giovedì 25 luglio 2013

Essa non mira al perfezionamento del proprio «io», ma all’educazione dell’«io» alla libertà e alla relazione con l’altro: il suo fine è l’amore, la carità.


Enzo Bianchi, Le parole della spiritualità

Ascesi
Certo, deve essere chiaro che l’ascesi cristiana resta sempre
un mezzo ordinato all’unico fine da conseguire:
la carità, l’amore per il Signore e per il prossimo.
Non è possibile senza la continua esperienza di cadute, di fallimenti, di «peccati»,
che fan sì che l’ascesi cristiana rettamente intesa
sia sempre assolutamente indissociabile dalla grazia:
«Che uno possa vincere la sua natura non è tra le cose possibili» (Giovanni Climaco).
La storia cristiana ha conosciuto molte deviazioni ed eccessi dell’ascesi,
ma ha anche sempre saputo condannare tali eccessi
che riducevano la vita cristiana a un insieme di imprese eroiche.
E ha saputo farlo anche con senso dello humour:
«Se praticate l’ascesi di un regolare digiuno, non inorgoglitevi.
Se per questo vi insuperbite, piuttosto mangiate carne,
perché è meglio mangiare carne che gonfiarsi e vantarsi» (Isidoro Presbitero).
Essa non mira al perfezionamento del proprio «io»,
ma all’educazione dell’«io» alla libertà e alla relazione con l’altro: il suo fine è l’amore, la carità. L’ascesi prende sul serio il fatto che non si possono servire due padroni
e che l’alternativa all’obbedienza a Dio è l’asservimento agli idoli.
Anche l’interiorità va educata,
anche l’amore va sempre affinato e purificato,
anche le relazioni vanno rese sempre più intelligenti e rispettose:
questo dice l’ascesi!
In particolare, «il sudore e la fatica» (Cabasilas) dello sforzo ascetico sono l’apertura al dono di Dio, il disporre tutta la propria persona a ricevere il dono di grazia;
possiamo riassumere la dimensione cristiana dell’ascesi in questa affermazione:
la salvezza viene da Dio in Gesù Cristo.
L’ascesi non è altro che l’accettazione a essere se stessi soltanto per grazia di quell’Altro che ha nome Dio,
è il dire di sì a ricevere la propria identità nella relazione con questo Altro.
In particolare, l’ascesi corporale,
che ha rivestito spesso connotati meramente negativi e di disprezzo del corpo,
soprattutto a seguito dell’assunzione di un modello antropologico di tipo dualista,
afferma come essenziale per la conoscenza teologica il coinvolgimento dell’intero corpo!
Senza questa dimensione il cristianesimo si riduce a esercizio intellettuale,
a gnosi, oppure alla sola dimensione morale.

 Niente può renderti imitatore di Cristo, come il prenderti cura del prossimo. Anche se tu digiunassi e dormissi per terra…, ma poi non ti prendi cura del prossimo, tu non hai fatto niente di grande e resti lontano dal Modello. - San Giovanni Crisostomo -

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