mercoledì 15 settembre 2010

Gustave Flaubert affermava: ‘L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene... il presente ci sfugge’.

Gran parte del senso che diamo alla vita dipende dal rapporto che abbiamo con il tempo’, scrive nell’Introduzione Niada. Poi conclude: ‘Non solo l’eccesso di impegni non ci permette più di mantenere un reale controllo del tempo, come facevano i monaci con lo scopo di avvicinarsi a Dio, ma sempre più la catena infernale di impegni e scadenze inizia a farci perdere il controllo di noi stessi, la nostra capacità di osservare e di creare, confondendo continuamente ciò che è urgente con ciò che è importante’ (pp. 10.11).
Il rischio dell’uomo moderno è quello di lasciar sincronizzare cuore ed intelligenza ai dettami esasperanti del mondo. ‘La società delle opportunità ha creato più una società «do it yourself» (fai da te, ndr) di egoisti, ha prodotto una nuova specie umana, imbozzolata in uno stile di vita dettato da celebrità e case di moda, in un gioco di specchi propinato da un’informazione ciarliera e onnipresente. Sta educando una gioventù sorda e autistica, il cui modo di essere è esemplificato dall’inseparabile auricolare del lettore mp3 o dell’iPod, un diaframma foderato di piombo per estraniarsi dal resto del mondo e vivere in un tunnel di vita «on demand» (su richiesta, ndr), in cui l’individuo ancora adolescente decide che cosa è buono per la propria edificazione, mentre le famiglie lasciano fare e interagiscono sempre meno con i figli che si alienano in mille universi paralleli’ (p. 157).
Il tempo breve (Garzanti 2010) un libro di Marco Niada, giornalista e firma storica del quotidiano “Il Sole 24 Ore”. Titolo e sottotitolo – Il tempo breve. Nell’era della frenesia: la fine della memoria e la morte dell’attenzione.


Il tempo è senza fine nelle tue mani,
mio Signore.
Non c'è nessuno che conti le tue ore.
Passano i giorni e le notti,
le stagioni sbocciano e appassiscono
come fiori.
Tu sai attendere.
I tuoi secoli si susseguono
per perfezionare un piccolo fiore di campo.

Noi non abbiamo tempo da perdere,
e non avendo tempo
dobbiamo affannarci
per non perdere le nostre occasioni.
Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo.
E così il tempo passa,
mentre io lo dono
a ogni uomo querulo che lo richiede,
e il tuo altare è del tutto vuoto.
Alla fine del giorno m'affretto
per paura che la tua porta sia chiusa;
e invece c'è ancora tempo.

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