domenica 25 luglio 2010

i tuoi progetti per me non sono finiti

Credevo che il mio viaggio
fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.

Credevo che la strada
davanti a me fosse chiusa
e le provviste esaurite.

Credevo che fosse giunto
il tempo di trovare riposo
in una oscurità pregna di silenzio.

Scopro invece che 
i tuoi progetti per me 
non sono finiti
e quando le parole ormai vecchie
muoiono sulle mie labbra
nuove melodie nascono dal cuore;
e dove ho perduto le tracce
dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre
con tutte le sue meraviglie.

(Tagore)
Le persone viaggiano per stupirsi 
delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; 
 e passano accanto a se stesse 
 senza provare meraviglia.
(Sant'Agostino)
 L'uomo veramente grande è colui 
che non vuole esercitare il dominio 
su nessun altro uomo 
e che non vuole da nessun altro 
essere dominato.
(Kahlil Gibran)
Vasti settori di mura erano incustoditi e di là penetravano i pensieri del buio, la tristezza di essere soli. 
Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure per un'occhiata indietro. 
"Ferma, ferma!" si vorrebbe gridare, ma si capisce che è inutile
Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono,le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare  
lento ma non si ferma mai(....)
Difficile credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con qualcuno. (...) 
L'importante sia ancora da comunicare. 
Lui aspetta paziente la sua ora che non è mai venuta, non pensa che il futuro si è terribilmente accorciato, non è più come una volta quando il tempo avvenire gli poteva sembrare un periodo immenso, una ricchezza inesauribile che non si rischiava niente a sperare.

(Dino Buzzati "Il deserto dei tartari"

distinti nel dialogo

Due persone possono andare d'accordissimo, 
parlare di tutto ed essere vicine.
Ma le loro anime sono come fiori,
ciascuno ha la sua radice in un determinato posto
e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro 
senza abbandonare la sua radice,
cosa peraltro impossibile. 
I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme
perché vorrebbero avvicinarsi, 
ma il fiore non può fare niente
perché il seme giunga nel posto giusto;
tocca al vento che va e viene come vuole.

Herman Hesse - Knulp, storie di un vagabondo

SPOSI TROPPO SILENZIOSI
Un contadino aveva un campo. Dopo la semina del grano s’accorse che un pezzetto di terra era rimasto libero. Senza dir nulla alla moglie, piantò della cicoria. A sua volta,la donna, senza farne parola al marito, vi piantò fagioli. Quando ambedue le sementi cominciarono a nascere, la donna sradicava i germogli della cicoria, pensando che fosse erbaccia. Altrettanto faceva il marito con i fagioli, cadendo nel medesimo errore. Non crebbe la cicoria, né ottennero fagioli… Chi ha orecchi per intendere, intenda.
(Anonimo)
Ama finche’ non ti fa male,
 e se ti fa male,
 proprio per questo sara’ meglio.
 Perche’ lamentarsi?
 Se accetti la sofferenza
 e la offri a Dio, ti dara’ gioia.
 La sofferenza
e’ un grande dono di Dio:
chi l’accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.
(Madre Teresa di Calcutta)

cercarti non più con delle parole, ma con tutto il mio essere

aloTacere davanti a te, offrirti il mio silenzio
in omaggio d'amore.
Tacere per poter dire l'inesprimibile
al di là delle parole.
Tacere per liberare il fondo del mio spirito,
l'essenza della mia anima.
Tacere per lasciare battere il mio cuore più forte
nella tua intimità,
e per prendere il tempo di guardarti meglio,
più libero e più sereno.
Tacere per sognare di te, della tua presenza,
della tua grande bontà,
e per scoprirti nella tua realtà
più bella del mio sogno.
Tacere per lasciare che lo Spirito d'amore
gridi in me "Abbà" al Padre,
e dirti Signore con la sua voce divina
dagli accenti ineffabili.
Tacere, lasciare travolgermi dalla tua parola in tutta libertà,
sforzarmi di ascoltare il tuo linguaggio segreto
e di meditarlo.
Tacere e cercarti non più con delle parole, 
ma con tutto il mio essere,
e trovarti veramente quale sei, Gesù,
nella tua divinità.

(Jean Galot)


tutto si scopre lavorando con costanza, con sofferenza, con passione

Non esistono segreti fondamentali per diventare grandi autori, tutto si scopre lavorando con costanza, con sofferenza, con passione. Il pittore Monet, quando morì, stava lavorando per cercare di riprodurre il suono delle canne spinte dal vento. E' una cosa che mi commuove. Quando penso a me come scrittore, vorrei poter dire lo stesso e poter vivere come visse Monet: affamato di imparare ogni giorno di più il mio mestiere.
Michael Cunningham da Altri trucchi d'autore di Mariano Sabatini (Nutrimenti editore)


Vittorio Zincone intervista Antonio Skármeta
"A me piace la complessità. Ma non si deve sacrificare la capacità di rendere il suono, anche ludico, della scrittura. Un tratto, peraltro, tipicamente sudamericano. Borges è un esempio di questo connubio: pur gonfiando di sapere le sue opere, ha mantenuto un sapore orale. Certe sue pagine sembrano una milonga".
....
"In Pinocchio, romanzo che lessi da bambino, c’è una metafora perfetta dell’esilio. Il burattino arriva sulla spiaggia dopo essere fuggito dal ventre del pescecane e dice: "Potrei avere qualcosa da mangiare senza rischiare di essere mangiato?". Cioè: posso continuare a essere me stesso senza che la società che mi ospita divori la mia identità?"....

- l'intervista integrale su vittoriozincone.it (da Sette- Corriere della Sera del 15/7/2010)

Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
(San Francesco)
 Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l’influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l’oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate.
(Helen Keller)
“Qualunque difficoltà voi possiate incontrare, figli miei, ricordate che è vero che finché c’è vita c’è speranza. Finché c’è vita le cose possono cambiare. Noi possiamo cambiare, noi stessi e le cose che ci stanno attorno.
Ognuno di noi è come un lume: potrebbe essere di guida per sé stessi e per gli altri, ma se è spento, nessuno lo nota. Un lume spento non è di alcuna utilità, anzi è un’occasione sprecata, un vero peccato. Se invece è acceso, nonostante le difficoltà, anzi a dispetto delle difficoltà poiché una luce è più evidente quanto più sono forti le tenebre, ogni cosa attorno ad esso si illumina e gli altri potranno vederlo e desiderare di accendere il proprio lume a loro volta. Una luce, anche se fioca,
nel buio può essere scorta a distanze notevoli. Può essere la differenza tra trovarsi e perdersi, tra felicità e disperazione, tra vivere e morire.
Non è importante che ognuno di noi si trasformi in un faro capace di illuminare il mare per centinaia di chilometri, basta che tenga accesa la propria umile candela: qualcuno ne trarrà luce e calore e, forse, a sua volta tenterà di fare altrettanto per qualcun altro. E così via.
Questo è sufficiente. Non importa se talvolta può apparire che non si stia riuscendo a cambiare le cose e che la propria vita sembri non avere riuscita, bisogna avere fiducia nel fatto che ciò che si esprime, che siano fatti o solo idee, non va perso. E i fatti e le idee buone sono come quei lumi di cui parlavo prima: può sembrare che uno solo non serva a granché, ma tanti divengono un faro capace di cacciare le tenebre della disperazione.”


Da quando lessi queste parole, caro figlio, non ho più smesso di tenere accesa la candela della mia speranza e del mio desiderio di cambiare le cose e la mia vita. Questo, solo questo, è stato il mio segreto. Tali parole, William, appartengono ad un manoscritto vecchio di secoli che mi fu regalato da una zingara in cambio di una povera elemosina, il massimo che potevo donare in quel periodo. Sono di un autore ignoto di cui nemmeno conosco il nome ma al quale io, e tutti quelli che attraverso di me hanno tratto vantaggio, dobbiamo il massimo della riconoscenza. Chissà che persona fantastica deve essere stata.
Ora le dono a te, con l’augurio di lasciare alla tua morte qualche sorriso in più e qualche lacrima in meno tra le persone che incroceranno il tuo cammino.
Questa è la mia ultima sfida, ed è anche l’ultima sfida che l’anonimo autore tramanda da secoli.
Una sfida che ora lasciamo a te ed a tutti coloro nel mondo che, in qualche modo, hanno ricevuto o riceveranno questo stesso messaggio.
Papà.”
Scritto da: Wolfghost
Non dovresti conoscere la disperazione 
se le stelle scintillano ogni notte; 
se la rugiada scende silenziosa a sera 
e il sole indora il mattino. 
Non dovresti conoscere la disperazione - 
seppure le lacrime scorrano a fiumi: 
non sono gli anni più amati per sempre 
presso il tuo cuore? Piangono, 
tu piangi, così deve essere; 
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve 
là dove giacciono le foglie d'autunno; 
pure, presto rinascono, 
e il tuo destino dal loro non può separarsi: 
continua il tuo viaggio, 
se non con gioia, pure, 
mai con disperazione!
(Emily Bronte)
 

tua vita è lo scopo del cammino di coloro che hanno fiducia in te

PREGHIERA DEL MATTINO
O mio caro Padre, tu mi hai dato questo nuovo giorno. Ti ringrazio. Tu sai quello che mi aspetta oggi e tutto quello che dovrò imparare, fare o sopportare. Come Gesù, tuo Figlio, io voglio dirti: Aiutami, allontana da me il male, dammi la forza e la saggezza, e fa' che le cose vadano per il meglio. Sia fatta la tua volontà buona e saggia!
Buon Dio, tu ti preoccupi di tutti: di quelli che hanno delle grandi responsabilità, di quelli che progettano il male, di quelli che soffrono anche se sono innocenti, di quelli che non hanno il coraggio di vivere o che avanzano senza scopo nella vita. Ed è per tutti loro che io voglio pregarti; affinché tu faccia girare per il meglio il loro destino, e la maggior parte degli uomini riconoscano il tuo amore, e si rimettano a te. Perché la tua vita è lo scopo del cammino di coloro che hanno fiducia in te.
OMELIA
Grazie alle letture bibliche, oggi la Chiesa ci insegna quello che significa la preghiera e come bisogna pregare. Il racconto dell'intercessione di Abramo in favore delle città depravate di Sodoma e Gomorra (Gen 18,20-32: 1a lettura) dimostra che i castighi di Dio non sono la conseguenza di una predestinazione irrevocabile. L'intercessione degli uomini che conoscono l'amore di Dio è capace di risvegliare la sua misericordia.
San Luca ci riporta una serie di insegnamenti di Gesù su come bisogna pregare. Gesù invita innanzitutto a pregare, per qualsiasi richiesta, con fiducia, ed assicura ad ognuno che tutte le preghiere sincere saranno esaudite: "Chiunque chiede ottiene; chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa". Poi Gesù dice che un padre terreno dà solo buone cose ai suoi figli e non vuole ingannarli. Come potrebbe Dio, il migliore dei padri, mandarci qualcosa di cattivo quando noi suoi figli gli chiediamo il suo aiuto?
La parabola dell'uomo che sollecita il suo amico è basata sulla regola del rilancio: se un amico terreno non è capace di mandare via colui che è venuto per pregarlo, anche se chiede il suo aiuto nelle peggiori circostanze, a maggior ragione Dio - che è il nostro migliore amico - esaudirà le nostre preghiere! Tanto più che noi per lui non siamo mai importuni.
Tutto questo trova la sua espressione più convincente nella preghiera che il Signore insegna ai suoi discepoli. Se abbiamo fatto nostra la preoccupazione di Dio: cioè che il suo nome sia conosciuto e riconosciuto e che il suo regno venga nel mondo, egli stesso farà sue le nostre preoccupazioni. La preghiera del Signore è il riassunto di tutto il Vangelo. Ed è per questo che è il fondamento e il cuore di tutta la preghiera umana.  www.LAPAROLA.it

l'amore è insito nelle piccole cose, dobbiamo sempre averlo in mente

...io ho imparato che l'amore è
insito nelle piccole cose e si manifesta anche nel nostro atteggiamento
più insignificante: ecco perché dobbiamo sempre averlo in mente, quando
agiamo o quando evitiamo di agire.
Sollevare la cornetta del telefono e pronunciare quella parola affettuosa che abbiamo taciuto.
Aprire la porta e fare entrare chi ha bisogno del nostro aiuto.
Accettare un lavoro.
Lasciare un impiego.
Prendere la decisione che avevano finora rimandato.
Chiedere scusa per un errore che abbiamo commesso e che ci tormenta. Rivendicare un diritto.
Aprire un conto dal fioraio, un negozio assai più importante della gioielleria. Alzare il volume della musica quando la persona amata è lontana, abbassarlo
quando è vicina.
Saper dire di "si" e "no", giacché l'amore si confronta con tutte le energie dell'uomo.
Scegliere uno sport che si possa praticare in due.
Non seguire alcuna formula, neppure quelle scritte in questo paragrafo perché l'amore ha bisogno di creatività.
E quando nulla di tutto ciò è possibile, quando rimane soltanto la solitudine, ricordarsi di questa storia, inviatami da un lettore.
Una rosa bramava giorno e notte la compagnia delle api, ma nessuna andava a
posarsi sui suoi petali. Nonostante ciò, il fiore continuò a sognare: nelle lunghe notti, immaginava un cielo dove volteggiavano miriadi di api, che si posavano a baciarlo teneramente.
Grazie a questo sogno, riusciva a resistere fino all'indomani, allorché tornava a schiudersi con la luce del sole.
Una notte, conoscendo la solitudine che la attanagliava, la luna domandò alla rosa: "Non sei stanca di aspettare?"
"Forse si. Ma devo continuare a lottare."
"Perché?"
"Perché se non mi schiudo, appassisco."

Nei momenti in cui la solitudine sembra annientare ogni bellezza, l'unica maniera di resistere è quella di mantenersi aperti.
[Paulo Coelho - Sono come il Fiume che Scorre]

La realtà dell'altro non è in cio' che ti rivela, ma in quel che non puo' rivelarti.
Percio', se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice.

Gibran 
Lo splendore dell'amicizia
 non è la mano tesa  
 né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi. 

R.W.Emerson
Alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza, più profonde del linguaggio e delle abitudini: seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta. 
Sergio Bambaren
Ogni uomo cerca qualcuno che lo aiuti a realizzare il suo Io migliore, a capire il suo Io nascosto, qualcuno che creda in lui ed esiga da lui il meglio. Quando possiamo fare questo per l'altro, non dobbiamo tirarci indietro.
(Gibran)
 

ANCHE I BUONI POSSONO CADERE


Se tu domandi di quelli che, dopo aver creduto, sono caduti, di tutti si deve dire che, se son caduti, prima stavano ritti e non coricati: chi giace a terra, come può cadere? Ma ti saran dette anche altre cose, sia con parabole che con fatti e ragionamenti convincenti. Così quella pecora che si era allontanata dalle altre novantanove e che poi fu ricondotta fra loro, non significa altro per noi se non la caduta e il ritorno dei fedeli. Era infatti una pecora non di qualche altro gregge, ma che apparteneva al numero delle rimanenti e andava al pascolo sotto lo stesso pastore, ma poi si sviò e non per poco, ma per monti e per valli, vale a dire molto lontano dalla retta via. Forse che il pastore la lasciò andare? No, certo; anzi la riportò senza trascinarla, senza batterla, ma prendendola sulle proprie spalle. Come i migliori medici riconducono a sanità i malati più gravi con molta sollecitudine, non solo curandoli secondo le leggi della medicina, ma talvolta usando loro speciali riguardi, così Dio con quelli molto rovinati dal vizio, non ha rigorose esigenze nel ricondurli alla virtù, ma procede con calma, piano piano e li sostiene sicché non diventi più profonda la separazione e più grave l’errore. Questo non lo si vede solo dalla precedente parabola, ma anche da quella del figliuol prodigo. Questi pure non era un estraneo, ma era figlio di un uomo buono e fratello d’un bravo giovane, eppure cadde non in una colpa ordinaria ma, per così dire, nell’estremo dei mali; ricco, libero, nobile, si trovò peggio degli schiavi, degli estranei, dei mercenari. Eppure ritornò allo stato di prima e riebbe tutto l’antico onore. Se avesse disperato della sua vita e, avvilito per quanto gli era accaduto, fosse rimasto in paese straniero, non avrebbe ottenuto quello che di fatto ottenne, ma rifinito dalla fame avrebbe incontrato la più lacrimevole delle morti. Invece si pentì e non disperò e dopo tanta miseria, ritornò al primitivo splendore, indossò una ricca veste e godette riguardi maggiori che il fratello mai caduto. Disse infatti quest’ultimo: Da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando, eppure mai mi hai regalato un capretto, per fare un po’ d’allegria con i miei amici; invece quando è venuto questo tuo figlio che si è divorato un patrimonio con le meretrici, hai ucciso per lui il vitello grasso. Tanta è l’efficacia del pentimento!
San Giovanni Crisostomo
INVITO A PENITENZA
 Esortazione a Teodoro caduto in peccato