martedì 24 dicembre 2013

C'era chi aveva occhi per denunciare ciò che stava avvenendo. Alcuni di noi alzavano la voce.


La vita dei  profeti non è mai stata semplice. Nella giovinezza c'erano ancora delle voci alte, adesso invece sembrano spariti dalla circolazione.

dicembre del 2009 
Don Angelo Casati 
NATALE E IL MANTELLO DELLA COMPASSIONE

Quando sarà giorno
e si converrà che i loro occhi avevano visto lontano,
qualcuno certamente, succede sempre,
si azzarderà a difendere la buona fede dei loro miopi oppositori,
con la giustificazione che i fatti vanno collocati nel tempo
e non si può con gli occhi di oggi condannare le miopie del passato.
Vi confesso che ho sempre ascoltato con diffidenza le ragioni di chi trova facile giustificazione ai silenzi di chiese e società adducendo la scusa dei tempi.

Se non altro perché in questi nostri tempi di miopie
ci è accaduto di udire per grazia voci di allarme.
Inascoltate!
C'era chi aveva occhi per denunciare ciò che stava avvenendo.
Alcuni di noi alzavano la voce.
Ma le finestre erano chiuse e le porte sbarrate e le stanze a prova di pareti desonorizzate.
Poi il grido moriva in gola,
le finestre rimanevano chiuse,
le porte sbarrate,
le stanze irrealmente ovattate.

Vorrei oggi onorare le sentinelle e i profeti
che lucidamente avvistavano l'approssimarsi di un pericolo esiziale per la fede,
quello di un cristianesimo senza volto.
Il loro grido era:
"Voi dite Gesù. Ma non è il Gesù dei vangeli. E' tutt'altro! E' solo un nome!".
Li hanno guardati come fossero contestatori.
Ed era invece passione di Gesù,
passione del vangelo.
Leggevano un allontanamento.
Quello a cui un Papa aveva pensato di dare sapiente rimedio con un Concilio.
Perché ci fosse ricongiungimento.
Ricongiungimento tra immagine di chiesa e vangelo.

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