sabato 20 agosto 2011

non proviene da Dio ciò che nel rivelarsi produce oscurità e turbamento (prima parte)


Quando Gesù dice: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo” (Mt 23,2-3) intende sottolineare la verità della Parola che essi annunciano, ma quando dice: “Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente” (Mt 23,4), intende dire che questa Parola, pur essendo vera e rimanendo degna di essere osservata, tuttavia non è liberante per quelli che l’ascoltano. La Parola di Dio, che è Spirito vivificante, ha una grande potenza di liberazione, ma può trasformarsi in un pesante fardello imposto sulle spalle della gente, quando coloro che l’annunciano non la considerano valida per se stessi: “non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno” (Mt 23,3). La Parola di Dio, sulle labbra di chi non la vive, perde il carattere liberante che spezza le catene e le schiavitù che umiliano l’uomo, ma soprattutto perde il suo carattere di verità e cessa di essere credibile.Da questo punto di vista, la menzogna è qualcosa di molto più complesso e sottile di quanto non si creda, perché, se le cose stanno così, allora si può mentire anche dicendo la verità. Nel senso biblico, la verità e la menzogna non vanno cercate nelle parole dell’uomo, ma esse si misurano nel servizio che compiono alla dignità della persona umana.La Bibbia in nessun caso ritiene che sia vera una cosa che, una volta conosciuta, danneggi l’essere umano. E’ molto prezioso l’avvertimento del salmo 119: a proposito della Parola di Dio, esso afferma che “nel rivelarsi illumina” (v. 130). Ciò comporta necessariamente che non proviene da Dio ciò che nel rivelarsi produce oscurità e turbamento, e dunque non fa parte della verità divina. Enzo Cuffaro

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