mercoledì 16 giugno 2010

Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente.

Perché a volte le cose che diresti le hai già dette. E le diresti allo stesso identico modo. Perché a volte le cose tornano, in forma diversa e al fondo così simile.

Mi sembra molto bello. Io l'ho goduto, godilo anche tu visitando il sito
 http://certepiccolemanie.splinder.com/post/11028603/certe-piccole-magie.


Stasera niente domande, piccola mia. Stasera non è sera.
Vedo il mondo agitarsi dietro le tue pupille, le tue domande messe in fila come proiettili in attesa di colpirmi.
Stasera ti direi che la vita è una grande scatola Ravensburg da Apprendista stregone, che crescendo varia solo il livello e la complessità dell’artificio. Che ogni cosa ha un perché, anche quando è nascosto. Che se cerchi il miracoloso e il magico, devi dapprima disporti ad accettare che lo siano. Volerlo, insomma, e poi impegnarti per crederci.
Ho poche regole certe: una di queste è che siamo fatti di acqua e sale e che dietro una lacrima di tristezza o di gioia la composizione è la stessa.
La chimica della sostanza, l’energia di scambio e dissoluzione, il modo di essere a se stessi o al mondo. Sono cose che imparerai, nel tempo.
Siamo acqua e sale, proprio come il mare. E il mare ha molecole coese, che portano inscritte un codice di appartenenza.
Si muovono insieme, a onde, e anche quando apparentemente restano ferme in superficie piatta. Fanno confine tra cielo e abisso. Non si disperdono mai, ma si distendono ampie a lambire coste e a circondare isole.
Un giorno ti parlerò della memoria dell’acqua e del pianto e delle informazioni che trasmette. Della termoluminescenza che ci permette di individuare il nostro spettro di esistenza. Dell’arcobaleno che talvolta puoi vedere in una lacrima.
Stasera ti direi ciò che imparo ogni giorno e di nuovo ho riascoltato ieri, del patto implicito che lega mago e spettatore; che è solo il ruolo certo - in uno spazio definito - a permettere di offrire la fiducia in cambio della promessa di stupore.
Ti spiegherei che forse il segreto del funzionamento del mondo è quello che trovi nel libretto di istruzioni, alla voce “sei regole dell’arte magica”. Dovrai impararlo senza di me, ci sono cose sulle quali sono debole e nemmeno capace di insegnare:
Non rivelare mai il meccanismo di un trucco
Non presentare mai un gioco se non ne sei assolutamente padrone
Individua la giusta distanza e posizione
Non eseguire mai lo stesso trucco una seconda volta
Mantieni la calma e muoviti con tranquillità ed eleganza
Tieni sempre nascosti agli altri gli strumenti del mestiere.

Io no, non sono un mago, posso solo permettermi di scrivere, di combinare lettere e frasi e stupirmi al ritrovare la mia anima impressa su un foglio, che mi riflette come specchio e serve a ricordarmi ciò che sono.
Niente domande, piccola mia, stasera non ho risposte da fornire. Non conosco giochi a successo garantito. Al massimo posso far saltare un coniglietto.
Potrei solo parlarti dell’amore necessario, ma non è il tempo.
Dovrai prima conoscere l’amore sognato, quello tradito, quello trasgredito. Passare attraverso gli anni dell’amore improvvisato, di quello sperato, di quello mai vissuto. Incontrare l’amore masticato, rubato, dilaniato. Affamato. Fare un apprendistato, insomma. Come tutti.
Vorrei insegnarti la forma delle cose, bambina mia, di tutto ciò che vedi e tocchi.
Per poi ricordarti che in fondo siamo acqua e sale, senza trucco né inganno.

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