domenica 5 maggio 2013

Infatti, parlano a bassa voce e solo in alcune circostanze, perché hanno timore di esprimersi, non hanno fiducia in se stessi, tanto sono stati schiacciati e oppressi.

Il povero è sempre profetico.
Egli rivela i disegni di Dio. 
I veri profeti non fanno alro che mostrare la missione profetica del povero. 
È per questo che è bene spendere tempo per ascoltarli. 
E per ascoltarli, bisogna star loro vicino. 
Infatti, parlano a bassa voce e solo in alcune circostanze, 
perché hanno timore di esprimersi, 
non hanno fiducia in se stessi, 
tanto sono stati schiacciati e oppressi. 
Ma se li ascoltiamo, ci collocano davamti all’essenziale. [...] 
Se le comunità si chiudono ai poveri, si chiudono a Dio. 
Questo non significa che i monasteri di vita contemplativa debbano aprire le loro porte ai poveri
ma che ognuno di questi monasteri deve sentirsi solidale con i poveri e con i feriti del mondo. 
Devono avvicinarsi ai poveri che siano loro più vicini e che li invitano ad amare. 
Forse i fratelli o le sorelle ammalati e anziani dello stesso monastero, o quanti hanno fame e chiedono ospitalità per qualche giorno, o chi vive nei dintorni e soffre, cercando una parola di conforto. 
Tutti i discepoli di Gesù sono chiamati ad avere compassione, a camminare con i poveri e i feriti, a pregare per loro. 
Non è possibile mangiare il corpo spezzato di Cristo nell’Eucaristia, bere il suo sangue versato per noi sotto tortura, e nello stesso tempo non aprire il cuore alle persone ferite e crocifisse del nostro mondo di oggi. 
(Jean Vanier, Comunità luogo di perdono e di festa).

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