mercoledì 22 agosto 2012

diventa una bocca di menzogna

Rabbi Pinchàs raccontava ai suoi scolari: “Niente mi è stato più difficile da superare della menzogna. Ci sono voluti quattordici anni, ho rotto tutte le mie ossa, finalmente ne sono venuto fuori”. Raccontava anche: “Ventunanno ho servito per la verità. Sette per apprendere che cos’è la verità. Sette per scacciare la falsità. Sette per accogliere la verità”. Una volta che Rabbi Pinchàs recitava la preghiera della sera davanti al leggio e arrivò alle parole “Colui che custodisce il suo popolo di Israele”, mandò un grido dal più profondo dell’anima. La contessa a cui appartenevano mi dintorni di Korez passava in quel momento davanti alla sinagoga. Si curvò su una delle basse finestre e ascoltò. Poi disse a quelli che le stavano intorno: “Come questo grido è vero, senza alcuna mescolanza di menzogna!”. Quando lo raccontarono a Rabbi Pinchàs, egli disse sorridendo: “Anche i popoli del mondo sanno che cosa è la verità”. Una volta, la sera precedente il Giorno del Perdono, prima della preghiera “Tutti i voti”, i radunati recitavano i salmi gridando confusamente. Rabbi Pinchàs si rivolse alla comunità e disse: “Perché vi sforzate tanto? Sì, voi vedete che le vostre parole non arrivano in alto. Ma perché è così? La bocca di chi tutto l’anno ha mentito diventa una bocca di menzogna. E da una bocca di menzogna come possono uscire parole vere che arrivino in alto? Io che vi parlo so di che si tratta; perché io stesso ho dovuto lavorarvi molto. Così credetemi: dovete impegnarvi a non dire menzogne ; allora otterrete una bocca di verità le cui vere parole salgono al cielo”. (Martin Buber, I racconti dei Chassidim).

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