martedì 26 febbraio 2013

Domani, figlio mio, tutto sarà differente!

Domani, figlio mio, tutto sarà differente. /Se ne andrà l’angoscia dalla porta sul retro / che chiuderanno per sempre/ le mani di uomini nuovi. // Regnerà il contadino sulla sua terra / - piccola ma sua - / fiorita nei baci del suo lavoro allegro. // Non saranno prostitute le figlie dell’operaio, / né del contadino; / pane e vestiti si otterranno col proprio lavoro onorato, / finiranno le lacrime della casa indigente. // Domani, figlio mio, / tutto sarà differente. / Senza frusta, né carcere, né fucile / a sopprimere le idee. // Te ne andrai per le vie delle tue città, / mano nella mano dei tuoi figli, / come ora io non possa fare con te! // Non rinchiuderà il carcere i tuoi giovani anni / come rinchiude i miei; / non morirai in esilio / con gli occhi tremuli, / anelando di vedere i bei paesaggi della tua patria, / come è morto mio padre. / Domani, figlio mio, tutto sarà differente! // (Edwin Castro, Mañana, hijo mío)

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