sabato 23 giugno 2012

la dose di libertà sufficiente

La pazienza del giorno
incomincia non prendendo troppo sul serio
il profitto e la perdita,
abbracciando l’aria
e incontrando la luce.

Poi pregando Dio per i vivi e per i morti:
sei anche tu, e potresti essere tu stesso.

Se fai queste cose con la certezza del passero
l’applicazione dell’acqua,
con la serietà dell’ombra
l’attenzione del vento,
hai conquistato la dose di libertà sufficiente
ad attraversare le epoche,
a legare i covoni e salire sul tram. 

Giovanni Casoli

venerdì 22 giugno 2012

pensare in maniera grossolana


Testamento di Pavel Florenskij tratto da Non dimenticatemi:
"Amati figlioletti miei [...] eccovi una cosa che non posso non scrivere: abituatevi, educate voi stessi a fare tutto ciò che fate perfettamente, con cure e precisione; che il vostro agire non abbia nulla di impreciso, non fate niente senza provarvi gusto, in modo grossolano... Chi agisce con approssimazione, si abitua anche a parlare con approssimazione e il parlare grossolano, impreciso e sciatto coinvolge in questa indeterminatezza anche il pensiero.
Cari figlioletti miei, non permettete a voi stessi di pensare in maniera grossolana. Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di sé. Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale e della gioia del pensiero" (pp. 24-25).

giovedì 21 giugno 2012

Ma è poi vero che sono piccole?


prova ad incantarti per le piccole cose. Ma è poi vero che sono piccole? Prova ad incantarti per le cose di ogni giorno. Apri la finestra: perditi a osservare la riga blu del cielo fra i tetti della città o la striscia silenziosa della luna, il viso di un bambino o l'arco dolce che fanno le rughe sulla fronte di un anziano, la dolcezza di un fiore, le mani strette dei ragazzi innamorati, il vociare irrefrenabile dei bimbi in gioco nel cortile accanto. Succede che andiamo ad occhi chiusi.
Apri la finestra. Anch'io mi riprometto di aprirla, ma non sempre me ne ricordo, di aprirla ogni giorno là dove la vita mi chiama. Ci sono valori, come avverte Erri De Luca in una sua poesia, che non abbiamo ancora conosciuti. Molti che io non ho conosciuto.
(don Angelo Casati)

mercoledì 20 giugno 2012

sconosciuto lontanto


Uno sconosciuto è il mio amico, 
uno che io non conosco.

Uno sconosciuto lontanto lontano. 
Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia.
 
Perchè egli non è presso di me.
 
Perchè egli forse non esiste affatto?
 
Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza?
 
Che colmi tutta la terra della tua assenza?

Par Lagerkvist

martedì 19 giugno 2012

calmare ogni tempesta e ogni vento


George Fox, il fondatore del Quaccherismo tratto da una sua lettera del 1652:
"Sottomettetevi, e il potere verrà. Riposando sul fondamento di ogni rivelazione, state fermi e tranquilli e la forza verrà, subito. State fermi e tranquilli nella luce, sottomettetevi ad essa, e tutto il resto tacerà e scomparirà, e la gioia verrà. E quando verranno tempeste e travagli, sprofondatevi in quanto è puro, tutto tacerà e svanirà" (pp. 30-31).
Altri brani dalle sue lettere:
"Sii calmo e freddo nella mente e nello spirito, distaccato dai tuoi stessi pensieri, e sentirai il principio divino che volge la tua mente al Signore Dio, da cui riceverai quella forza e quel potere da cui la vita proviene, per calmare ogni tempesta e ogni vento [...]. Perciò arresta un momento il tuo pensare, il tuo cercare, desiderare, immaginare e dimora nel principio divino che è in te [...].
Sii fermo e silenzioso nella mente, abbandonando ogni pensiero sapiente, abile o sottile che possa passare nella tua mente, e poniti semplicemente dinanzi a Dio, senza prefiggerti alcun risultato. [...]
Voi dovete morire nel silenzio, morire con la vostra sapienza, la vostra conoscenza, la vostra ragione, la vostra intelligenza.
Dimorate in attesa nella vita, sarete oltre alla parola" (p. 34).

lunedì 18 giugno 2012

interesse che la persona sente

(María Zambrano)

L'attenzione non è altro che la ricettività portata all'estremo, diretta verso un determinato campo della percezione o del pensiero, ovvero diretta verso il mondo esterno o verso il mondo proprio, in modo riflessivo.
[...]
Uno degli indizi più sicuri per conoscere una persona è dato dalla direzione che la sua attenzione segue quando è abbandonato a se stesso.
[...] L'attenzione è un campo della chiarezza, dell'illuminazione. [...] Il campo di questa chiarezza è prodotto dall'interesse che la persona sente per uno o per un altro aspetto dell'inesauribile, immenso, illimitato campo della realtà, chiamando la realtà alla piena presenza, anche se si tratta di un'immagine o di un pensiero. L'attenzione è come la luce che si distacca da un'intima combustione. La vita è, innanzitutto e dalla sua origine sino alla fine, una combustione incessante, tanto fisica come psichica, come dello stesso pensiero. Almeno nell'essere umano, questa combustione si trasforma in chiarezza, in luminosità.
[...] Si tratta prima di tutto di togliere e non di aggiungere.
Si dirige l'attenzione verso un campo della realtà per captarla, per ottenere da essa il massimo della sua manifestazione. La prima azione sarà allora una specie di inibizione, paradossalmente, una ritirata del soggetto stesso così da permettere alla realtà, proprio lei, di manifestarsi. In questo momento l'attenzione deve fare una specie di pulizia della mente e dell'animo. Deve vedersela con l'immaginazione e con il sapere. Deve portare la concentrazione del soggetto fino al limite dell'ignoranza, per non dire dell'innocenza.
[...] L'attenzione dev'essere come un cristallo che, quando è perfettamente pulito, cessa di essere visibile per lasciar passare in trasparenza ciò che sta dall'altra parte. Se quando diamo intensamente attenzione a qualcosa lo facciamo proiettando su di esso le nostre conoscenze, i nostri giudizi, le nostre immagini, si formerà una specie di spessa coltre che non permetterà a questa realtà di manifestarsi. Ciò porta a una connessione con il fatto che alcune importantissime scoperte sono arrivate alla mente dello scopritore quando era distratto, perché in quel momento la sua mente era libera. È altrettanto certo che questi casi sono accaduti a coloro che venivano da un assai lungo e profondo cercare, ricercare [...].
L'esercizio dell'attenzione è la base di ogni attività, è in certo modo la stessa vita che si manifesta. Non prestare attenzione equivale a non vivere. Si tratta però di un esercizio complesso, di un'educazione intera, dell'educazione di tutto l'organismo e dell'essere umano e non soltanto della mente né dei suoi sensi. A dire il vero, di tutto ciò si continua a sapere di più nelle culture dell'Oriente che in quelle dell'Occidente. Infatti, la realizzazione di certe prodezze umane, dell'essere umano autonomo, senza l'aiuto della tecnica meccanica, è cosa consueta per gli orientali mentre per noi occidentali si tratta di incomprensibili prodigi. In fondo non si tratta di nient'altro che dell'attenzione, di un'attenzione educata che esige a sua volta la conoscenza e l'uso delle energie sottostanti e dei poteri dell'essere umano che, per questi aspetti, assomiglia a un continente sconosciuto.

domenica 17 giugno 2012

spiega l'infinito attraverso il minuscolo seme di senape

Nel cuore di tutti il seme di Dio
Domenica 17 giugno 2012, 11ª domenica del Tempo ordinario. Letture: Ez 17,22-24; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34. 



In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce [...].». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra» [...].


Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno. Gesù parla delle cose più grandi con una semplicità disarmante. Non fa ragionamenti, apre il libro della vita; racconta Dio con la freschezza di un germoglio di grano, spiega l'infinito attraverso il minuscolo seme di senape. Perché la vita delle creature più semplici risponde alle stesse leggi della nostra vita spirituale, perché Vangelo e vita camminano nella stessa direzione, che è il fiorire della vita in tutte le sue forme.
Accade nel regno di Dio come quando un uomo semina. Dio è il seminatore infaticato della nostra terra, continuamente immette in noi e nel cosmo le sue energie in forme germinali: il nostro compito è portarle a maturazione. Siamo un pugno di terra in cui Dio ha deposto i suoi germi vitali. Nessuno ne è privo, nessuno è vuoto, perché la mano di Dio continua a creare.

La prima parabola sottolinea un miracolo di cui non ci stupiamo più
alla sera vedi un bocciolo, 
il giorno dopo si è aperto un fiore. 
Senza alcun intervento esterno.
 Ecco: 
Che tu dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. 
Com'è pacificante questo! 
Le cose di Dio fioriscono per una misteriosa forza interna, per la straordinaria energia segreta che hanno le cose buone, vere e belle. 
In tutte le persone, nel mondo e nel cuore, nonostante i nostri dubbi, Dio matura. E nessuno può sapere di quanta esposizione al sole, al sole della vita, abbia bisogno il buon grano di Dio per maturare: nelle persone, nei figli, nei giovani, in coloro che mi appaiono distratti, che a volte giudico vuoti o senza germogli.

La seconda parabola mostra la sproporzione tra il granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, e il grande albero che ne nascerà. 
Senza voli retorici:
il granello non salverà il mondo. 
Noi non salveremo il mondo. Ma, assicura Gesù, un altro è il nostro compito: gli uccelli verranno e vi faranno il nido. 
All'ombra del tuo albero, dei fratelli troveranno riposo e conforto. Guardi un piccolo seme accolto nel cavo della mano, lo diresti un grumo di materia inerte. Ma nella sua realtà nascosta quel granello è un piccolo vulcano di vita, pronto a esplodere, se appena il sole e l'acqua e la terra...
Il seme ci convoca ad avere occhi profondi e a compiere i gesti propri di Dio. Mentre il nemico semina morte, noi come contadini pazienti e intelligenti, contadini del Regno dei cieli, seminiamo buon grano: semi di pace, giustizia, coraggio, fiducia. Lo facciamo scommettendo sulla forza della prima luce dell'alba, che appare minoritaria eppure è vincente. Qui è tutta la nostra fiducia: Dio stesso è all'opera in seno alla terra, in alto silenzio e con piccole cose.