sabato 20 marzo 2010

Sobrio ed ebbro nel web.

marzo 15th, 2010 by donfortunato
Nella Bibbia la parola “sobrietà” viene usata in collegamento con l’azione del vegliare (cfr. 1 Tessalonicesi 5,6; 1 Pietro 1,13). Chi non è sobrio può essere rapidamente sedotto dal nemico o da influssi spirituali negativi (cfr. 2 Timoteo 2,26).
Sobrio è colui che vive in modo innocente, che non nuoce a nessuno. E’ colui che è sempre sveglio e vigile. E’ colui che ha uno stile di vita che incarna e vive sempre nei limiti del rispetto altrui, mettendo a disposizione il desiderio della ricerca e la scoperta della vita. E’ “quell’atteggiamento disinteressato, gratuito, estetico che nasce dallo stupore per l’essere e per la bellezza, il quale fa leggere nelle cose visibili il messaggio del Dio invisibile che le ha create” (cfr. Centesimus Annus, 37).
L’ebbro è invece colui che inebriato, esaltato, ubriaco, avvinazzato, agitato, su di giri, fuori le righe, sregolato, fuori controllo, smisurato compie atti che disumanizzano se stesso e coloro che stanno a contatto con lui.
Il web è lo specchio della nostra è una società ebbra di consumi, di piaceri, di cose materiali, è una società dell’abbondanza, dell’apparenza, del narcisismo che i sociologi come anche gli analisti definiscono affluente, edonista, opulenta.
Il web è lo specchio degli uomini che scelgono lo stile della sobrietà. Non cadiamo nella trappola della banalità. Stà qui il segreto.
http://intrappolatinellarete.blog.testimonidigitali.it/wordpress-mu/

Tutti gli altri popoli camminino pure ognuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome del Signore Dio nostro, in eterno, sempre”.Micea (4:4-5)

Il cattolicesimo ha un potenziale universalistico molto più alto. Mentre la solidarietà etnica e culturale è sempre tra i membri del gruppo contro chi non ne fa parte (e di solito è proprio l’esistenza di un nemico che consente al gruppo di ricompattarsi: è il meccanismo del “capro espiatorio”), la solidarietà che ci insegna il Vangelo (pensiamo alla parabola del Samaritano, Lc 10:25-37, o all’invito ad amare i nemici, Mt 5:43-45) è totalmente libera dalle appartenenze etniche e dalle affinità politiche e culturali: siamo liberi di decidere chi vogliamo che sia il nostro prossimo, senza alcun vincolo. L’etica è indipendente dall’etnia; e noi siamo liberi dai legami di sangue, di territorio e persino di fede. Liberi di comportarci secondo coscienza e di non rendere insormontabili i confini che ci separano; anzi, di abbatterli, trasferendo su chi prendiamo come nostro prossimo l’amore gratuito ( e quindi libero) con cui ci sentiamo amati da Dio Padre.
Questo potenziale di unversalismo (contro i tanti particolarismi che costruiscono barriere e scatenano conflitti) richiede però la capacità di superare l’orgoglio dell’appartenenza, e l’umiltà di riconoscere la pluralità dei cammini di salvezza, come scrive il profeta Micea (4:4-5): ” Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà (…) Tutti gli altri popoli camminino pure ognuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome del Signore Dio nostro, in eterno, sempre”.
http://eradeltestimone.blog.testimonidigitali.it/wordpress-mu/

venerdì 19 marzo 2010

Anch'io non ti condanno

Ben triste la giustizia degli uomini, spettacolare, che a volte rischia di diventare una giustizia ingiusta, che riesce a distruggere anche chi è innocente!
Ben diversa la misericordia giusta di Dio, che riporta a vita chi per debolezza sbaglia, ma poi riconosce il proprio errore.
La Parola di Dio, oggi, indica la via della Misericordia di Dio, la sola che sa rimetterci in piedi quando cadiamo... anzi lo fa in modo che dall'errore si esca migliori.
L'atteggiamento di Gesù, verso chi sbaglia, è davvero nettamente diverso da quello di noi uomini. Gesù fa conoscere la bellezza della resurrezione, ossia del ritorno alla vita, attraverso la grande Misericordia del Padre.
E ricordiamocelo sempre: quando uno sbaglia, cade, non implora dita puntate e disistima, ma mani che lo aiutino a rialzarsi, come nel sacramento della Riconciliazione, che ha bisogno di essere più considerato e frequentato.
Davanti a noi, che ci sentiamo forse avviliti dai nostri peccati, non c'è mai un giudice impietoso, come vorrebbero gli scribi e i farisei del nostro tempo, sempre pronti a condannare e mai a risuscitare.
C'è sempre Gesù, nelle 'vesti' del sacerdote, che ascolta, compatisce, cerca di incoraggiare e rimettere sulla buona strada.

giovedì 18 marzo 2010

Sono sgusciato dalla tua pienezza senza lasciarti vuota


n te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
 
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
 
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
 
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
 
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo librodietro la febbre della scarlattina.
 
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vinoe ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambenon ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
a te ho nascosto tutto
[da "Mamm'Emilia" - Erri De Luca] 

mercoledì 17 marzo 2010

L'ha detto Don Milani:

«Se la vita è un bel dono di Dio
non va buttata via e buttarla via è peccato.
Se un'azione è inutile,
è buttar via un bel dono di Dio.
È un peccato gravissimo,
io lo chiamo bestemmia del tempo.
E mi pare una cosa orribile
perché il tempo è poco,
quando è passato non torna.»
Da Una lezione alla scuola di Barbiana

Non ho resistito ma dove dirlo a tutti questo grande pensiero di Don Lorenzo.

Una radice da custodire

Prendo a prestito anche oggi quello che ha scritto "cogitor" nel suo blog.

E' bello e la lettura ci fa sospendere la corsa.

Ci fermiamo all'ombra di quest'albero grande, sprofondando dolcemente nella pace che ci dà la coscienza delle nostre radici.

“Cari fratelli e care sorelle, senza radici non c’è nutrimento e senza nutrimento non c’è vera vita. Non abbiamo forse ridotto così le nostre esistenze? Corriamo sempre, corriamo come se fossimo inseguiti, ma da che cosa fuggiamo se non dalla nostra paura? E se siamo sempre di corsa, come facciamo ad affondare le radici nella terra? E se non affondiamo le radici nella terra, come facciamo ad alzare lo sguardo verso il Cielo?” (Susanna Tamaro, Il grande albero).

Corriamo sempre, corriamo come se fossimo inseguiti, lasciando le radici della nostra esistenza prive di nutrimento. Raccolgo la provocazione della scrittrice SusannaTamaro per ricordare a me stesso l’origine santa dalla quale il cristiano è stato generato.
http://cogitor.splinder.com/

martedì 16 marzo 2010

Elogio dei piedi


Elogio dei piedi, di Erri De Luca

de-luca
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

lunedì 15 marzo 2010

L’educazione - affermava don Bosco - è cosa del cuore

“Ero indignata dell’indifferenza con la quale i miei compagni di studio si ponevano nei confronti delle questioni di carattere generale: una parte di essi, durante i primi semestri, inseguiva soltanto il divertimento, altri si preoccupavano scrupolosamente soltanto di riuscire a mettere insieme le nozioni necessarie al superamento dell’esame, e assicurarsi poi il cibo… io li definivo idioti…” (Edith Stein).

“L’educazione - affermava don Bosco - è cosa del cuore e Dio solo ne è il padrone e non potremo riuscire a niente se Dio non ci dà in mano la chiave di questi cuori”.

«…Il miglior momento è questo qui; il miglior contorno, quello che è là; il miglior pensiero, quello che ti visita. Non cercare dunque il migliore, ma comunica a ciò che hai nelle mani, a ciò che fai in questo momento, applicandovi il tuo spirito, questa dignità d’essere migliore. Non rimandare a domani ciò che puoi fare in questo momento, ma, nel medesimo tempo, non stancarti di rimandare a domani questo infinito che non può rientrare nella limitata capacità del presente. Con ciò ribadisco l’idea: "Occupa l’attimo che passa con una piccolissima cosa e rigetta nell’infinito il tuo desiderio”»

J.Guitton

Tu sei stato creato per lasciarti amare

http://cogitor.splinder.com/
Tu sei stato creato per lasciarti amare“La maggior parte degli uccelli sono stati creati per volare. Rimanere a terra, per loro, è una limitazione della capacità di volare, non l’opposto. …Tu , al contrario, sei stato creato per lasciarti amare. Così per te vivere come se non fossi amato è una limitazione, non una liberazione” (W. Paul Young, Il Rifugio).

domenica 14 marzo 2010

Addii

Lasciami andare per il mio cammino,

lasciami libera, pensiero.

Devo continuare la mia strada
e devo farlo
senza di te.

Mi hai accompagnato per un po' con la tua policromia inconsistente, hai scherzato,
riso, pianto, sferzato, graffiato con rabbia,
sanato il r
impianto e le ferite.

Ma ora basta, lasciami andare.

E ti darò la mia benedizione
abbandonandoti
ad un margine della strada.

Resta lì immobile,
affinché possa ritrovarti
come un vecch
io amico il giorno in cui,
voltandomi indietro,
vorrò guardare dall'alto
tutta la mia vita.
http://taccuinideltempo.blogspot.com

Ho scoperto anemos di cui sopra una sua poesia. La chioso con versi di un'altra:"il dono di una canzone".

"...Poichè talvolta per fuggire un istante anche il viandante più solitario ha bisogno di un sorriso disinteressato.


Il dono della tua canzone smorza con una delicata carezza l'intenso bruciore di piccole ferite che altri, svenduta la loro empatia, dispensano ridendo.
"

Anemos hai interrotto il tuo blog al 07 aprile, 2009

Abruzzo - Pasqua 2009

riprendi le tue carezze balsamo per le piccole ferite della vita, un'altra Pasqua è vicina.
Ciao Giorgio

PREGHIERA DI SAN TOMMASO D'AQUINO

http://radicicristiane.splinder.com/post/15705589/Preghiera+di+San+Tommaso+d'Aqu

Concedimi, Dio di misericordia
che io co
n fervore desideri,
con prudenza ricerchi,

con si
ncerità riconosca ed in perfetta guisa
adempia quel che a Te piace

in onore e gloria del tuo Nome Santissimo.

Aprimi Tu il sentiero della Vita,
e quanto da me vuoi,
fa' che io
sappia, fa' che io operi
come occorre e conviene all'anima mia.
Dammi, Signore mio, fortezza nella prosperità
e nelle avversità, sì che io nel benessere non mi adagi
e nelle difficoltà non mi abbatta, e di niente io goda
e mi dolga se non di ciò che Ti appartiene, Signore.
Ogni allegrezza che sia senza di Te mi disgusti
né altro mi attragga che sia fuori di Te,
ma mi conforti ogni lavoro per Te intrapreso, o Signore,
e mi attenda ogni riposo che Tu non allieti.
Fa', Signore, che io spesso a Te elevi il mio spirito
ed in ogni mio difetto io pensi a Te
con dolore e proposito di emendarmi.
Rendimi, Signore mio Dio,
obbediente senza ripugnanza,

povero senza rammarico, casto senza presunzione,
paziente senza mormorazione,
umile senza finzione, giocondo senza dissipazione,
austero senza tristezza, prudente senza fastidio,

pronto senza vanità, timoroso senza sfiducia,
veritiero senza doppiezza,
benefico senza arroganza,
sì che io senza superbia

corregga i miei fratelli,
e li edifichi con la parola e con l'affetto.
Dammi, Signore mio Dio, un cuore assai vigile
che mai vano pensiero distragga da Te;
cuore nobile che mai basso affetto seduca;
cuore retto che Ti cerchi;
cuore retto che nessuna mala intenzione contamini;
cuore saldo che per la tribolazione non s'infranga;
cuore libero che a torbida passione non ceda.
Infondimi, Signore mio Dio,
intelletto che Ti apprenda;
amore che Ti cerchi;
sapienza che ti trovi; parola che Ti piaccia;
perseveran
za che fiduciosa Ti aspetti;
e speranza di finalmente abbracciarti.
Fa' che io qui penitente porti in pace i tuoi castighi;
pellegrino profitti dei tesori della tua Grazia
e dei tuoi gaudi;
possa poi in Patria raggiante di gloria, esultante, lodarti.
Amen.