lunedì 3 maggio 2010

SCENDENDO DA GERUSALEMME
GIOVANNI D’ALESSANDRO
La vita se ne va così, senza ascoltare la richiesta di aiuto. Peggio, non cercandola.
Ignorandola. Girando lo sguardo altrove. È una preghiera che mi viene anche nei rari casi in cui non dispiaccio a me stesso, e mi fermo, invece, e do un aiuto. È un Kyrie eleison per me, non solo per il prossimo:
«Quello che ho fatto è una goccia nel mare,
che adesso ho alzato gli occhi a guardare.
È un mare che ho scelto di non navigare.
Ma dovunque, o Dio, una mano mi cerchi;
dovunque una voce mi chiami
e, ancor più, dove nessuna voce abbia la forza di chiamarmi;
dovunque io passi e non alzi gli occhi a guardare,
fa’ che non sia io, o Dio,
il volto che distoglie lo sguardo,
l’orecchio che non sente,
il passo che prosegue.
Forse non sarò capace di dare, di farmi prossimo a te.
Ma tu fermami, o Dio, dove t’incontro».
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