mercoledì 12 giugno 2013

frequentemente sfocia in così disumane crudeltà, che raramente si riscontrano tra pagani


Un buon sussidio per una corretta attitudine al dialogo. Che, certo, a prima vista è difficile, ma alla fine ne sarà valsa la pena.

Avrai certo ascoltato migliaia di storie su noi che siamo comunemente detti protestanti,
delle quali se tu ne credessi anche solo una su mille,
saresti portato a giudicarci molto severamente.
Ma questo è del tutto contrario a quanto ci ha prescritto il Signore:
“Non giudicare, per non essere giudicato”;
e ha inoltre molte dannose conseguenze,
soprattutto questa:
induce noi a giudicarvi altrettanto severamente.
Questo fa sì che noi siamo, da entrambi i lati,
meno desiderosi di aiutarci reciprocamente,
e più pronti, invece, a farci del male.
In tal modo, l’amore fraterno viene radicalmente distrutto;
e ognuna delle due parti,
guardando all’altra come ad un mostro,
offre spazio alla rabbia, all’odio, alla malizia, ad ogni tendenza cattiva,
che frequentemente sfocia in così disumane crudeltà,
che raramente si riscontrano tra pagani.
Ora, non si può proprio fare nulla,
sia pure permettendo ad entrambe le parti
di conservare le rispettive opinioni,
per attenuare i nostri reciproci sentimenti,
per porre un freno a questo flusso di cattiveria,
e ripristinare almeno un po’ di amore con i nostri vicini e compatrioti?
Non lo desideri anche tu?
Non sei assolutamente convinto
che la malizia, l’odio, la vendetta, il rancore,
sia in noi che in voi, nei nostri cuori o nei vostri,
sono detestabili agli occhi di Dio?
Sia che le nostre opinioni siano giuste,
sia che siano errate,
queste attitudini sono certamente sbagliate.
Sono la strada spaziosa che porta alla distruzione,
al più profondo inferno.
(John Wesley’s Letters, To a Roman Catholic, Dublin July 18, 1749).

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