venerdì 26 aprile 2013

Siamo, invece, minacciati di vita, minacciati di speranza, minacciati d’amore... Sì, ci sbagliamo di grosso!

Dicono che sono minacciato di morte.
Forse.
Sia come sia, io sono tranquillo.
Perché se mi ammazzano non mi toglieranno la vita.
Io la porterò con me, appesa a una spalla come una bisaccia da pastore.
A colui che qualcuno uccide si può togliere tutto anticipatamente come usano oggi, vale a dire: le dita delle mani, la lingua, la testa. Possono bruciare il corpo con sigarette, segarlo, tagliarlo, farlo a pezzi, triturarlo. Tutto si può fare e quanti mi leggono si commuoveranno profondamente con ragione. Io non mi commuovo molto. Perché fin da bambino, Qualcuno ho soffiato nelle mie orecchie una verità incrollabile che è, nel contempo, un invito all’eternità:
“Non temete coloro che possono uccidere il corpo, ma non possono togliere la Vita”. La vita – la vera vita – si è rafforzata in me, quando,
attraverso Pierre Teilhard de Chardin,
ho imparato a leggere il Vangelo:
il processo della risurrezione inizia con la prima ruga che spunta sul nostro viso;
con la prima macchia di vecchiaia che appare sulle nostre mani;
con il primo capello bianco che scopriamo sulla nostra testa, un giorno, mentre ci pettiniamo;
con il primo sospiro di nostalgia per un mondo che, improvvisamente, davanti agli occhi, svapora e si fa sempre più lontano...
Così comincia la risurrezione. Così comincia, non quella, così incerta, che alcuni chiamano ‘l’altra vita”, ma la vita “altra”...
Dicono che sono minacciato di morte.
Di morte corporale, quella che Francesco amò.
Chi non è “minacciato di morte”?
Tutti lo siamo, fin dalla nascita. Perché nascere è anche un po’ seppellirsi.
Minacciato di morte.
E allora?
Se così fosse, perdono a tutti, anticipatamente.
Che la mia croce sia una perfetta geometria d’amore, purché io possa continuare ad amare, parlare, scrivere e far sorridere, di tanto in tanto, tutti i miei fratelli, gli uomini. 
Dicono che sono minacciato di morte.
C’è in questo avviso un errore concettuale.
Né io né nessuno siamo minacciati di morte.
Siamo, invece, minacciati di vita, minacciati di speranza, minacciati d’amore... Sì, ci sbagliamo di grosso!
Noi cristiani non siamo minacciati di morte.
Siamo “minacciati”di risurrezione. Perché oltre ad essere il Cammino e la Verità, Lui è la Vita, per quanto crocifisso sulla cima della discarica del mondo...
(José Calderón Salazar, Amenazado de resurrección).

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