sabato 17 aprile 2010

Ho ascoltato il silenzio e mi ha detto:

Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole..
Elbert Hubbard
Oggi di fronte ad una valutazione negativa ricevuta la tentazione sarebbe quella alzare la voce, ma le parole messe in testa giungono a monito e tutto si ricompone nel silenzio.
E' questa forse la sola risposta...
Scucire e ricucire
"Un sarto ebreo ricevette da un nobile della sua città l'incarico di cucire un raro capo di vestiario con un tessuto prezioso acquistato a Parigi. Il nobile raccomandò al sarto di realizzare un capolavoro. Il sarto sorrise e rispose che non c'era bisogno di incitamenti perché lui era il migliore della regione. Terminata l'opera portò il vestito dall'illustre cliente, ma ne ricevette in cambio solo ingiurie e accuse di aver rovinato il tessuto. Il sarto frastornato e avvilito andò a chiedere consiglio da reb Yerahmiel che gli disse pressappoco così: "Disfa tutte le cuciture del vestito e poi ricucile esattamente negli stessi punti di prima. Poi riportaglielo". Il sarto seguì lo strano consiglio e riportò il vestito al nobile. Con sua sorpresa il signore fu entusiasta del lavoro e aggiunse anche un premio al salario.Reb Yerahmiel gli spiegò poi: "La prima volta tu avevi cucito con arroganza e l'arroganza non ha grazia. Perciò sei stato respinto. La seconda volta hai cucito con umiltà e il vestito ha acquistato valore". È decisiva l'intenzione, più della perizia, l'ispirazione più della maestria, anche negli umili lavori. Nel libro delle sacre scritture Esodo/Nomi, Dio attraverso Mosè assegna all'eccellente artigiano Betzalèl l'esecuzione di molti lavori utili al culto. Ma prima: "Lo ha riempito, di vento di Elohìm: in sapienza, in intelligenza, in conoscenza e in ogni lavoro" (35,31). La sola abilità tecnica è sterile, vana.Per chi è abituato a considerare solo il prodotto finito e non il modo con cui lo si lavora, per chi giudica l'opera e non l'intenzione, questo racconto è invano".

Erri De Luca, Alzaia, 33


Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
(anonimo)

«Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?»

Albert Einstein

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