sabato 8 maggio 2010

Il dolore

Il dolore è un postino grigio, muto,
col viso scarno, gli occhi azzurro-chiari,
gli pende giù dalle fragili spalle
la borsa, scuro e logoro ha il vestito.

Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi, timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe ai muri
delle case, sparisce in un portone.

Poi bussa. E ha una lettera per te.

Attila József (Budapest,1905 - Balatonszarszo,1937)

(Massimo Troisi ne "Il Postino")

In fondo al vicolo della solitudine

Mi metto a sedere
in fondo al vicolo cieco della solitudine
i giorni con pazienza
e le notti in attesa
il passare del tempo
il passare della vita
hanno detto finche passa
non ci sarà dolore
è passato, ma con dolore
hanno detto: questo passerà pure
è passato, ma duramente
ora che faccio...
con quale passione, quale speranza
assisto al passaggio della vita
in fondo al vicolo della solitudine

(Mohammad Roshan)

Non Ti Auguro un Dono Qualsiasi

Non ti auguro un dono qualsiasi,
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perchè te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

[da "Canti degli Indiani d'America" - Mondadori 2001]

LA CATENA DI DONI

“Quando bevi l’acqua ricordati della sorgente "
(proverbio cinese)
… quando mangi il pane ringrazia il fornaio che ha impastato la farina, ma non solo; ringrazia il mugnaio che ha macinato il grano, ma non solo; ringrazia il contadino che ha seminato il grano, ma non solo; ringrazia la terra da cui è germogliato il chicco, ma non solo; ringrazia l’acqua, l’aria e il vento che hanno fatto nascere le spighe, ma non solo. Ringrazia anche Dio che ha creato tutte queste cose.

"Se Tu o Dio non esistessi saresti Tu il peccatore e non noi; Tu avresti sbagliato tutto, non noi; Tu ci avresti tradito, non noi. Tua sarebbe la colpa di aver creduto in Te, non nostra" (liberamente da PASCAL).
http://frateantonio.splinder.com/home?from=392

La Verità
Ho cercato la verità, con l'Innominato di Manzoni.
Ho cercato la verità tra le lettere di don Milani.
Ho cercato la verità, curiosando nella vita di Gandhi.
Ho cercato la verità, nelle “Confessioni” di sant'Agostino.
Ho cercato la verità,
nelle prediche di don Mazzolari.
Ho cercato la verità,
piangendo con Giobbe sul letamaio.
Ho cercato la verità,
fuggendo da casa, con la mia parte di eredità,
come il Figliol Prodigo.
Ho cercato la verità,
nelle poesie di Tagore.
Ho cercato la verità,
nei pensieri di Pascal.
Ho cercato la verità,
nei “fioretti” di san Francesco.
Ho cercato la verità,
nell'allegretto della “Settima” di Beethoven.
Ho cercato la verità,
vagando stralunato.
Ho cercato la verità,
negli occhi incavati e oramai vitrei di Brambilla
morto di Aids tra le mie braccia.
(continua...)
don Antonio Mazzi
da “Preghiere di un prete di strada”

Dici quello che fai e fai quello che dici

Dici quello che fai e fai quello che dici
Controlla i tuoi pensieri, perché diventano parole.
Controlla le tue parole, perché diventano azioni.
Controlla le tue azioni, perché diventano abitudini.
Controlla le tue abitudini, perché formano il tuo carattere.
Controlla anche il tuo carattere, perché è il tuo destino.
( F.Outlaw )

RIFLESSIONI PER UNA SETTIMANA?
La cosa più facile? Sbagliare
L’errore più grande? Rinunciare
La radice di tutti i mali? L’egoismo
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento
I migliori insegnanti? I bambini
La felicità più grande? Essere utili agli altri
Il mistero più grande? La morte
Il sentimento più brutto? Il rancore
Il regalo più bello? Il perdono
La sensazione più piacevole? La pace interiore
L’accoglienza migliore? Il sorriso
La medicina migliore? L’ottimismo
(Madre Teresa di Calcutta)

... Il sogno più bello è vivere; il più difficile saper vivere.

Solo per oggi,
cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
Solo per oggi,
avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
Solo per oggi,
sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.
Solo per oggi,
mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei pensieri.
Solo per oggi,
dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell'anima.
Solo per oggi,
compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi,
farò almeno una cosa che non desidero fare; e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
Solo per oggi,
mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi,
crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.
Solo per oggi,
non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà.
Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita!
Basta a ciascun giorno il suo affanno.
Papa Giovanni XXIII

ALMENO DI NOTTE

Almeno di notte
lascia che il tuo cuore riposi...
almeno di notte smetta di correre,
rallenta la tua frenetica attivita'.
Cerca, se puoi, di addormentare anche i tuoi sogni.
Almeno di notte abbandonati in modo totale,
anima e corpo nelle mani di Dio.
(H. Camara)

... ASCOLTIAMOLO.

La preghiera comincia parlando a Dio, ma deve finire ascoltandoLo.( Seneca )
LE QUATTRO COPPE
Quando nacqui trovai una coppa, la bevvi e, in fondo, trovai una perla: la giovinezza.
La giovinezza mi offrì una coppa scintillante, la bevvi e, in fondo, trovai un rubino: l’amore.
L’amore mi offrì una coppa stupenda, la bevvi e, in fondo, trovai un diamante: il dolore.
Anche il dolore mi porse la sua coppa, disperato, la bevvi fino all’ultima goccia.
Oh, gioia suprema! In fondo, trovai Dio!
(da Amcizia GIFS)

ricorda...
Il pane che a voi avanza
è il pane dell'affamato;
il vestito appeso nell'armadio
è il vestito di chi è nudo;
le scarpe che voi non portate
sono le scarpe di chi è scalzo;
il danaro che tenete conservato
è il danaro del povero.
Le opere di carità che non compite
sono altrettante ingiustizie che voi commettete.
(San Basilio)

RICORDAMI
Ricorda, io sarò ancora qui così a lungo quanto tu mi terrai nella tua memoria.
Ricorda, quando i tuoi sogni saranno finiti, il tempo stesso può essere vinto.
E’ sufficiente che tu mi ricordi: io sono l’unica stella che brilla in modo così raggiante.
E l’ultima luce che svanisce nel sole che sorge.
Sono con te ogni volta che tu racconti la mia storia.
Perché io sono ciò che ho fatto.
Ricorda, io sarò ancora qui così a lungo quanto tu mi terrai nella tua memoria.
Io sono quella voce nel vento freddo che bisbiglia.
E se tu ascolti mi sentirai gridare attraverso il cielo, sin quando io riuscirò ad allungare la mano fino a toccarti, io non morirò.
Ricordati, io non ti lacerò mai se tu soltanto ti ricordi di me. Ricordati di me.
(Josh Groban)

NON MORIRE QUANDO VIVI
La vera tragedia della vita è ciò che muore dentro un uomo con il passare dei giorni.(A.Einstein)

prima di voi hanno odiato me

Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia...
Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato
Gv 15,18-21
Il nostro secolo è stato davvero il secolo del martirio, con innumerevoli martiri...molti sono coloro che affrontano un martirio "bianco", cioè senza spargimento di sangue, tentando semplicemente di vivere la fede in un mondo sempre più ateo o predicando le esigenze integrali dell'insegnamento della Chiesa nel campo della morale, avendo per fondamento la rivelazione di Cristo. Non dobbiamo essere sorpresi, ma piuttosto rallegrarci ed essere felici: è questo che egli ci ha promesso.
E' doveroso, però, fermarsi ogni tanto, per interrogare lo Spirito Santo a proposito della validità effettiva delle nostre progettazioni, ascoltare quello che egli suggerisce; se non ci si comporta in questo modo, ci può accadere di procedere speditamente su una determinata strada, mentre lo Spirito Santo ci attende su un'altra.
Il credente di seguito deve attendersi persecuzioni da coloro che non conoscono Dio in modo totale, o non lo vogliono conoscere; da coloro che presumono di sapere tutto di Lui, ma di fatto lo conoscono solo in modo distorto; da parte di coloro che si sono bloccati nel cammino verso la perfezione, perché si ritengono degli arrivati. Noi stessi possiamo essere, a nostra volta, "persecutori" dei nostri fratelli se cadiamo nei limiti sopra accennati.

venerdì 7 maggio 2010

Taci

Se non hai da dire
parole più belle del silenzio....
taci!...
(pensiero orientale)

Silenzio ...
voglio silenzio... voglio silenzio ...
non voglio le chiacchiere,
le vostre ...
se proprio devon essere parole
che siano di quelle scelte
sapientemente e
soprattutto col cuore...

Carità: finchè Dio non gli racconta la tua musica

Quello che tu non sai
che gli altri non osano
è che la tua carità è musica
è musica senza parole
che arriva al cuore
di chi ti vuol bene, di chi
ti ama e che non sa esprimere
la sua volontà.
Alle volte uno tace e sente
di essere ingrato
finchè Dio non esplode
in lui e non gli racconta
la tua musica d’uomo.

Alda Merini

Tempo: la sua poesia più bella

MEMORIA
Ogni anziano ama vivere nel ricordo
i giorni della giovinezza
come ogni straniero anela il ritorno
al paese d'origine, e si compiace
nella narrazione del passato
come un poeta si compiace
nel recitare la sua poesia più bella.
(K.Gibran)

CAMMINARE NELL'"AMORE"
Cogli questo piccolo fiore,
prendilo! Non indugiare!
Temo che appassisca
e cada nella polvere.
Se non può trovare posto
tra i fiori della tua ghirlanda onoralo
almeno con il tocco della tua mano
anche se doloroso.
Temo che il giorno finisca
senza che me ne accorga e
che passi il tempo delle offerte.
Non è intenso il colore
e il suo profumo è tenue
ma può servire prendilo,
coglilo finché c'è tempo!
(Tagore)

L'ANSIA DELLA RICERCA
Vieni anche tu,
non importa se è tardi,
o se è già notte:in ogni ora troverai Gesù
disposto a fissare su di te il suo sguardo,
a darti una ricompensa non inferiore
per quanti giungono in ritardo.
Anche Nicodemo venne di notte: era notte,
poichè non era avvenuta ancora la risurrezione.
Finalmente Cristo è risorto,
e il giusto dice:alleluia.
( S. Ambrogio)

Beato chi... volentieri cerca di correggersi!

http://cogitor.splinder.com/
“Non rimproverare con asprezza la persona che ha fatto uno sbaglio.
Aspetta pazientemente:
otterrai di più parlando gentilmente e con dolcezza
che con una lunga sequenza di rampogne.
Così facendo finirai per avere ragione (le cose andranno a posto, soprattutto, non darai l'impressione di aver vinto rendendo l'altro perdente)
e ti manterrai calmo”.
“Quando stai per dire qualcosa,
esamina il tuo modo di parlare ( anche l'atteggiamento);
la carità e la gentilezza renderanno più appetibile (condivisibile) il tuo messaggio.
La stessa cosa detta in due modi diversi da due persone con diversi stati d’animo
produce due diversi risultati” (F.X. Nguyen Van Thuan).
Aspetta pazientemente: otterrai di più parlando gentilmente e con dolcezza. E’ proprio questa pazienza che talvolta viene meno dialogando con qualcuno! Altro che “dolcezza”, le rampogne navigano incontrastate in moltissimi dei nostri discorsi. Dovremmo davvero seguire il saggio monito del vescovo vietnamita Van Thuan, che in tredici anni di prigionia di pazienza ne ha avuta davvero tanta!Il nostro modo di parlare è spesso privo di carità. E’ più facile inveire contro una persona piuttosto che aiutarla a comprendere l’errore commesso. A quanti di noi non darebbe fastidio essere rimproverati per aver usato parole inadeguate o per aver compiuto un’azione sbagliata? A tal proposito San Francesco d’Assisi suggerisce il metodo della “beata” correzione fraterna: “Beato chi accetta di essere corretto, accusato e rimproverato da un altro, come se lo facesse da se stesso. Beato chi quando viene rimproverato non è pronto a scusarsi, ma con umiltà confessa la sua colpa e volentieri cerca di correggersi. Anzi, ancora più beato chi non si difende e accetta il rimprovero anche di una colpa che non ha commesso” (S. Francesco). I Santi… che grandi uomini, tutto facile per loro… sempre disposti ad accogliere nel loro cuore il “cibo spirituale” che il buon Dio provvede loro. Talvolta, però, questo “cibo” a noi va di traverso! Soprattutto se si pizzicano le corde della nostra sacrosanta suscettibilità! Di per sé l’ammonimento del Santo d’Assisi potrebbe anche essere preso in seria considerazione dalla nostra “sapiente” capacità di riconoscere tutto ciò che è buono per noi. E’ il “volentieri cerca di correggersi” che purtroppo difficilmente riusciamo ad accettare. Si può entrare nella schiera dei beati se accettiamo la correzione fraterna come la possibilità di ritornare a guardare tutto e tutti con lo stesso sguardo misericordioso di Cristo.Non è impossibile!Ci si potrebbe già iniziare a lavorare!!!

E so che se agirò così, la mia volontà mi condurrà per la giusta via

Signore mio Dio,
non ho alcuna idea di dove sto andando,
non vedo la strada che mi è innanzi,
non posso sapere con certezza dove andrà a finire.
E non conosco neppure davvero me stesso,
e il fatto che penso di seguire la tua volontà
non significa che lo stia facendo davvero.
Sono però convinto che il desiderio di compiacerti
in realtà ti compiace.
E spero di averlo in tutte le cose.
Spero di non fare mai nulla senza un tale desiderio.
E so che se agirò così
la mia volontà mi condurrà per la giusta via,
quantunque possa non saperne nulla.
Avrò però sempre fiducia in te
per quanto mi possa sembrare di essere perduto
e avvolto nell’ombra della morte.
Non avrò paura,perché tu sei sempre con me
e non mi lascerai mai solo di fronte ai pericoli.
Thomas Merton, Pensieri nella solitudine, Milano 1959

Santa Maria, donna accogliente

Santa Maria, donna accogliente,
aiutaci ad accogliere la Parolanell’intimo del cuore.
A capire, cioè, come hai saputo fare tu,
le irruzioni di Dio nella nostra vita.

Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto,
ma per riempire di luce la nostra solitudine.
Non entra in casa per metterci le manette,
ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Facci comprendere che Dio,
se ci guasta i progetti,
non ci rovina la festa;
se disturba i nostri sonni,
non ci toglie la pace.
E una volta che l’avremo accolto nel cuore,
anche il nostro corpo brillerà di luce.
Tonino Bello

voglio svegliare l'aurora

Saldo è il mio cuore, o Dio,saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, a te voglio inneggiare:svegliati, mio cuore,
svegliatevi arpa e cetra,voglio svegliare l'aurora. (salmo)

Non voi avete scelto me,
ma io ho scelto voi e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga;
perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome,
ve lo conceda. Gv 15,12-17

A differenza dell'amore erotico, in cui gli amanti si amano ponendosi l'uno di fronte all'altro,
gli amici si tengono l'uno di fianco all'altro, mirando alla stessa meta o avendo un interesse comune:
il vero, il bene, il bello (C. S. Lewis).
Ciò che unisce i veri amici è la verità espressa in una vita virtuosa.
La parola rivelata contiene tutte le verità che la chiesa crede, vive e insegna;
esse, però, debbono essere attualizzate e continuamente adattate alle necessità sempre nuove del popolo di Dio, senza che perdano la loro oggettività.
Il servizio del magistero ha proprio il compito di evitare il pericolo che, nel processo di attualizzazione, esse siano travisate.
Se questo avviene, il magistero interviene, nelle forme previste, per richiamare, correggere e condannare gli errori contro la fede e la morale.
Si tratta non di un abuso di potere, ma di un indispensabile servizio alla verità, al quale il popolo di Dio deve rispetto, obbedienza e gratitudine.

giovedì 6 maggio 2010

G. K. Chesterton

Non si entra in Paradiso domani o dopodomani, nè tra dieci anni, vi si entra oggi, quando si è poveri e crocifissi
-- Léon Bloy (La donna povera)

Il cristianesimo è morto più volte ed è sempre risorto, perché aveva un Dio che sapeva la strada per uscire dal sepolcro.
da G. K. Chesterton, L’uomo eterno, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2008, p. 309

Una frase di Chesterton che J.L.Borges amava ricordare:
Tutto passerà, resterà solo lo stupore e soprattutto lo stupore per le cose quotidiane.

Il sorriso dell’uomo come cifra del senso:
La più semplice verità sull'uomo è che egli è un essere veramente strano: strano quasi nel senso che è straniero a questa terra... solo, fra tutti gli animali, è scosso dalla benefica follia del riso; quasi avesse afferrato qualche segreto di una più vera forma dell'universo e lo volesse celare all'universo stesso.
Questo fu il mio primo problema, quello di indurre gli uomini a capire la meraviglia e lo splendore dell’essere vivi.

Da Tommaso Moro, in G.K.Chesterton, Perché sono cattolico, Gribaudi, 1994, p.115:
L’eresia è quella verità che trascura tutte le altre verità.

Da L’uomo comune, San Paolo, Alba 1955, 34:
L’eretico […] non è colui che ama troppo la verità […] ma è colui che ama la propria verità più della verità stessa.

Da Le mie sei conversioni, in G.K.Chesterton, Perché sono cattolico, Gribaudi, 1994, p.69:
Almeno sei volte durante gli ultimi anni mi sono trovato nella situazione di convertirmi senza esitazione al cattolicesimo, se non mi avesse trattenuto dal compiere il gesto azzardato l'averlo già fatto.

Da L’uomo che fu Giovedì, sull’amicizia:
Non ci sono parole per esprimere l'abisso che corre fra l’essere soli e l’avere un alleato. Si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due non è due volte uno: due è duemila volte uno.

Rendimi forte e generoso!

Signore, altro è dire nelle ore buone:
"Sono pronto a tutto quel che Dio vorrà!",
altro è l'esser pronti davvero
quando vien la croce.

Allora, spesso, il cuore è fiacco
e timoroso, e i buoni propositi
se ne vanno in fumo.

Aiutami dunque a star saldo,
quando sarà necessario.
Forse la croce è già qui,
o molto vicina.

In qualsiasi momento venga,
voglio esser pronto.
Fammi forte e generoso,
che io non mi lamenti
e non indietreggi
dinanzi all'inevitabile.

Voglio fissarvi coraggiosamente
lo sguardo e riconoscere in esso
la volontà del Padre.

Dammi la ferma fiducia
che anche questa sofferenza
servirà per il mio bene,
e dammi la forza
perché l'accolga risoluto.

Raggiunto questo,
il più amaro sarà superato.
Amen.

( ROMANO GUARDINI )

Signore, mio Dio, in te confido, che io non resti confuso in eterno

Mi capita spesso, quando leggo un testo, la voglia di chiosarlo perchè dica più chiaramente quello ha detto a me. Ma quando mi accingo a farlo, le mie parole diventano inconsistenti, evanescenti perchè il messaggio dell'autore è perfetto così come è.
Sono fatto per la tua pace,
e Tu non disprezzerai il mio desiderio di amare Te solo,
in questa sofferenza,
perchè ho confidato in Te
e servo la Tua santa Volontà in pace e senza lamentarmi
per la Tua gloria.
Accetto che queste pagine di diario mi mostrino quello che io sono:
rumoroso,
pieno del tumulto delle imperfezioni e passioni
e delle ampie ferite lasciate aperte dal peccato,
pieno di difetti,
di invidie e tormenti,
pieno del mio stesso intollerabile vuoto.
Domine Deus meus, in te confido: non confundar in aeternum. (T. Merton- pag 55- Dialoghi con il Silenzio)

vostra gioia sia piena.

Concedici di riconoscere oggi il tuo amore rivelato nella morte e nella risurrezione di Cristo, fa' che osserviamo i suoi comandamenti, agendo così secondo la tua volontà in ogni situazione, perché in noi sia la sua gioia e perché la nostra gioia sia perfetta.
Rimanete nel mio amore.Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. (Gv 15,9-11)
Chiuso e diffidente, il cuore dell'uomo fa fatica ad accettare di essere infinitamente amato da Dio, nonostante i suoi peccati e i suoi rifiuti. Accettare l'amore non meritato di Cristo, accettare il fatto che egli ci ama di un amore eterno, significa provare una gioia senza limiti, quella gioia che si esprime nelle lacrime del pentimento e negli inni di lode e di ringraziamento.
Fa' che i nostri spiriti siano concordi col tuo Spirito, affinché possiamo amarci gli uni gli altri come tu ci hai amato e continui ad amarci, ora e sempre.
Il concilio Vaticano II ha rimesso l'accento sopra un sano pluralismo ecclesiale. Non si tratta di una rivoluzione, dal momento che la fede cristiana è sempre stata pluralistica nelle sue interpretazioni liturgiche, culturali e pastorali; unica radice, pluralità di rami. I testi conciliari corrono il rischio di rimanere lettera morta. Noi abbiamo il coraggio, anche se ci costa, di aprirci alle nuove prospettive conciliari? Oppure preferiamo rimanere nel calduccio delle posizioni tradizionali, che con tanta fatica ci siamo creati? (Prima lettura At 15, 7-21)

mercoledì 5 maggio 2010

Il racconto della sofferenza e della speranza

La grandezza di Maria

Maria è presente in tutte le scene dell'infanzia di Gesù,ma non dice una parola e non compie un gesto, come in ombra.Non occupa mai il posto centrale, la sua posizione è accanto al Figlio,condividendone la situazione e il destino, il rifiuto e l’accoglienza.Una nota essenziale del discepolato evangelico, soprattutto quello di Maria,è di essere alla sequela, ma sempre all’ombra del Figlio.La sua grandezza sta tutta, e soltanto, nell’obbedire al Signore,nell’essere a servizio di quel bambino.C’è un posto più luminoso all’ombra di Gesù?
Bruno Maggioni, I personaggi della natività, 33-34

Uniti a Cristo

Concedici la forza di sopportare le difficoltà della giornata e di ricavarne frutti in abbondanza, uniti a Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli
Della tua lode sia piena la mia bocca,perché io possa cantare;esulteranno, a te cantando,le mie labbra. Alleluia.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Ogni credente è chiamato a fare lo stesso: a sentirsi pronto ad essere sfrondato dal vignaiolo, cioè dal Padre. In altre parole, per dare frutti dobbiamo essere disposti a soffrire, per esempio andando contro le mode imperanti, rispettando i nostri principi cristiani negli affari, restando fedeli nel matrimonio, sopportando ogni tipo di discriminazione derivante dal professare pubblicamente la nostra fede.Una tale sofferenza purifica il cuore del credente e rafforza la vita di Cristo in noi.
Signore Gesù Cristo, tu sei la vite e noi i tralci. Senza di te non possiamo fare nulla, uniti a te possiamo dare molti frutti.Concedici la grazia, per intercessione di Maria, tua madre e nostra, di restare sempre con te, meditando le tue parole nel nostro cuore. Te lo chiediamo, sicuri che ci ascolterai ora e per sempre.

martedì 4 maggio 2010

Sette tappe sulla preghiera

La contemplazione quotidiana del vangelo e la ripetizione attenta di una preghiera possono influenzare profondamente la nostra vita interiore.

La nostra vita interiore è come uno spazio santo che deve essere tenuto con cura e decorato in modo appropriato...
(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

UNO: Madre Teresa di Calcutta


Una volta, parecchi anni fa, ebbi l’opportunità di incontrare Madre Teresa di Calcutta. Avevo molti problemi in quel momento e decisi di servirmi di questa occasione per chiederle consiglio. Appena seduti, cominciai a sciorinare tutti i miei problemi e le mie difficoltà, cercando di convincerla di quanto le cose fossero complicate! Quando dopo una decina di minuti di elaborate spiegazioni finalmente tacqui, Madre Teresa mi guardò tranquillamente e mi disse: “Bene, se dedicherai un ora al giorno ad adorare il tuo Signore e a non fare mai quello che sai essere ingiusto… tutto andrà bene!”. Quando disse così mi resi conto all’improvviso che aveva bucato il mio grande pallone gonfiato, fatto di complicata autocommiserazione [...] fui così sbalordito della sua risposta che non sentii alcun desiderio necessità di continuare la conversazione. […] Le sue poche parole si incisero nel mio cuore e nella mia mente […], in modo semplice e diretto, esse erano penetrate al centro del mio essere. Sapevo che lei aveva detto la verità e che avevo il resto della mia vita per viverla […]: mi resi conto che avevo posto una domanda dal basso cui lei aveva dato risposta dall’alto […], dal luogo di Dio, non dal luogo delle mie lamentele. Per la maggior parte del tempo noi reagiamo a domande dal basso con risposte dal basso: il risultato è che vi sono sempre più domande e, sovente, sempre più confusione.
La risposta di Madre Teresa fu come un lampo di luce nella mia oscurità. Conobbi improvvisamente la verità su me stesso.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

DUE: dall’ansia alla preghiera.

Uno dei modi meno idonei per smetterla di angosciarci è cercare di non pensare alle cose che ci procurano ansia. Non possiamo scacciare le nostre ansie con la mente. […]
L’invito di Gesù ad applicarsi col cuore al suo Regno in un certo senso è paradossale. Si potrebbe interpretarlo così: “Se vuoi angosciarti, fallo per qualcosa per cui valga la pena. Preoccupati di cose più grandi (della tua famiglia, dei tuoi amici, o dell’incontro di domani). Preoccupati delle cose di Dio: la verità, la vita, la luce!”. Appena applichiamo il nostro cuore a queste cose la nostra mente smette di agitarsi, perché entriamo in comunione con Colui che è presente a noi qui e ora, ed è qui per darci quello di cui abbiamo più bisogno. L’ansia diventa allora preghiera, e i nostri sentimenti di impotenza si trasformano nella coscienza di essere fortificati dallo spirito di Dio.
In verità, con l’ansia non possiamo prolungare la nostra vita, ma possiamo andare molto al di là dei confini della nostra breve esistenza e reclamare la vita eterna quali diletti figli di Dio.
Con queste cose, le ansie finiranno? Probabilmente no. Finché siamo in questo mondo, pieno di tensioni e di pressioni, la nostra mente non sarà mai libera dall’ansia, ma se siamo costanti nel tornare col cuore e con la mente all’amore di Dio che ci avvolge, allora possiamo continuare a sorridere del nostro io ansioso, a tenere occhi aperti alle visioni e ai suoni del Regno.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

QUATTRO: non manco di nulla!


[…] Per molto tempo ho pregato le parole: “Il Signore è il mio pastore; non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare; ad acque tranquille mi riconduce. Mi rinfranca e mi guida per il giusto cammino”.
Ho pregato queste parole per una mezz’ora, tranquillamente seduto nella mia poltrona, solo per mantenere la mente concentrata su quello che dicevo. Le ho pregate durante molti momenti della giornata, quando andavo in giro, e le ho pregate persino durante le mie attività quotidiane. Queste parole sono in netto contrasto con la realtà della mia vita. Io ho bisogno di molte cose, e vedo soprattutto strade affollate, brutti quartieri e negozi; se vi sono acque lungo le quali camminare, esse sono inquinate. Ma continuo a dire: “Il Signore è il mio pastore”, e lascio che l’amore e la protezione di Dio entrino pienamente nel mio cuore, per diventare più cosciente che le strade affollate, i brutti quartieri, i negozi e i canali d’acqua inquinata non dicono la vera storia su chi sono io. Io non appartengo alle potenze e ai principati che governano il mondo, ma al Dio Pastore che conosce i suoi ed è conosciuto dai suoi. Alla presenza del mio Signore e Pastore non vi è davvero nulla che mi manchi. Egli, in verità, mi darà il resto che il mio cuore desidera e mi trarrà fuori dall’oscuro pozzo della depressione. E’ cosa buona sapere che milioni di persone hanno pregato le medesime parole per secoli e vi hanno trovato conforto e consolazione. Non sono solo, quando prego queste parole. Sono circondato da innumerevoli donne e uomini, da coloro che sono vicini e da coloro che sono lontani, da coloro che vivono nel presente e da quelli che sono morti di recente o tanto tempo fa, e io so che molto tempo dopo che avrò lasciato questo mondo queste medesime parole continueranno a essere pregate sino alla fine dei tempi.
Più queste parole penetrano profondamente nel centro del mio essere e più divento parte del popolo di Dio e comprendo meglio ciò che significa essere nel mondo senza essere del mondo.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

TRE: dalla mente al cuore.

In quale modo ci applichiamo concretamente col cuore al regno di Dio? Quando giaccio nel mio letto, incapace di addormentarmi a causa delle mie molte ansie, quando compio il mio lavoro, preoccupato per tutte le cose che possono andare male, quando non riesco a liberare la mia mente per un amico morente, che cosa posso fare? […] vi sono alcune risposte che possono darci un utile orientamento. Una semplice risposta è passare dalla mente al cuore, dicendo lentamente una preghiera con la massima attenzione. Questa può sembrare l’offerta di una gruccia a chi chiede di guarire la sua gamba fratturata. La verità è, però, che la preghiera, pregata col cuore, risana. Se sapete a memoria il Padre nostro, il Credo apostolico o il Gloria, avete qualcosa con cui cominciare. Forse vi piacerà imparare a memoria il salmo 23: “Il Signore è il mio pastore…”, o le parole di Paolo sull’amore nella Lettera ai Corinzi, o la preghiera di San Francesco: “Signore, fammi strumento della tua pace…”. Mentre giaci nel tuo letto, guidi l’automobile, aspetti l’autobus o porti a spasso il tuo cane, puoi lasciare che le parole di una di queste preghiere attraversino la tua mente, semplicemente cercando di ascoltare con tutto il tuo essere ciò che esse dicono. Sarai continuamente distratto a causa delle tue angosce, ma se continui a tornare alle parole della preghiera, scoprirai gradualmente che le tue ansie diventano meno ossessive e che cominci a gustare veramente la preghiera. Quando la preghiera discenderà dalla mente al centro del tuo essere, scoprirai il suo potere di guarigione.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

CINQUE: contemplare il Vangelo.

Qualunque sia il metodo concreto col quale applichiamo la mente e il cuore al regno, è importante soltanto nella misura in cui esso ci porta più vicini a Dio.
L’attenta ripetizione di una preghiera è un metodo che si è dimostrato fecondo. Un altro è la contemplazione del vangelo del giorno. Ogni giorno dell’anno ha un proprio passo del vangelo, e ogni passo contiene un tesoro per noi. Per me è stato d’immenso valore spirituale leggere ogni mattina il brano di storia di Gesù che è stata scelto per quel giorno, e contemplare, ascoltare con occhi e orecchi interiori. Ho scoperto che quando faccio questo per un lungo periodo di tempo la vita di Gesù diventa più viva in me, e mi guida nelle mie attività quotidiane.
Spesso mi sono ritrovato a dire: “Il vangelo che ho letto questa mattina era proprio quello di cui avevo bisogno oggi!”. Era molto più che una meravigliosa coincidenza. Ciò che succede, infatti, non è che il testo del vangelo mi aiuti su un problema concreto, ma che i molti passi del vangelo che ho, giorno dopo giorno, contemplato mi forniscono a poco a poco nuovi occhi e nuovi orecchi per vedere e udire quel che accade nel mondo. Non che il vangelo mi aiuti ad evitare il comparire delle ansietà, ma il vangelo ne mostra l’inutilità, e così rimette a fuoco la mia attenzione.
Una volta stavo cercando con tutte le mie forze di aiutare due miei amici a risolvere le difficoltà del loro matrimonio. Leggendo i racconti del Vangelo giorno dopo giorno, mi resi conto che ero più interessato ad essere un buon consigliere che a rendere i miei amici pienamente aperti alla volontà di Dio, qualunque fosse la conseguenza per la loro vita futura.
Divenni meno ansioso di risolvere i loro problemi e più libero di essere uno strumento della guarigione di Dio.
La contemplazione quotidiana del Vangelo è uno dei modi più diretti per applicare la mente e il cuore prima di tutto al regno.
.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

SEI: i dipinti sulle pareti del cuore.

La contemplazione quotidiana del vangelo e la ripetizione attenta di una preghiera possono influenzare profondamente la nostra vita interiore. La nostra vita interiore è come uno spazio santo che deve essere tenuto con cura e decorato in modo appropriato.
La preghiera, in qualsiasi forma, è un modo per rendere la nostra dimora interiore un luogo in cui possiamo accogliere coloro che cercano Dio.
Dopo aver trascorso alcune settimane ripetendo lentamente le parole di Paolo, “l’amore è paziente e benigno; l’amore non è invidioso; l’amore non cerca il proprio vantaggio”, queste parole cominciarono ad apparire sulle pareti della mia dimora interiore un po’ come un certificato di laurea nello studio di un medico. Ovviamente, non si trattava di una apparizione, ma dell’emergere di un’ immagine. Quest’ immagine, come un quadro con le parole sacre sulla parete della mia stanza interiore, mi ha dato una nuova comprensione del rapporto tra preghiera e ministero.
Quando, durante il giorno, incontro la gente, ricevo nella mia dimora interiore. Alcuni quadretti rappresentano parole, altri dei gesti, di benedizione, di perdono, di riconciliazione e di guarigione.
Molti rappresentano dei volti: i volti di Gesù e di Maria, i volti di Teresa di Lisieux e di Charles de Foucauld…
E’ molto importante che la nostra dimora interiore abbia dei quadri alle pareti, quadri che consentano a coloro che entrano nella nostra vita di aver qualcosa da guardare, che dicano loro dove sono e dove sono invitati ad entrare. Senza preghiera e senza contemplazione le pareti della nostra dimora interiore rimarranno povere e pochi ne saranno ispirati.(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

SETTE: un ambiente spirituale.

Non possiamo vivere da soli la nostra vita spirituale. La vita dello Spirito è come un seme che ha bisogno di un terreno fertile per crescere. Un terreno fertile implica non soltanto una buona disposizione interiore, ma anche un ambiente di sostegno. E’ molto difficile vivere una vita di preghiera in un ambiente dove nessuno prega o parla con amore della preghiera. E’ quasi impossibile approfondire la nostra comunione con Dio quando coloro con cui viviamo e lavoriamo respingono o persino ridicolizzano l’idea che vi sia un Dio d’amore. E’ un compito sovrumano continuare ad applicare il nostro cuore al Regno quando tutti coloro che conosciamo o con i quali parliamo hanno il loro cuore attento ad ogni cosa tranne che al Regno.

Non sorprende che le persone che vivono in un ambiente secolarizzato, dove il nome di Dio non viene mai menzionato, la preghiera sia sconosciuta, la Bibbia non venga mai letta e la conversazione sulla vita nello Spirito sia completamente assente, non possano vivere a lungo la comunione con Dio. Ho scoperto quanto io stesso sia sensibile all’ambiente in cui vivo. Nella mia comunità le parole sulla presenza di Dio nella nostra vita vengono spontaneamente e facilmente alle labbra. […] Se parliamo seriamente di vita spirituale, abbiamo la responsabilità di creare un ambiente in cui essa possa crescere e maturare. Forse non riusciremo a creare il contesto ideale per una vita nello Spirito, ma ci sono aperte molte più opzioni di quanto spesso noi crediamo. Possiamo scegliere amici, libri, chiese, arte, musica, luoghi da visitare e gente con cui stare che, nel loro insieme, offrano un ambiente che consenta al granello di senape che Dio ha seminato in noi di crescere, diventando un grande albero.

(da: Henry Nouwen, Vivere lo spirito, Queriniana, pag. 82-85)

Pace senza paura

Scaccia la paura dai nostri cuori, concedici di vivere nella pace di Cristo e permettici così di vincere la sfida posta dalla fede in Cristo, tuo Figlio, nostro Signore,
Canti la mia bocca la lode del Signore
e ogni vivente benedica il suo nome santo,
in eterno e sempre.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
san Tommaso More pregava nella torre di Londra: "La perdita dei beni temporali, degli amici, della libertà, della vita e di tutto il resto non è nulla se si guadagna Cristo".
Il potente di questo mondo regna per mezzo della paura e dell'intimidazione. Ma Cristo dice: "Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore".
Una tale pace, nata nel perdono dei peccati e nutrita dall'amore, l'amore di Dio per noi, aumenta in proporzione a ciò che soffriamo per Cristo.
Perdona i nostri peccati e concedici la pace che tu hai promesso, quella pace che il mondo non può né dare né togliere, affinché possiamo essere testimoni della tua riconciliazione e riportare i nostri fratelli a te, perché vivano per sempre con te.
Oggi è difficile che noi credenti ci raduniamo in assemblea per raccontarci l'un l'altro le meraviglie che Dio opera in noi e per mezzo di noi. Ancora più raro si presenta il caso di inserire fra le meraviglie divine, le sofferenze, gli smacchi, i limiti del nostro agire apostolico.
Negli Atti non si trova la narrazione di una comunità che si attarda a fare programmazioni, a stilare piani pastorali. E' frequente, invece, il racconto di gente che parte e che ritorna dalla missione; di apostoli che narrano le meraviglie operate da Dio, specialmente in mezzo ai pagani. Forse non guasterebbe, se diminuissimo gli incontri di programmazione, e se moltiplicassimo quelli di preghiera, di lode, di ringraziamento, di narrazione delle cose strepitose che , anche per mezzo nostro, Dio ha compiuto, compie e compirà.

lunedì 3 maggio 2010

SCENDENDO DA GERUSALEMME
GIOVANNI D’ALESSANDRO
La vita se ne va così, senza ascoltare la richiesta di aiuto. Peggio, non cercandola.
Ignorandola. Girando lo sguardo altrove. È una preghiera che mi viene anche nei rari casi in cui non dispiaccio a me stesso, e mi fermo, invece, e do un aiuto. È un Kyrie eleison per me, non solo per il prossimo:
«Quello che ho fatto è una goccia nel mare,
che adesso ho alzato gli occhi a guardare.
È un mare che ho scelto di non navigare.
Ma dovunque, o Dio, una mano mi cerchi;
dovunque una voce mi chiami
e, ancor più, dove nessuna voce abbia la forza di chiamarmi;
dovunque io passi e non alzi gli occhi a guardare,
fa’ che non sia io, o Dio,
il volto che distoglie lo sguardo,
l’orecchio che non sente,
il passo che prosegue.
Forse non sarò capace di dare, di farmi prossimo a te.
Ma tu fermami, o Dio, dove t’incontro».
http://www.avvenire.it/SCENDENDO DA GERUSALEMME GIOVANNI D’ALESSANDRO

tempo di credere

Nessuno è più viandante di un cristiano.
Un altro può sostare ove gli piace, poiché davanti ad ogni sorgente l'attende una sete.
Il cristiano, ha la sete di tutte le cose visibili e invisibili;
la sete che non si può frazionare in piccole avventure,
saldato com'è a Qualcuno,
che pur non conoscendo ancora bene,
pur non sapendo con qual nome chiamarlo,
sa di dover cercare in un'Avventura
che gli impone il ritorno
qualora la strada non cammini.
...questo camminare scoperto, sotto ogni tempo,
in cerca di un respiro per non soffocare,
di un punto fermo per non lasciarmi portar via,
di un porto per rifugiarvi,
più che la mia, l'anima di coloro che il Signore mi dà.
...non saprei dirvi che pochi nomi.
La memoria è corta, ma dal cuore non c'è fuori nessuno,
neanche quelli che le piccole passioni dell'ora
vogliono far dimenticare come prossimo di ognuno.
Se mi restringessi il cuore, la mia sete sarebbe finita e
potrei fermarmi come un pellegrino qualunque,
che confonde il momento con l'eternità.
...Nessuno può rimandare a domani quando è l'ora:
«e questa è l'ora».
Nessuno può tenere le mani in tasca
per paura di contaminarle.
Nessuno può fare l'uomo saggio
quando tutto è folle, sulle piazze e nei cuori.
...Quando tutto è breve, oscuro e dissaldato:
quando, ragionando, non capisco niente:
quando ognuno fa paura a se stesso,
per tirare avanti un altro giorno
e per non buttarmi nel fiume
o nel fango,
ho bisogno di credere.
...Per il momento non c'è più conflitto tra uomini di ragione e uomini di fede.
Siamo tutti in ginocchio...
Non esistono tempi ordinari.
Esitono invece molti uomini che non capiscono la straordinarietà di ogni ora, per il solo motivo che non è solcata da portentosi avvenimenti...
Il guaio incomincia quando la gente, la quale non riconosce lo straordinario d'ogni epoca, incalzata da avvenimenti subitanei e sproporzionati alla propria fantasia, perde, con la ragione, la stessa dignità, e s'attacca e crede a tutto pur di campare...
Ci vuole del coraggio o della disperazione tanta per ripiegare in posizioni di fedi temporali che non ci permettono neanche d'illuderci!..
Una fede che tende verso l'Eterno, voi la dite un'illusione ed io vi lascio dire ciò che volete perché so quanto è inutile discorrere di cose eterne con chi non ha ancora misurato la vanità delle cose temporali.

(don Primo Mazzolari)

Il cristiano maturo

Afferma Felice Scalia a questo proposito che un cristiano, esclusivamente "indottrinato, può parlare quanto vuole, ma sta sempre al suo posto, non provocando né subendo guai. Uno formato alla passione insaziabile di una schietta fedeltà a Dio e all'uomo è, al contrario, sicuramente un individuo scomodo che non ha vita facile, proprio perché a nessuno la rende tale. Maturo è, forse, chi comincia a smettere di impostare la sua vita nell'esecuzione di leggi esterne e sta imparando ad ascoltare lo Spirito".
A volte l'identikit di una persona che si è smarrita è talmente vago da risultare impossibile disegnarla nella sua realtà; questo complica notevolmente il compito di coloro che la dovrebbero rintracciare. E' molto importante, per il credente di ogni tempo che anela a rapportarsi con Dio, conoscere il suo volto; non si può procedere per via approssimativa. Cristo ha un volto ben delineato nelle caratteristiche esterne e interiori; proprio per questo è credibile quando afferma che, chi osserva il suo viso, vede quello di Dio. Molte cose incerte e approssimative si sentono dire di Dio, anche da parte di persone che si qualificano cristiane e credenti. La gravità di una simile situazione è determinata dal fatto che, da un'imperfetta conoscenza del soggetto deriva un'impossibilità di amarla in modo completo. Afferma San Girolamo che l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo; la non conoscenza di lui equivale alla non conoscenza di Dio. Alla base di molte crisi di fede, di abbandono della pratica religiosa, del passaggio a un'altra religione sta l'ignoranza del vangelo. Se ne siamo convinti, vediamo di trarne sagge conclusioni.
http://www.laparola.it/meditaoggi.php

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 18)

L'annuncio di Dio nelle opere del creato. Ammirando e rispettando il creato ascoltiamo la sua voce.
R. Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.
I cieli narrano la gloria di Dio
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggioe
la notte alla notte ne trasmette notizia. R.
Non è linguaggio e non sono parole
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola. R.

Contemplando le opere di Gesù conosciamo il Padre.
Tommaso chiede: "Signore, noi non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?".
Gesù gli risponde: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,5-6).
Nei tre versetti seguenti, Gesù fa due magnifiche promesse. In primo luogo promette al credente che compirà opere più grandi ancora delle sue (Gv 14,12) e poi promette di ascoltare sempre la preghiera di colui che la rivolgerà al Padre nel suo nome (Gv 14,13-14).

Signore, la tua vita non è stata una vita chiusa. Tu hai amato e ascoltato i malati e i sofferenti. Tu sei stato ferito dagli insulti dell'esperienza. Tu hai conosciuto la cattiveria dei nemici e il tradimento degli amici, ma non hai risposto al male col male; tu hai rivelato che nessun peccato è al di là del tuo perdono e che nessun peccatore pentito si vede rifiutare l'ingresso nel regno. Questa verità sia il nostro conforto e la nostra consolazione

domenica 2 maggio 2010

C’è chi insegna

C’è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.

C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.

C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all’altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.

Danilo Dolci

Informazione non scontata

Dobbiamo imparare a leggere la realtà, è grave che i cristiani stessi si lascino influenzare.
Non dovremmo dirci che l’aspetto fondamentale è la conoscenza, dovrebbe essere scontato.
Accompagnare le persone a scoprire la dimensione pubblica come luogo di impegno, di testimonianza e di carità, vissuta al massimo grado (Paolo VI docet!).
Andare oltre. Superare questa stagione triste della vita delle istituzioni democratiche, reagire alla pesantezza della crisi economica ed etica e rilanciare il tema della partecipazione, in vista di un progetto di sviluppo per il Paese dentro una strategia sostenibile ed integrata alla globalizzazione.
Occorre, dunque, restituire alla politica il suo ruolo, occorre coniugarla al futuro.
La vita cristiana non può restare chiusa nell’orizzonte di una cultura e di istituzioni definite, ma ha le risorse per discernere i valori della negatività e per valutare ciò che concorre all’affermazione della dignità della persona e ciò che la minaccia. Dunque, un’ineludibile responsabilità per le prospettive del Paese è connessa al dovere cristiano di partecipare ad ogni vero processo di liberazione umana.
...narrare storie nuove dal sapore antico: storie di impegno personale, di passione organizzativa, di fatica a coinvolgere e a fare rete (meglio dire comunità… non community… per carità!) coniugate al bisogno di essere radicati ai valori più profondi della carità cristiana: giustizia, solidarietà, amicizia verso i poveri e i deboli, cura educativa e gusto sobrio dell’essenzialità. Verrebbe da dire – con il grande Paolo Giuntella – che c’è consapevolezza di aver ricevuto il “gomitolo dell’Alleluja”, che si fa afferrare ma non sa restare fermo nelle mani di chi lo riceve.
Perché la politica ritorni ad essere il modo più serio per prendersi cura delle cose di tutti.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero

bellissimo post di http://pensieriinvolo.splinder.com/home?from=0
Nel giorno del compleanno ricevi doni. Questo è un bellissimo dono che Chaplin ha fatto a noi nel suo 70° compleanno.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto
che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvertimento
che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama AUTENTICITA’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama MATURITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama SINCERITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato
un compagno importante.
Oggi a questa unione do’ il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!

Chalrles Chaplin – in occasione del suo 70° compleanno

le promesse di Dio

Quando ti alzi al mattino, pensa quale prezioso privilegio e’ essere vivi: respirare, pensare, provare gioia e amare.”
Marco Aurelio

la Chiesa

Il percorso che le letture di oggi ci fanno fare può essere così sintetizzato:
- la Chiesa terrena, così come oggi la viviamo e come sempre è stata, è attraversata da difficoltà e crisi e insieme sostenuta da Dio attraverso le persone che le affida (1L);
- la Chiesa celeste, nostra meta, è la realtà attesa, nuova e insieme già inaugurata dalla risurrezione del Cristo (2L);
- il modo per realizzarla ci è affidato da Gesù con il comandamento nuovo: “amatevi gli uni gli altri COME IO ho amato voi” (V)
http://paroledivita.myblog.it/

mese di Maggio

Preghiera a Maria per il mese di maggio

Maria, Regina del mese di maggio e Madre degli uomini,
eccoci intorno a Te, come ritornati da un lungo cammino;
stremati da un lungo peregrinare, siamo in cerca di pace e di felicità.

Tu sola puoi ridonarci la speranza.
Il tuo sorriso ci faccia dimenticare tante cose che ci angustiano.
In questa primavera dell’anno ritorniamo a Te per sentire la tua voce
Materna stimolatrice e affettuosa, ammonitrice e dolce.

Dopo i nostri paurosi sbandamenti ritorniamo a Te, perché Tu ci indichi
la strada da percorrere, quella insegnata da Cristo ai suoi seguaci.
Noi ritorniamo a Te per illuminare del tuo sorriso le realtà di ogni giorno,
i problemi che attendono soluzioni, e i doveri che ci incombono.
Guidaci a risoluzioni impegnative, capaci di rifare un mondo stanco
e affamato di felicità.

Maria, Tu ci conosci, sai quello che vogliamo,
ciò che possiamo fare, quello di cui abbiamo bisogno.
Aiutaci a conoscerlo. I vari giorni del tuo mese siano tanti anelli
di una dolce e splendida catena che ci stringe sempre più a Te.
Aiutaci a stare sempre accanto a Te, o Regina dell’Universo,
o Madre di tutti. Amen. (P. Giuliano Ferrini).

Regina del S. Rosario prega per noi!
Pace e Bene

con don Tonino Bello, preghiamo perchè non siamo mai vittime della solitudine, invocando la Madonna così:
"Mettiti accanto a noi e ascoltaci,
mentre confidiamo le nostre ansie quotidiane,
che assillano la nostra vita moderna:
la paura di non farcela, la solitudine interiore, l'instabilità degli affetti,
l'educazione difficile dei figli,
l'incomunicabilità persino con i più cari.
Ritorna, Maria, in mezzo a noi,
e offri l'edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane,
che ti hanno resa grande agli occhi di Dio."

e Trilussa
Quand'ero ragazzino, mamma mia
me diceva: "Ricordati fijolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità 'n' Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe' maggia".

Ormai so' vecchio, er tempo m'è volato;
da un pezzo s'è ad dormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l'ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l'anima da sola pija er volo!

Trilussa, La solitudine

distintivo cristiano

Due persone hanno assoluta necessità di incontrarsi, per un affare della massima importanza; però non si sono mai viste prima Non rimane che scambiarsi alcuni connotati caratteristici, ad esempio descrivere in modo dettagliato gli abiti che indossano...
Gesù ha chiesto anche a noi di assumere il connotato della carità, per essere riconosciuti come suoi discepoli, e agevolare il ritorno dei lontani alla casa del Padre. Noi spesso lo cambiamo, con il pretesto ch è troppo impegnativo; lo sostituiamo con qualche altro segno più facile: belle celebrazioni, grandiose sagre, gite parrocchiali. Se gli "altri" non ci riconoscono come discepoli di Gesù, sappiamo il motivo; se desideriamo che ci avvicinino come seguaci di Cristo, sappiamo quali strade ridimensionare e quali imboccare con maggiore intensità.

da questo conosceranno che siete miei discepoli...

Signore, mio Dio, è con te che voglio cominciare questa nuova giornata. Ti ringrazio di questa mattina, e di essere sempre presente per me.Tuo Figlio ci ha lasciato in testamento un comandamento: dobbiamo amarci gli uni gli altri come egli stesso ci ha amati. Concedimi la forza di amare anche coloro che non mi invitano a farlo e di riconoscere anche in loro il volto di tuo Figlio. Fammi diventare oggi il segno del tuo amore, affinché altri possano riconoscerti. Amen.
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.(Dal Salmo 144)
Egli dimorerà fra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il ''Dio-con-loro''.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate".
E colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose".(Ap 21,1-5a)
Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".(Gv 13.34-35)
Se ci si dedica a seguire questo comandamento, ci si accorge molto presto che l'amore non si comanda. Eppure, se si è capaci di impegnarsi ad amare il proprio prossimo per amore di Gesù - come egli stesso ha fatto - si trova ben presto la risposta a parecchie altre domande. Ci si rende conto che il cammino di Gesù è un cammino di vita, per lui ma anche per molte altre persone intorno a lui.
"Ecco da cosa gli uomini riconosceranno che voi siete miei discepoli". Forse dai prodigi che operavano? Dai morti che risuscitavano? Nient'affatto! E da che cosa, allora? "Ecco da che cosa gli uomini riconosceranno in voi i miei discepoli: dall'amore che avrete l'uno per l'altro"...
Qui ancora, notate, è la virtù che è messa in valore: lo zelo, la compassione, la fatica del comandamento, la dimenticanza del proprio interesse, la preoccupazione di adempire i doveri del proprio compito pastorale, tutto ciò è frutto della virtù dell'amore; non dei miracoli e dei prodigi, ma dell'amore.
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO