martedì 12 ottobre 2010

Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla" (C. Pavese, Il mestiere di vivere)"


C’è un termine, poco conosciuto, per definire un certo "mal d’amore" ed è PHILOFOBIA, vale a dire la paura d’innamorarsi o di essere innamorati. Questa paura, nelle sue fasi acute o nei casi più estremi, si manifesta con gli stessi sintomi di un attacco d’ansia o di panico. Come sintomi abbiamo: dispnea, sudore eccessivo, nausea, tachicardia, agitazione ed altri sintomi tipici dell’ansia.
Quali le cause?
Le cause possono essere diverse, e la maggior parte  riconducibile ad una sorta di  "meccanismo di difesa" , non amiamo per non soffrire. Ci sono cause che definirei reattivo-situazionali, quali ad esempio una passata e profonda delusione sentimentale che ci ha profondamente ferito al punto di non volerne più sapere d’innamorarci per il timore di soffrire di nuovo o di essere nuovamente delusi.
Altre cause sono riconducibili all’aforisma di C.Pavese, cioè amare significa denudarsi, gettare la maschera esterna che spesso indossiamo, rivelare le nostre debolezze. Queste cause le ritroviamo, spesso, nelle persone che vogliono a tutti i costi, in tutte le situazioni, dimostrare d’essere forti e l’innamorarsi potrebbe, invece, rivelare tutta la loro debolezza interiore. Inoltre ci sono cause che affondano nella nostra infanzia, nel rapporto con i nostri genitori. Un  esempio, fra i tanti, richieste d’affetto ai propri genitori che non trovano risposta o anzi inducono una loro risposta negativa.
Personalmente ritengo che la paura d’amare è fra le peggiori delle paure, perché ci priva della più bella  delle componenti della nostra vita, quella d’amare e di essere amati.
dott. Cavaliere, psicologo

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