domenica 20 giugno 2010

tempo

La vita si divide in tre momenti:
passato,presente, futuro.
Di questi il presente è breve, 
il futuro dubbio,
il passato certo.
Su quest'ultimo la sorte ha perduto ogni potere:
il passato non può più dipendere dal capriccio di alcuno.
.....è la parte sacra e inviolabile del nostro tempo:
sta al di sopra di tutti gli eventi umani,
fuori dal dominio della sorte,
non presenta incognite, 
non è toccata da povertà o malattie, 
non può essere sconvolta 
nè esserci strappata:
la si possiede così com'è per sempre, senza brividi...
basta un cenno 
e il passato ci starà davanti
e lo potremo valutare 
e trattenere...
Il presente è brevissimo, 
tanto da poter sembrare inesistente; 
infatti è sempre in movimento,
scorre, precipita, cessa di essere 
ancora prima di arrivare...
SENECA

La fretta 
C'è un'eccitatissima perversione della vita ed è la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe.
Battere i primati non è solo una questione sportiva alla quale tutto si sacrifica, compresa la vita stessa, con imprese talora folli e perfino assurde e false (il doping insegna).Ormai l'accelerazione in ogni atto,  la frenesia del movimento, l'intolleranza nei confronti di ogni ostacolo o remora sono divenute il vessillo della nostra società.Aveva ragione, perciò, lo scrittore americano Ernest Hemingway(1899-1961) quando nelle sue storie di caccia delle Verdi colline d'Africa definiva questo atteggiamento una perversione.Eccitante, certamente, perchè ti illude di moltiplicare opere e risultati, in realtà pericolosa perchè alla fine crea solo persone superficiali, incapaci di ascolto e di serenità, di relazioni autentiche e di creazioni durature.
Tutto si consuma in un baleno, non si approfondisce e non si sedimenta nulla.L'eccesso colpisce per un istante ma non scava mai oltre alla superficie.Si pensi solo all'amore: oggi non c'è più preparazione, corteggiamento, fremito dell'attesa, crescita dei sentimenti, scoperta dell'intimità.No, tutto si consuma in un incontro, riducendo tutto ad un contatto di corpi che rimangono privi di anima.Aveva ragione lo scrittore tedesco Michael Ende quando, nella sua Storia infinita, osservava che "siamo andati avanti così rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci".Reimpossessiamoci, allora, del nostro tempo, gustiamo ancora la quiete, la pacatezza ed il silenzio, ritroviamo la capacità del dialogo e dell'ascolto.                                                                              Gianfranco Ravasi

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