica che molti genitori non si aspettano di dover sostenere. È interessante notare come i giovani genitori trovino davvero molto impegnativo vivere con un neonato che non dorme di notte, fatica ad alimen-tarsi e stravolge i ritmi della loro quotidianità. Ma è an-cora più interessante vedere come genitori di adolescenti sorridano di queste difficoltà, consapevoli di quanta strada ancora ci sia da fare e di quanto impervio si presenti il percorso che accompagna la crescita di un figlio. Una frase che da sempre costituisce un classico sulla genitorialità tramandata di generazione in generazione è: “Figli piccoli, pensieri piccoli; figli grandi, pensieri grandi”.
Siate orgogliosi di lui.
Non abbiate paura di dirgli cose belle, valorizzate i suoi punti di forza e aiutatelo ad ac-cettare i suoi limiti.
Lavorate in squadra.
Concordate all’interno della coppia gli interventi educativi e non trasmettete messaggi che possano confonderlo. Condividere pienamente con il proprio coniuge tutti gli aspetti del progetto educativo è assolutamente fondamen-tale, e questo ancor di più se mamma e papà non vivono insieme perché separati o divorziati.
Alberto Pellai
E ora basta!
I consigli e le regole per affrontare le sfide e i rischi dell’adolescenza

venerdì 1 luglio 2011

nessuna chiesa t'incatena


Non rubatemi-
(David Maria Turoldo)



Per favore, non rubatemi la mia serenità.
E la gioia che nessun tempio ti contiene, 
o nessuna chiesa t'incatena:


Cristo sparpagliato per tutta la terra,
Dio vestito di umanità:
Cristo sei nell'ultimo di tutti come nel più vero tabernacolo:
Cristo dei pubblicani,delle osterie dei postriboli,
il tuo nome è colui che-fiorisce-sotto-il-sole.

in Dio stesso


Coloro che ritengono di credere in Dio,
ma senza la passione nei loro cuori,
l'angustia nel pensiero, senza incertezze,
senza dubbi,
senza un elemento di disperazione anche nella loro consolazione,
credono solo nell'Idea di Dio,
non in Dio stesso.
(Miguel De Unamuno)

giovedì 30 giugno 2011

mi sono stancato di rendere omaggio alle moltitudini che credono che l'umiltà sia una sorta di debolezza

Ho cercato la solitudine per nascondermi dagli individui compiaciuti di sé che, nei loro sogni, vedono lo spettro della conoscenza e credono di aver raggiunto lo scopo. Ho cercato la solit...udine perché mi sono stancato di rendere omaggio alle moltitudini che credono che l'umiltà sia una sorta di debolezza, e la compassione una specie di viltà. Ho cercato la solitudine perché la mia anima non ne può più di avere rapporti con chi crede sinceramente che il sole, la luna e le stelle non sorgano se non nei loro scrigni e non tramontino se non nei loro giardini.. Ho cercato la solitudine perché in essa lo spirito, il cuore e il corpo possono trovare pienezza di vita. Ho trovato le praterie sconfinate dove riposa la luce del sole, dove i fiori esalano il loro profumo nello spazio e dove i ruscelli cantano durante il loro corso verso il mare. Ho scoperto le montagne su cui ha trovato il fresco risveglio la primavera, la brama piena di colore dell'estate, i profondi canti dell'autunno e lo stupendo mistero dell'inverno.

Kahlil Gibran, I SEGRETI DEL CUORE, Newton, 1982

mercoledì 29 giugno 2011

scopri quello che conosci già

Non dar retta ai tuoi occhi, 
e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, 

e scopri quello che conosci già,
allora imparerai come si vola.
(Richard Bach ) " Il Gabbiano Jonathan Livingston"

martedì 28 giugno 2011

una casa dove nessuno può proteggerti

Il dolore è una casa dove gli specchi non sanno più riflettere i nostri volti
le sedie non sanno più sostenerci
le pareti non sanno più accoglierci.
Il dolore è una casa che scompare
ogni volta che qualcuno bussa alla porta o suona il campanello
una casa che si solleva in aria al più lieve soffio di vento
e si nasconde sotto terra quando tutti dormono.
Il dolore è una casa dove nessuno può proteggerti
dove la sorella più piccola diventerà più grande della sorella grande
dove le porte non fanno più entrare
né uscire nessuno.
(The sky is everywhere, Jandy Nelson, Fazi Editore, 2011)

lunedì 27 giugno 2011

Gli spazi tra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza


“Tex Willer: "Complimenti , veramente.Lei è proprio acuto. Riformulo la domanda: sa cosa c'è negli spazi fra le vignette?"
Carofiglio: (leggermente offeso) "No, me lo dica lei.
...Tex: C'è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie - per scelta
o più spesso per caso - e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, quello che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di
noi stessi e degli altri. Gli spazi tra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza.
Carofiglio: Ma questo...
Tex: mi lasci finire, è importante. Gli spazi fra le vignette sembrano piccoli, sembrano poco più che
fessure ma nascondono un territorio e un tempo sterminati. Se avessimo il coraggio di andare a vedere,... Ci sono tante cose, precipitate negli spazi fra le vignette”. (pag.75)

“CORPO A CORPO interviste impossibili”

di Baricco-Cabello, Camilleri,Caposella-Bahrami, Carofiglio, Dante, Lucarelli, Odifreddi, Pincio, Scurati, Siti, Testa

niente possa cadere dalle tue mani

(Elke Fischer)
Con me c'è tutto
Signore,
porto tutto con me:
la mia paura,
la mia solitudine,
insuccessi e tristezza,
la mia debolezza
e le mie tendenze indegne.
Anche il mio coraggio,
i miei successi,
la mia gioia d'esistere,
il mio amore
e la mia fiducia,
in modo che niente
possa cadere dalle tue mani.
Porto con me
anche il mio scoraggiamento,
sento con evidenza
quanto io sia debole.
Poi penso di non farcela più,
tutto si intristisce,
non posso né sentirti
né dimostrare che esisti.
Magari non ci sei...
Tuttavia, credo che sia tu colui
che poi mi aiuta a rialzarmi,
che fa succedere qualche cosa
che rende contenti.

senza tirarvi indietro


  • Non mi interessa sapere come vi guadagnate la vita.
    Voglio sapere che cosa vi fa spasimare
    e se osate sognare l'incontro con l'anelito
    del vostro cuore.Non mi interessa sapere quanti anni avete.
    Voglio sapere se accettereste
    il rischio di fare la figura degli stupidi per amore,
    per il sogno, per l'avventura di essere vivi.
    Non mi interessa sapere quali pianeti
    sono inquadratura con la vostra luna.
    Voglio sapere se siete arrivati al nucleo della vostra sofferenza,fino a toccarla,se i tradimenti della vita vi hanno fatto sbocciare o se vi siete inariditi e chiusi in voi stessi per paura di altro dolore.
    Voglio sapere se riuscite a restare in compagnia del dolore,il mio e il vostro, senza cercare di nasconderlo,
    di cancellarlo o di farlo tacere.
    Voglio sapere se sapete essere con la gioia, la mia o la vostra,se siete capaci di danzare con frenesia
    e farvi colmare dall'estasi, da cima a fondo,senza esortare all'attenzione, a stare con i piedi per terra,
    senza ricordare i limiti dell'essere umani.
    Non mi interessa sapere se la storia che mi raccontate è autentica.
    Voglio sapere se riuscite a deludere un'altra persona
    per amore di autenticità verso voi stessi;se riuscite a sopportare l'accusa di tradimento senza tradire la vostra anima;se riuscite a essere infedeli e per questo affidabili.
    Voglio sapere se riuscite a vedere la bellezza ogni giorno,
    anche quando non è piacevole,e se la sua presenza è fonte di ispirazione per la vostra vita.
    Voglio sapere se potete vivere con il fallimento,
    il vostro e il mio, e riuscire tuttavia,fermi sul bordo del lago,a gridare al plenilunio d'argento il vostro: "Sì".
    Non mi interessa sapere dove vivete o quanti soldi avete.
    Voglio sapere se, dopo una notte di angoscia e disperazione,esausti e con le ossa a pezzi,
    riuscite ad alzarvi la mattina e a fare ciò che è necessario per nutrire i vostri figli.
    Non mi interessa sapere chi siete o come siete giunti sin qui.
    Voglio sapere se resterete con me nel centro del fuoco
    senza tirarvi indietro.
    Non mi interessa sapere dove o che cosa o con chi avete studiato.
    Voglio sapere che cosa, dentro di voi,vi sostiene quando tutto il mondo crolla.
    Voglio sapere se riuscite a stare soli con voi stessi
    e se davvero amate quel senso di compagnia
    che riuscite a conservare nei momenti vuoti.
    :Oriah Mountain Dreamer:

domenica 26 giugno 2011

Ciò che conta è tutto dentro di noi


Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo. Ciò che conta è tutto dentro di noi; da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d'amore e d'accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.
                                                          (Hermann Hesse)

incomincia subito, da oggi:istruisciti di più, ridi di più e fai quello che ti piace veramente

C’era una volta Pierino, un ragazzino molto vivace a cui tutti volevano bene:la sua famiglia, i suoi amici…Ma Pierino aveva un piccolo grande problema.Non riusciva a vivere il presente. Non aveva imparato a godere della vita. Quando era a scuola, sognava di essere fuori a giocare. Quando giocava, sognava di essere già in vacanza. Pierino sognava sempre ad occhi aperti, non godendosi mai il presente che la vita offriva.
 Un mattino, Pierino stava camminando nel bosco vicino casa. Siccome si sentiva stanco, decise di fermarsi in una radura e di fare un pisolino. Si addormentò come un sasso, ma dopo qulache minuto, si sentì chiamare per nome da una voce  stridula. Quando aprì gli occhi…sorpresa! Si ritrovò dinnanzi una donna vecchia. Nella mano rugosa aveva una pallina magica, con un foro al centro  da cui pendeva un  lungo filo dorato.
”Pierino” disse la vecchia,” questo è il filo della vita. Se lo tiri piano piano, in pochi secondi passerà un’ ora;se tiri più forte, in pochi minuti passeranno giorni interi. Se tiri con tutta la tua forza, in pochi giorni passeranno dei mesi o addirittura degli anni. Pierino era eccitato dalla scoperta. “Oh, mi piacerebbe tanto averlo!” esclamò  smanioso. Allora la vecchietta si chinò  e gli diede la pallina con il filo magico.
Il giorno dopo Pierino era seduto nel suo banco a scuola, e si sentiva annoiato e irrequieto. Improvvisamente si ricordò del suo nuovo giocattolo. Tirò  il filo piano piano e si trovò subito a casa a giocare nel suo giardino. Rendendosi conto  dei poteri del filo magico, Pierino presto si stancò di andare a scuola e desiderò di essere un ragazzo più grande, alla scoperta della vita. Allora  tirò il filo un pò più forte e si  ritrovò adolescente.
 Ma  non era ancora soddsfatto:Egli non era in grado di cogliere la bellezza di ogni istante e di esplorare  le semplici meraviglie  offerte dalle diverse fasi della vita. Sognava invece di essere già adulto, e così tirò  di nuovo il filo, sicchè gli anni passarono in un lampo. Si ritrovò allora trasformato in un uomo maturo. Si era sposato ed era circondato da tanti bambini. Ma notò un’altra cosa: i suoi capelli neri avevano iniziato a diventare grigi e la sua dolce  e adorata mamma era diventata vecchia e debole.
Eppure Pierino  non riusciva a vivere il presente. Perciò tirò   un’altra volta il filo d’oro e attese la nuova trasformazione. Adesso aveva novant’anni.  Così ad un tratto Pierino si rese conto di non essersi mai fermato a godere di nulla. Non era mai andato a pescare con suo figlio, non aveva mai fatto una passeggiata al chiaro di luna con sua moglie, non aveva mai piantato un albero… e non aveva  mai nemmeno trovato il tempo di leggere quei bellissimi libri che tanto piacevano a sua madre. Era sempre andato di corsa senza fermarsi a guardare le bellezze che adornavano il suo cammino.
Questa scoperta rattristò molto Pierino: Allora, per riordinare le idee e rasserenarsi un pò , decise di andare a fare un giro nel bosco dove era solito giocare da bambino. Si distese sull’erba di una radura e si addormetò  profondamente. Dopo qualche minuto, qualcuno lo chiamò. Aprì gli occhi  e con grande stupore rivide la vecchia che gli aveva regalato la pallina molti anni prima.Ti è piacuto il mio  regalo?” ”All’inizio è stato divertente, ma ora lo odio a morte”. disse Pierino.”Tutta la vita mi è passata davanti agli occhi senza che potessi goderne un solo istante.Certo, ci saranno stati  momenti molto belli e altri molto tristi, ma non ho avuto la possibilità di coglierli. Ora mi sento vuoto, mi manca il dono della vita.” “Sei proprio un ingrato” disse la vecchietta. “Ma ti concerò di esprimere un ultimo desiderio.”Pierino ci pensò un istante e poi rispose fulmineamente” Vorrei ridiventare bambino e riprovare a vivere daccapo.” Poi si riaddormentò.
A un tratto sentì  di nuovo qualcuno che lo chiamava e si risvegliò. Quando aprì gli occhi,scoprì con gioia  che era sua madre che lo stava  chiamando, e che era tornata giovane,sana e forte. Allora Pierino si rese conto  che la vecchietta aveva mantenuto la promessa. Scattò dal letto per vivere come aveva sperato: una vita piena,ricca di gioie, soddisfazioni e successi…Ma tutto avvenne  quando smise di sacrificare  il presente per il futuro e si rese conto di dover vivere nell’oggi.
Purtroppo questa è solo una bella favola. Nel mondo della realtà nessuno ti offrirà una seconda occasione. Tu oggi hai la possibilità di svegliarti prima che sia troppo tardi.Trascorri più tempo con le persone che danno un senso alla tua vita. Scala la  montagna che ti sei sempre ripromesso di conquistare,  avvia una nuova attività. Impara ad amare la musica, studia una lingua straniera. Ravviva il tuo spirito ed eleva la tua anima. Smettila di rincorrere i grandi piaceri della vita trascurando i piccoli. Rallenta il passo  e ammira la bellezza di ciò che ti circonda. Incomincia  a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. E incomincia subito, da oggi:istruisciti di più, ridi di più e fai quello che ti piace  veramente.
  Tratto da “Il monaco che vendette la sua Ferrari” di Robin S.Sharma