domenica 2 maggio 2010

da questo conosceranno che siete miei discepoli...

Signore, mio Dio, è con te che voglio cominciare questa nuova giornata. Ti ringrazio di questa mattina, e di essere sempre presente per me.Tuo Figlio ci ha lasciato in testamento un comandamento: dobbiamo amarci gli uni gli altri come egli stesso ci ha amati. Concedimi la forza di amare anche coloro che non mi invitano a farlo e di riconoscere anche in loro il volto di tuo Figlio. Fammi diventare oggi il segno del tuo amore, affinché altri possano riconoscerti. Amen.
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.(Dal Salmo 144)
Egli dimorerà fra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il ''Dio-con-loro''.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate".
E colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose".(Ap 21,1-5a)
Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".(Gv 13.34-35)
Se ci si dedica a seguire questo comandamento, ci si accorge molto presto che l'amore non si comanda. Eppure, se si è capaci di impegnarsi ad amare il proprio prossimo per amore di Gesù - come egli stesso ha fatto - si trova ben presto la risposta a parecchie altre domande. Ci si rende conto che il cammino di Gesù è un cammino di vita, per lui ma anche per molte altre persone intorno a lui.
"Ecco da cosa gli uomini riconosceranno che voi siete miei discepoli". Forse dai prodigi che operavano? Dai morti che risuscitavano? Nient'affatto! E da che cosa, allora? "Ecco da che cosa gli uomini riconosceranno in voi i miei discepoli: dall'amore che avrete l'uno per l'altro"...
Qui ancora, notate, è la virtù che è messa in valore: lo zelo, la compassione, la fatica del comandamento, la dimenticanza del proprio interesse, la preoccupazione di adempire i doveri del proprio compito pastorale, tutto ciò è frutto della virtù dell'amore; non dei miracoli e dei prodigi, ma dell'amore.
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO

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