domenica 25 dicembre 2016

5.Prepararsi alla liturgia della notte di Natale:.. ci ruba ciò che è essenziale alla vita buona proposta dal Vangelo

In questa notte, assumendo la nostra umanità, Gesù ci fa dono della sua condizione.
E, tuttavia, sebbene il dono di Dio sia irrevocabile,
la nostra appropriazione non è mai del tutto compiuto
perché patiamo il fascino di misurarci su altri modelli.
Basta andare solo per un attimo alla cronaca di questi giorni:
ci accontentiamo di molto meno ma, ahimè, a quale prezzo.
Dietro una crisi economico-finanziaria,
infatti, c’è un vero e proprio impoverimento del nostro essere uomini.
Non è forse vero che troppo spesso la persona umana è ridotta alla funzionalità dei suoi neuroni?
Che l’amore è considerato solo alla stregua di una combinazione chimica?
Che la famiglia è tale solo finché vige un accordo?
Che il diritto è ridotto a desiderio?
Che i valori morali sono ridotti al sentimento dell’istante?
Che la cultura è ridotta a opinione, la verità a sensazione e l’autenticità alla stregua dell’autoaffermazione?

Il riduzionismo ci seduce
ma al contempo
ci avvilisce
perché ci ruba ciò che è essenziale
alla vita buona
proposta dal Vangelo.

Una forma di vita non vale l’altra:
solo Gesù Cristo è in grado di dare forma compiuta alla nostra vera identità.
Lo hanno compreso molto bene i quattro bambini di Mosul decapitati di recente perché, a chi gli intimava di professare la formula di adesione all’Islam, hanno avuto la forza di rispondere:
“Non possiamo farlo. Amiamo Gesù e seguiamo solo lui”.

Prepararsi alla liturgia della notte di Natale
Antonio Savone


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