lunedì 22 luglio 2013

lo Spirito e il Figlio sono come le due mani con cui Dio plasma le nostre esistenze in vite di libertà nell’obbedienza


LA VITA SPIRITUALE
L’esperienza spirituale è anzitutto esperienza di essere preceduti:
è Dio che ci precede, ci cerca, ci chiama, ci previene.
Noi non inventiamo il Dio con cui vogliamo entrare in relazione:
Egli è già là!
E l’esperienza di Dio è necessariamente mediata dal Cristo:
«nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» dice Gesù (Giovanni 14,6).
Cioè l’esperienza spirituale è anche esperienza filiale.
Lo Spirito santo è la luce con cui Dio ci previene e
orienta il nostro cammino verso la santificazione,
cammino che è sequela del Figlio:
l’esperienza spirituale diviene così null’altro che
la risposta di fede, speranza e carità al Dio Padre
che nel battesimo rivolge all’uomo la parola costitutiva:
«Tu sei mio figlio!».
Sì, figli nel Figlio Gesù Cristo:
questa la promessa e questo il cammino dischiusi dal battesimo!
Come diceva Ireneo di Lione,
lo Spirito e il Figlio sono come le due mani con cui
Dio plasma le nostre esistenze in vite di libertà nell’obbedienza,
in eventi di relazione e di comunione con Lui stesso e con gli altri.

 Enzo Bianchi, Le parole della spiritualità

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