martedì 24 settembre 2013

Ci sembra che la vocazione della 'Carità' sia vivere l'amore di Gesù interamente e alla lettera, dall'olio del Buon samaritano fino all'aceto del Calvario


Madeleine Delbrêl muore il 13 ottobre 1964, il giorno in cui un laico prende la parola al Concilio, ma la sua testimonianza è di estrema attualità. Questa donna, che su molti punti ha anticipato profeticamente il rinnovamento conciliare, può essere un riferimento ispiratore nel nostro tempo di cambiamenti rapidi, che esigono una profonda conversione di tutta la vita ecclesiale in senso missionario. Possiamo applicarle quanto lei stessa scriveva a proposito dei santi:
Ad ogni tornante della storia sembra proprio 
che il Signore abbia voluto fare a certe vocazioni il dono di vivere il suo Vangelo alla lettera, 
affinché la loro carne e il loro sangue ne siano come l'edizione provvidenzialmente destinata agli uomini del loro tempo.

Vogliamo rileggere ora la sua testimonianza al centro di alcuni crocevia delle molteplici sfide epocali che abbiamo innanzi.

a) L’inquietudine religiosa contemporanea
Madeleine registra i segnali di questa inquietudine e ricerca religiosa particolarmente nel mondo artistico-letterario francese degli anni venti: da questo mondo lei stessa proviene, non lo sconfessa, ma piuttosto si sente inizialmente chiamata a un'opera-missione di ascolto culturale, decifrazione e annuncio della “strada” che porta all'épanouissement de la vie.

b) La ricerca dell’essenziale evangelico
Per Madeleine si tratta di lasciare che lo Spirito modelli in noi
il Cristo di adesso,
il Gesù di oggi,
attraverso una vita di Vangelo integrale e realista,
e un'azione soprannaturale basata sul proprio lavoro umano, relativizzando ogni specializzazione apostolica e spirituale.
Ne nasce una forma di vita in cui far coesistere il più radicale dono di se stessi a Dio con un'esistenza da semplice “gente delle strade”, che non pone alcun ostacolo a una fraternità universale:“Questa contraddizione che ci abita – scrive Madeleine - è più imbarazzante da guardare che da assimilare”.
E altrove scrive: "Ci sembra che la vocazione della 'Carità' sia vivere l'amore di Gesù interamente e alla lettera, dall'olio del Buon samaritano fino all'aceto del Calvario, donandogli così amore per amore, pagando il suo amore con dell'amore, consegnandosi interamente mani e piedi al suo amore, perché amandolo a perdita di cuore e lasciandosi amare fino in fondo, i due grandi comandamenti della carità si incarnino in noi e non facciano che uno".
In Madeleine si fondono le intuizioni carmelitane (silenzio, solitudine, croce) con l'immersione tra la gente da fratello universale di Charles de Foucauld e la semplicità-gioia-fraternità evangeliche della vita francescana. Anticipa di fatto la stessa discendenza ufficiale foucauldiana, prendendo laicamente sul serio la storia, il lavoro e la vocazione umana di ciascuno, deassolutizzando ogni specializzazione apostolica e spirituale, volendo vivere in pieno giorno, pubblicamente e comunitariamente la propria testimonianza evangelica.

Nessun commento:

Posta un commento