sabato 11 giugno 2011

consigli per la felicità


Com'è noto i mali diventano più leggeri quando sono sopportati in comune: tra questi mali sembra che la gente ponga anche la noia; per questo si raduna, per annoiarsi insieme. Come l'amore della vita, in fondo, non è altro che il timore della morte, così anche l'impulso alla socievolezza da parte degli uomini non è, in fondo, un impulso diretto, non si basa infatti sull'amore per la compagnia, ma sul timore della solitudine, perché non si cerca tanto la presenza degli altri, quanto si fugge la desolazione e l'oppressione della solitudine, insieme con la monotonia della propria coscienza. Per sfuggirle ci si accontenta anche di una cattiva compagnia, e ci si rassegna a quanto di fastidioso e di costrittivo ogni compagnia necessariamente implica. Se invece prevale il disgusto per tutto ciò e ci si abitua a essere soli; se si resiste alla prima impressione, sicché la solitudine non produrrà più gli effetti descritti sopra, allora si riuscirà a star soli sempre con il massimo piacere, senza più desiderare la compagnia: sia perché lo stare insieme agli altri non è un bisogno naturale, sia perché ci si è abituati ai benefici effetti della solitudine.

Si potrebbe anche dire che, essendo ciascuno solo una piccola frazione dell'idea di umanità, ha bisogno di intregarsi con gli altri perché ne risulti, in qualche modo, una coscienza umana completa; chi invece è un uomo completo, un uomo par excellence, rappresenta una unità indivisibile, e quindi è autosufficiente. Sotto questo aspetto si può paragonare la società, nel suo tradizionale conformismo, a una banda russa di corni, nella quale ogni strumento ha un solo tono e la musica scaturisce dalla perfetta sincronia di tutti i suoni. Infatti lo spirito della maggior parte degli uomini è monotono come quei corni, e sembra che molti abbiano in testa sempre e solo un unico pensiero e che siano incapaci di concepirne un altro. Questo spiega non solo perché essi siano così noiosi, ma anche perché siano tanto socievoli e amino procedere in branco: the gregariousness of mankind. E' la monotonia del proprio essere a riuscire loro intollerabile: omnis stultitia laborat fastidio sui; solo mettendosi insieme essi sono qualcosa - come quei cornisti russi. Invece l'uomo intelligente è paragonabile a un virtuoso che esegue il suo concerto da solo; oppure è simile al pianoforte. Infatti, come questo strumento è una piccola orchestra, così quell'uomo è un mondo in miniatura, e ciò che tutti gli altri sono grazie alla cooperazione, egli lo rappresenta nell'unità di una coscienza singola. Come il pianoforte, egli non è una parte dell'orchestra, ma è adatto per gli assolo; se deve collaborare, può farlo solo nel ruolo principale con l'accompagnamento degli altri, come il pianoforte appunto; o, come questo, interveniene per dare il la nella musica vocale. Chi peraltro ama la compagnia può trarre, dal nostro paragone, la seguente regola: ciò che scarseggia in qualità nei membri della propria cerchia, dev'essere in qualche modo rimpiazzato dalla quantità. E' sufficiente frequentare un'unica persona, se veramente intelligente, ma se non si trova altro che gente di qualità ordinaria, sarà bene averne molti campioni, affinché dall'assortimento e dalla cooperazione sortisca qualcosa di buono - sempre in analogia alla musica di corni sopra descritta - e che il Cielo ci conceda la pazienza necessaria.
Arthur Schopenhauer

venerdì 10 giugno 2011

Asseconda, pertanto, il nostro desiderio di prenderti per mano, (don tonino)

Sono le bellissime parole di una preghiera rivolta alla madonna...anche noi papà dobbiamo ricordare di assecondare questo desiderio che i nostri figli, anche grandi, hanno nei nostri confronti. Non vergogniamoci.


Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l'organizzazione, l'efficienza materiale. Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare...
Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio.
Noi e la nostra capacità d'amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo...
Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. "Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?".
"Prendimi la mano" rispose il bambino.
 

(Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)

invece passa in un attimo


"Esiste un grande eppur quotidiano mistero… Questo mistero è il Tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che, talvolta, un’unica ora ci può sembrare un’eternità e un’altra invece passa in un attimo… dipende da quel che viviamo in quest’ora.
Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore." Momo M.Ende

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giovedì 9 giugno 2011

meraviglia delle meraviglie, cambiai


Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico.
E io mi risentivo con loro, ed ero d'accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi.
Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi.
E io ero d'accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo cosi impotente e intrappolato.
Poi, un giorno, mi disse: «Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti amo così come sei; non posso fare a meno di amarti».
Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: «Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare... Ti amo».
E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai!
Ora so che non potevo cambiare davvero finché non avessi trovato qualcuno che mi avrebbe amato, che fossi cambiato o meno.
È così che mi ami, Dio?

(Anthony de Mello)

mercoledì 8 giugno 2011

per lei vi sia dolce lavorare


"Amate la Chiesa, mistero di salvezza del mondo [...]. Amatela come vostra Madre, con un amore che è fatto di rispetto e di dedizione, di tenerezza e di operosità.
Non vi accada mai di sentirla estranea e di sentirvi a lei estranei; per lei vi sia dolce lavorare e, se necessario, soffrire. Che se in essa doveste a motivo di essa soffrire, ricordatevi che vi è Madre; sappiate per essa piangere e tacere".
Giuseppe Lazzati

martedì 7 giugno 2011

la resilienza


In psicologia la resilienza ...

"è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti."
(da wikipedia)
... senza perdere la propria umanità!

lunedì 6 giugno 2011

Libri

“Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi.
Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto
sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi
e dagli scaffali cercando d’intimidirti.
Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono
per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri
Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto
Appartenenti alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto.
E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri
Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti
Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono.
Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai
Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo
Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà
Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili,
dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti
Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando
questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza
i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere,
i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli,
i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento,
i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza,
i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’Estate,
i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale,
i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile.”

Italo Calvino.

domenica 5 giugno 2011

come davanti ad un tabernacolo chiuso


Ho stretto la mano dell'amico, Signore,
e improvvisamente, di fronte a quel volto triste e preoccupato,
ho temuto la Tua assenza nel suo cuore.
Sono impacciato come davanti ad un tabernacolo chiuso quando ignoro se Tu vi abiti.
Se Tu non fossi presente, Signore, noi saremmo separati.
Perché la sua mano nella mia non sarebbe che carne su carne,
e il suo cuore per il mio, cuore d'uomo per l'uomo.
Voglio la Tua vita per lui e per me insieme,
perché voglio che il mio amico sia,
per Tuo merito,
il mio fratello.

(Michel Quoist)