giovedì 15 aprile 2010

Da' parole alla vita


Da’ parole al dolore:
il dolore che non parla
sussurra al cuore greve
e gli comanda di spezzarsi.

Shakespeare, Macbeth, atto 4, sc.3

Il presente mi si riempì di futuro e divenne mio.
Senza storie siamo privi di futuro.
E chi è privo di futuro si priva del presente.

Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore che cosa rappresentasse il vino.
Il professore sorrise. “Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la nostra vita, perché c’è sempre spazio per una buona bottiglia di vino”.
(A.D'avenia)

«La misura di ogni felicità è la riconoscenza. Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino. L’indovinello dice: “Che disse il primo ranocchio?”. La risposta è questa: “Signore come mi fai saltare bene”. In sintesi c’è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare».
G. K. Chesterton

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