giovedì 10 ottobre 2013

Tutto gli arriva attraverso loro. Li vede dappertutto.

L’infanzia secondo Gesù consiste nel vivere la paternità di Dio. Il bambino vede tutto in funzione di suo padre e di sua madre. Tutto gli arriva attraverso loro. Li vede dappertutto. Sono per lui la sorgente di tutto, la misura dell’ordine. Per l’adulto, “padre e madre” spariscono. Intorno a loro non c’è che un mondo incoerente, ostile, indifferente. Il padre e la madre se ne sono andati e tutto si è spopolato. Ma per il figlio di Dio vi è di nuovo qualcuno di paterno, è il Padre che sta nei Cieli. È vero che non deve essere un padre terreno, ipertrofico, ma il vero “Dio e Padre di Gesù Cristo” (1Cor 1, 3), come Egli è manifestato dalla sua parola e che ci fa sapere che ci vuole aiutare per realizzare la sua volontà. Il significato proprio dell’infanzia è l’atteggiamento che vede in tutte le situazioni il Padre Celeste. Ma perché questo sia possibile, bisogna che sia elaborato ciò che accade nella vita; dalla semplice concatenazione  dell’esistenza deve nascere la sapienza; dal caso deve nascere l’amore. Realizzare ciò interamente è difficile. È la “vittoria sul mondo” (1Gv 5,4). Diventare bambini nel senso di Cristo equivale a crescer in senso cristiano.  (Romano Guardini, O Senhor).

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