lunedì 4 febbraio 2013

era facile percepire il sussulto della profezia


Aveva appena finito di leggere, nella sinagoga di Nazaret, un passo del libro di Isaia . Il passo dice: "Lo Spirito del Signore è su di me. Mi ha unto per annunziare la buona notizia ai poveri, la liberazione ai prigionieri, il riacquisto della vista ai ciechi, il mandare in libertà gli oppressi, il proclamare un anno accetto al Signore".
Arrotola il libro, lo rende all'inserviente, si siede. Gli occhi di tutti nella sinagoga sono fissi su di lui. Ed ecco dice: "Oggi si è adempiuta questa scrittura".
E succede l'incredibile, l'inspiegabile. C'è un succedersi di sentimenti, di reazioni nell'uditorio che ha dell'incredibile, dell'inspiegabile. Anche noi facciamo fatica a capire.
Dapprima stupore, meraviglia per le parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
Ma ecco insinuarsi subito una perplessità, un'esitazione: "Non è il figlio di Giuseppe costui?".
E poi tutti -dico tutti- tutti infuriati nella sinagoga, tutti a rendere testimonianza e poi tutti nella sinagoga pieni di furore. Si alzano, lo cacciano fuori, lo conducono fino al ciglio del monte per precipitarlo giù.
Ma perché? - ci chiediamo-. Che cosa è capitato?
Una spiegazione la dà Gesù: "In verità vi dico che nessun profeta è accetto nella sua patria".
Gesù dà un criterio che vale per sempre, vale per tutti i tempi. Tutti i tempi conoscono l'ostracismo in patria dei profeti.. E poi succede -succede sempre- anche un'altra cosa, anche questa ricordata da Gesù: si rivalutano i profeti del passato, si chiede perdono per quelli cui è stata fatta violenza ieri e si continua, si persiste nell'ostracismo, nella violenza nei confronti dei profeti di oggi: pensate che cosa è successo per don Mazzolari, per Padre Turoldo, per don Lorenzo Milani. E ai loro nomi potremmo aggiungere nomi di teologi impegnati, illuminati, appassionati del popolo di Dio.
Uomini, ma anche donne, nella cui voce era facile percepire il sussulto della profezia, delle parole di Gesù che dava per possibile un cambiamento, una svolta, un'immagine nuova, un modo diverso di pensare, di progettare, di agire.
Don Angelo Casati

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