martedì 5 marzo 2013

dire loro : “Ti voglio bene”. Non basta neppure far loro del bene, tutt’altro. Bisogna esistere con loro, nel senso più profondo di questa espressione

Che cosa vogliono gli uomini prima di tutto? Di che cosa hanno bisogno prima di tutto? Hanno bisogno di essere amati; di essere riconosciuti; di venire trattati come esseri umani; di sentire rispettati tutti i valori che ognuno porta in sé. Per questo non basta dire loro : “Ti voglio bene”. Non basta neppure far loro del bene, tutt’altro. Bisogna esistere con loro, nel senso più profondo di questa espressione. Ho detto che si tratta d’una testimonianza invisibile o quasi invisibile. [...] Tale testimonianza passa attraverso dei segni, ma attraverso segni infimi, impermanenti, impercettibili, che si inscrivono nell’inconscio molto pìù che nella coscienza. Uno sguardo, un gesto della mano, un sorriso di fiducia e anche molto meno di questo, una maniera di ascoltare o una maniera di non prestare attenzione a certe cose, ecco quello che potremo chiamare dei microsegni. E per di più, per coloro la cui anima è consacrata all’amore fondamentale del Signore, c’è tutt’intorno ad essi una sorta di aura d’amore contemplativo. Essi vedono Gesù nel loro prossimo. E questa è la cosa che conta: quest’aura che delle infime cose cui ho accennato fa veramente dei microsegni dell’amore redentore. (Senza di essa sarebbero solo segni banali d’un cameratismo umano, d’una solidarietà e d’una amicizia umane che sono, del resto, qualche cosa di molto bello nell’ordine naturale). Ed è proprio quest’aura che, impercettibile ai sensi, penetra invisibilmente, in questo o quel momento (ma quando? e chi lo sa? non lo sappiamo con certezza neanche noi), penetra invisibilmente il cuore di colui che amiamo. (Jacques Maritain, La vocazione dei piccoli fratelli di Gesù).

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