mercoledì 27 giugno 2012

aspettarsi che gli altri rispondano alle nostre sollecitudini


LA “FAIDA” DEI REGALI

          Il rapporto asimmetrico del do ut des, induce nel ricevente un bisogno di parità sicché il dono diventa un modo per innescare un rapporto di scambio seppure differito. Infatti il dono, anche se si propone vestito di generosità gratuita, in realtà risulta spesso un tentativo di estendere il proprio “potere” sull’altro inducendogli vissuti di gratitudine e dipendenza. Non a caso al ricevere deve sempre seguire un dare: chi riceve percepisce nel dono ricevuto una sorta di possibile ricatto, un pericolo da esorcizzare e non potendo rifiutarlo occorre almeno restituirlo e più bello. La logica del ricatto, la “faida” dei regali che “chiedono” altri regali forse non ci è così estranea. Sarebbe bene interrogarsi quanto siamo liberi nel regalo, quanto ci interessa sul serio regalare, per esempio, ai nipotini il tal giocattolo, o quanto non siano, essi stessi bambini, oggetti mediatori attraverso cui far giungere informazioni precise ai “grandi”, ai genitori (A. Cortese).La logica del do ut des e la logica dei regali portano a una logica delle attese e delle pretese, a una logica del lamentarsi perché il mondo gira diversamente da come noi ce lo attendiamo. Tutto questo comporta una responsabilità etica. È un problema morale aspettarsi che gli altri rispondano alle nostre sollecitudini, senza considerare che probabilmente mal tollerano la nostra iniziativa, non la condividono, non vogliono essere coinvolti, oppure non accettano i nostri metodi e i modi di realizzarla.
Giovanni Russo

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