giovedì 16 giugno 2011

nessuno legge più davvero il Vangelo e ci si limita a scimmiottare le mode televisive

Ho voluto riportare parte di questa recensione (Il disagio spirituale in scena
di GIOVANNI FERRÒ e MAURIZIO TURRIONI - Jesus n.6 giugno 2011) del film "corpo celeste"  perchè la frase dell'intervista fatta alla regista Alice Rohrwacher agghiaccia e riporta la fotografia della maggioranza che vive fuori dalla Chiesa, scattata attraverso il pertugio più piccolo e vicino alla vita di tutti i giorni: le attività di una parrocchia qualunque. Però questo sguardo gelido non  deve paralizzare ma scuotere proprio seguendo quel vangelo che nessuno legge più.
 Mi piace infine riportare l'articolo accanto ad un rimedio indicato nel post precedente di Madre Teresa, tempo di guardarsi in faccia.


Protagonista della storia (asciutta ma venata di un sincero afflato spirituale) è la tredicenne Marta: bionda, esile, eppure forte dentro. È tornata, con la giovane mamma Rita, a vivere dai parenti a Reggio Calabria dopo essere cresciuta per anni in Svizzera. Testimonianza di quell'emigrazione al contrario sempre più frequente, oggi, per la mancanza di lavoro in Europa. Per Marta, però, ambientarsi non è facile. La madre, vedendola spaesata, la iscrive allora al corso per la Cresima sperando che così possa fare nuove amicizie. È attraverso gli occhi di questa ragazzina alle soglie dell'adolescenza, sensibile e inappagata nella sua fame di crescere, che lo spettatore scopre l'artificiosa quotidianità della parrocchia guidata da don Mario (che sogna un posto migliore e cerca d'ingraziarsi il vescovo procacciando voti per il candidato gradito alla curia), con un raggelante crocifisso al neon e una catechista che, per catturare l'attenzione dei cresimandi, non sa far di meglio che insegnare la dottrina a colpi di karaoke, stacchetti e jingle rubati alla Tv.
Renato Carpentieri (don Lorenzo) racconta il "suo" Gesù alla piccola Marta (Yle Vianello).
Renato Carpentieri (don Lorenzo) racconta il "suo" Gesù alla piccola Marta (Yle Vianello).
Nessuna prevenzione da parte mia. Solo la voglia di osservare una realtà, per me estranea eppure intrigante, attraverso il pertugio più piccolo e vicino alla vita di tutti i giorni: le attività di una parrocchia qualunque », spiega Alice Rohrwacher, 29 anni e una solida formazione da documentarista. «Per capire, ho frequentato lezioni, riunioni, corsi di catechismo scanditi da quiz del tipo "Saranno testimoni" o "Chi vuol essere cresimato?". Ho scoperto un mondo più triste di quanto immaginassi, dove nessuno legge più davvero il Vangelo e ci si limita a scimmiottare le mode televisive». http://www.stpauls.it/jesus/1106je/attualita.htm

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