giovedì 13 dicembre 2012

stracciate le antiche bandiere dei nostri ideali, le trasformiamo in cravatte


Fra Betto, un domenicano teologo e giornalista brasiliano: come è vero che tutto il mondo è paese!
Scrive:
"Non speriamo più di cambiare, 
retrocediamo dal sociale al privato 
e, stracciate le antiche bandiere dei nostri ideali, 
le trasformiamo in cravatte. 
Non vi sono più utopie di un futuro che diventi diverso dall'oggi. 
Per questo siamo malinconici, sorridiamo con scetticismo. 
Oggi predominano l'effimero, l'individuale, il soggettivo, l'estetico. 
La delusione della Ragione ci spinge verso l'esoterico, 
verso uno spiritualismo di pronto consumo, 
verso l'edonismo consumista. 
Siamo in pieno naufragio 
o, come ha predetto Heidegger, 
stiamo camminando su sentieri smarriti".

Ho saputo oggi che padre Renato il 9 dicembre ha festeggiato a Dolo il 25° di ordinazione sacerdotale.
Clicca per Ingrandire “Dio attende alla frontiera” di Renato Zilio (EMI 2012) = L’autore (foto del titolo; ndr), reporter freelance, è missionario scalabriniano, fondatore del centro interculturale di Ecoublay alla periferia di Parigi, poi direttore della rivista “Presenza” a Ginevra, missionario a Gibuti e in Marocco, ora al Centro interculturale Scalabrini di Londra, dove assiste e segue da anni i migranti italiani nel Regno Unito. Proprio partendo dalle loro esperienze ha scritto varie opere (“Vangelo dei Migranti”, per citarne una). Oggi esce in libreria col volume indicato in apertura, che in pochi mesi è arrivato già alla seconda edizione.



Credo che per il commento alla riflessione di Frei Betto, non potevo trovare migliore occasione e testimonianza nel libro sopraccitato.
Per un’Italia ormai col fiato corto si rivela urgente e necessario uscire dalle abitudini, dalle chiusure e dalle paure. La testimonianza missionaria vissuta da Padre Renato all’estero fra emigranti italiani a Parigi, Ginevra, Londra e in Marocco, e il loro sguardo sulla nostra patria sono un capolavoro di passione e analisi delle situazioni che viviamo. Si incontra perfino il grido di dolore dei giovani italiani emigrati di recente all’estero, “traditi” dalla loro terra di origine. È un invito forte ad aprire gli occhi, la mente e il cuore al futuro per risvegliarsi a un mondo che è cambiato.
Dio ci attende alla frontiera delle nostre energie, del nostro mondo, della nostra stessa fede. 

Con stile narrativo, riflessivo e poetico queste pagine aiutano senz’altro a capire i tempi d’oggi. Ma soprattutto a preparare quelli di domani, da costruire insieme a più mani, con coraggio e fiducia. È là che Dio ci attende. In questi “quadri di vita vissuta, guardata con l’occhio attento e libero che sa andare oltre l’apparenza della superficie, alla vera essenza di situazioni umane, all’anima” (dalla prefazione dell’Abate di Montecassino). Dove percepire un segreto, sottile invito: “Svegliati, mia bella Italia!"

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