domenica 23 giugno 2013

Ci si può soltanto affacciare sulla lingua del sentire, sulla lingua del patire, sui segni del loro apparire, sulle stazioni e le forme del loro svolgimento


in “l'Unità” del 13 giugno 2013
«Compassione: storia di un sentimento»: un saggio tra filosofia, letteratura e arte. Anticipiamo
l'introduzione dal libro di Prete (edito da Bollati). Una disamina analitica e appassionata di un
sentire controverso.

Questo libro vuole mostrare,
come per allineati tableaux di un’immaginaria esposizione,
alcune figure di una storia della compassione,
così come la scrittura e l’arte ce le hanno consegnate.
Ho detto storia,
ma è davvero un azzardo
che si possa fare storia dei sentimenti,
o storia delle passioni.
Perché sentimenti e passioni hanno
tante
modulazioni e vibrazioni
quanti
sono gli individui viventi.
E così è della loro rappresentazione,
variegatissima.
Ci si può soltanto affacciare
sulla lingua del sentire,
sulla lingua del patire,
sui segni del loro apparire,
sulle stazioni
e le forme del loro svolgimento.
Questo sguardo,
e questo ascolto,
possono a loro volta diventare racconto.
Un racconto tessuto con le parole e i pensieri dei classici.
Con le immagini che provengono dal mito,
dalle sue interpretazioni,
dall’antica tragedia greca,
dalle narrazioni moderne,
dalla terra della poesia e dell’arte.
Perché in questi linguaggi l’altro
- che abbia un volto familiare o ignoto -
è fonte di costante interrogazione.
È il respiro del corpo,
con la sua irripetibilità,
a farsi lingua, figura, ritmo.
La scrittura e l’arte ci restituiscono,
della compassione
- come del resto di ogni altro sentimento -
insorgenze e vibrazioni,
segnali e compimenti,
sospensioni e deviazioni,
eccessi e attenuazioni.

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