giovedì 13 gennaio 2011

Chi non vuol essere importunato dice che nessuno ha sete

«Ho sete» (Gv 19,28). Tutte le seti nella sete del Signore: la sete del disperso e del ferito: la sete di tenerezza del lontano; la sete di giustizia del conculcato; la sete di patria dell'esule; la sete di gioia terrena dell'uomo; la sete di gioia eterna del santo. So che qualcuno riesce a chiudersela nel cuore la propria sete, senza gridarla. Quello è certo un uomo forte: cioè più di un uomo o meno di un uomo. Io sono un pover'uomo e chiedo una goccia d'acqua a tutte le fonti, una parola d'amore a tutti i cuori. Se chiedo, - sono un mendìco, è vero - ma quanta fede nel Signore cela la mia povertà!Se oso domandargli una goccia d'acqua vuol dire che c'è la goccia d'acqua, ch'essa fu voluta dalla sua onnipotenza, pensata dalla sua carità proprio per la mia sete di oggi. Per tutte le labbra riarse mandano acque le fonti del Signore, stillano rugiada le erbe del Signore: si donano al sole le nevi e i ghiacciai del Signore. Su ogni Calvario c'è sempre una canna e una spugna per arrivare alle labbra del Signore. Chi non vuol essere importunato dice che nessuno ha sete. Lasciate che il Morente ci trapassi il cuore col suo grido: «Ho sete».
don Primo Mazzolari, Dietro la croce, 52

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