lunedì 7 marzo 2011

passavo sull'orlo del loro fascino, senza neppure guardare, e tantomeno sorridere


La timidezza...La verità è che vissi molti dei miei primi anni, e forse dei miei secondi e dei miei terzi, come una specie di sordomuto. Ritualmente vestito di nero sin dalla prima adolescenza, come si vestivano i veri poeti del secolo scorso, avevo la vaga impressione di non essere poi tanto male d'aspetto. Ma, invece di avvicinarmi alle ragazze, sapendo che mi sarei messo a balbettare o sarei arrossito davanti a loro, preferivo scantonare quando le vedevo e allontanarmi mostrando un disinteresse che ero ben lungi dal provare. Erano tutte un gran mistero per me. Io avrei voluto morire bruciato in quel rogo segreto, affogare in quel pozzo di enigmatica profondità, ma non avevo il coraggio di gettarmi nel fuoco o nell'acqua. E siccome non incontravo nessuno che mi desse uno spintone, passavo sull'orlo del loro fascino, senza neppure guardare, e tantomeno sorridere.......La timidezza è una condizione strana dell'anima, una categoria, una dimensione che si apre verso la solitudine. E' anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s'irritasse e contraesse di fronte alla vita. Fra le compagini umane, questa qualità o questo difetto fa parte di un insieme che costituisce nel tempo l'immortalità dell'essere.

Pablo Neruda, da "Confesso che ho vissuto"

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