mercoledì 9 ottobre 2013

Se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola tra tutte le anime, l’anima della sua piccola Teresa, non una sola di esse dispererebbe di giungere in cima alla montagna dell’amore!

Gesù si compiace di mostrarmi l'unico cammino che porta a questa fornace divina. Questo cammino è l’abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo Padre. “Se qualcuno è molto piccolo venga a me”, ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone; e questo medesimo Spirito d’amore ha detto anche che “ai piccoli è concessa la misericordia”. In nome suo, il profeta Isaia ci rivela che nell’ultimo giorno “il Signore come un pastore farà pascolare il gregge e con il suo braccio lo radunerà: porterà gli agnellini sul petto”. Come se tutte queste promesse non bastassero, lo stesso profeta, il cui sguardo ispirato si immergeva già nelle profondità eterne, esclama in nome del Signore: “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò. I bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati”. O Madrina diletta, dopo un simile linguaggio, non resta altro che tacere e piangere di riconoscenza e di amore! Se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola tra tutte le anime, l’anima della sua piccola Teresa, non una sola di esse dispererebbe di giungere in cima alla montagna dell’amore! Infatti Gesù non chiede grandi azioni, ma soltanto l’abbandono e la riconoscenza, poiché ha detto nel Salmo 49: “Non prenderò giovenchi dalla tua casa, né capri dai tuoi recinti. Sono mie tutte le bestie delle foreste, animali a migliaia sui monti: Conosco tutti gli uccelli dei cieli, è mio ciò che si muove nella campagna. Se avessi fame, a te non lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri?... Immolate a Dio sacrifici di lode e di ringraziamento” (Teresa di Lisieux, Storia di un’anima).

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