domenica 24 ottobre 2010

non illuderti di poter avere per amici delle persone che non puoi annusare

Io rimango convinto che la ricerca della verità non possa prosperare al di fuori del nutrimento della reciproca fiducia che sboccia nella dedizione all'amicizia. Per questo ho cercato di identificare il clima che incoraggia l'amicizia e "l'aria condizionata" che ne ostacola la crescita.

Posso ricordare, ovviamente, il sapore delle forti atmosfere di altre epoche della mia vita: non ho mai dubitato, e oggi più che mai, che un ambiente 'monastico' sia il requisito dell'indipendenza necessaria ad ogni denuncia sociale fondata su solide basi storiche. Solo la dedizione gratuita degli amici mi permette di praticare l'ascetismo richiesto per affrontare situazioni moderne che rasentano il paradosso, come quella di rinunciare all'analisi dei sistemi e al tempo stesso digitare sul mio Toshiba...

Carlos mi aveva sempre detto: "Ivan, non ingannare te stesso; non illuderti di poter avere per amici delle persone che non puoi annusare."... 

In quel periodo io ero considerato una persona eccentrica perchè prevedevo gli effetti collaterali indesiderati dello sviluppo, perchè parlavo ai sindacati della disoccupazione tecnogenica e alla sinistra della polarizzazione tra ricchi e poveri che aumentava in seguito alla crescente dipendenza dalle merci. Quello che allora sembrava un approccio isterico, oggi appare un punto di vista corroborato  da fatti ben documentati, alcuni dei quali sono troppo orribili per poter essere fronteggiati...

Se ormai si ammette che l'esaurirsi delle forme di vita, la crescente immunizzazione degli agenti patogeni, i cambiamenti climatici, la scomparsa della cultura del lavoro e la violenza incontrollabile costituiscono gli effetti collaterali della crescita economica, difficilmente si riconosce che la vita moderna rappresenta una terribile minaccia per la sopravvivenza dell'atmosfera...

Intendevo innanzitutto demolire qualsiasi nozione universale di pace; volevo sottolineare la legittima aspirazione di ogni ethnos alla propria pace, il diritto di ogni comunità a essere lasciata nella sua pace. Mi sembrava importante chiarire che la pace non è una condizione astratta, ma una realtà spirituale affatto peculiare che deve essere gustata da ogni comunità nella sua particolare e non comunicabile unicità...

L'assemblea in Giappone mi diede l'opportunità di opporre il singolare spirito della pace nato nell' Europa cristiana al suo corrompimento e contraffazione, che si manifesta nel gergo politico internazionale quando istituisce un legame ideologico tra lo sviluppo e la pace. Io sostenevo che la gloria nascosta nella parola pax (pace), e fino a quel momento inimmaginata, potesse essere rivelata solo 
sganciando pax dallo sviluppo...
Le incarnazioni caleidoscopiche della pace si riferiscono tutte a un'atmosfera particolare, altamente desiderabile...
L'ecclesia si formò attraverso un'azione rituale pubblica, la liturgia, e il cuore della liturgia era la conspiratio. La principale celebrazione cristiana viene quindi intesa esplicitamente in un senso affatto corporeo, come un cospirare che produce una comune atmosfera, un milieu divino.

L'altro momento eminente della celebrazione era la comestio, la comunione della carne, l'inclusione del credente nel corpo del Verbo Incarnato, ma la communio era teologicamente collegata alla conspiratio che la precedeva. Conspiratio divenne l'espressione somatica più forte, chiara e inequivocabile che designa il processo non gerarchico di creazione di uno spirito di fraternità in preparazione della cena unificante. Attraverso l'atto di mangiare, i compagni cospiratori venivano trasformati in un noi, un'assemblea, che in greco si dice ekklēsÌa. 

Dai tempi della mia formazione ho sempre ritenuto ovvio che la principale condizione di un'atmosfera propizia al pensiero indipendente fosse l'ospitalità coltivata dall'ospitante: un'ospitalità che esclude scrupolosamente sia la condiscendenza sia la seduzione; un'ospitalità che con la sua semplicità sconfigge la paura del plagio come del clientelismo; un'ospitalità che con la sua sincerità scongiura deliberatamente sia la sopraffazione sia il servilismo; 
un'ospitalità che esige dagli ospitati tanta generosità quanta ne impone all'ospitante.Io ne ho avuta in dono una porzione abbondante, con il sapore di una rilassata, divertente, talora stravagante convivenza con compagni per lo più ordinari, ma talvolta bizzarri, che si sopportano reciprocamente.



IVAN ILLICH 
Elogio della cospirazione  Versione ampliata del discorso tenuto il 14 marzo 1998 a Villa Ichon (Brema), in occasione del conferimento del Premio per la cultura e la pace della città di Brema

Nessun commento:

Posta un commento