sabato 27 marzo 2010

grande settimana

L’ingresso nella Settimana Santa, la settimana grande dell’amore fino alle estreme conseguenze (Gv 13,1), è segnato quest’anno dal racconto della passione e morte di Cristo, narrata dall’evangelista Luca (Vangelo). Quella Passio non è solo storia del passato: gli stessi avvenimenti si ripetono oggi. I personaggi di allora (Caifa, Erode, Pilato, farisei, sacerdoti, Pietro, Giuda, Cireneo, pie donne, soldati, Centurione, Giuseppe d’Arimatea…) sono emblematici di quanto succede oggi nei riguardi di Cristo e dei sofferenti, con i quali Egli si identifica (cf Mt 25,35s). Ogni persona, ognuno di noi può trovarsi ad essere, oggi, nel bene o nel male, l’uno o l’altro dei personaggi della passione di Gesù. Oggi, ognuno può essere, per esempio, come le pie donne, che accompagnano Gesù nel dolore; o essere come il Cireneo, persone capaci di portare il fardello altrui; o come Maria, ai piedi della croce…
Settimana Santa: con un “cuore grande quanto il mondo”P. Romeo Ballan

Donaci o Padre, di entrare
in questa grande settimana,
con umiltà e riconoscenza
lasciandoci coinvolgere e sorprendere
dall’evento della passione e morte del tuo Figlio Gesù,
nostro Salvatore,
per partecipare gioiosi alla sua risurrezione.

«‘Ho sete!’ Disse Gesù quando, sulla croce, era privo di qualsiasi consolazione. Rinnovate il vostro zelo per saziare la sua sete nelle dolorose sembianze dei più poveri dei poveri: "Voi l’avete fatto a me". Non separate mai queste parole di Gesù: "Ho sete" e "voi l’avete fatto a me"».

(Dagli scritti di Madre Teresa di Calcutta).

«Celebra la Pasqua con Cristo soltanto colui che sa amare, sa perdonare, sa sfruttare la forza più grande che Dio ha posto nel cuore dell’uomo: l’amore. La Chiesa sente che il suo cuore è come quello di Maria, grande quanto il mondo, senza nemici, senza risentimenti».

(Dalle catechesi di mons. Oscar A. Romero, nella Settimana Santa 1978).

L’universalità, la cattolicità significa che nessuno può porre come assoluto se stesso, la sua cultura e il suo mondo. Ciò richiede che tutti ci accogliamo a vicenda, rinunciando a qualcosa di nostro. L’universalità include il mistero della croce – il superamento di se stessi, l’obbedienza verso la comune parola di Gesù Cristo nella comune Chiesa. L’universalità è sempre un superamento di se stessi, rinuncia a qualcosa di personale. L’universalità e la croce vanno insieme. Solo così si crea la pace"

Benedetto XVI

Omelia nella Domenica delle Palme, 5.4.2009


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