mercoledì 18 agosto 2010

dare incanto nuovo all'esistenza

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, fa' che questa mattina io senta la voce della tua bontà amorosa: che non trascuri mai le tue ispirazioni e abbia, invece, sempre fiducia nella tua bontà.
Insegnami a fare la tua volontà e a ricevere da te il frutto della tua vigna, che è il dono del tuo corpo e del tuo sangue, perché tu sei il mio Signore e il mio Dio.
PREGHIERA DELLA SERA
Dio d'amore, nostro pastore e nostro custode, abbi pietà di coloro che ti implorano nella disperazione e nell'abbandono; vieni in loro aiuto.
Mostra loro che, pur nella loro miseria, tu li chiami a condividere la ricchezza del tuo grande amore per loro, perché tu sei l'amico di chi non ha amici, sempre ricco in misericordia.

Acquisire fede che cos'è? E acquisire bellezza del vivere: scoprire che è bello vivere, è bello amare, creare, generare, mettere la vita nelle mani di chi mette la sua vita nelle tue. E' bello appartenere a Cristo e al Vangelo, perché tutto ha un senso positivo, tutto va verso la vita e non verso la morte, verso un esito luminoso qui e nell'eterno. Verso una vita buona, bella e beata. Acquisire vocazione è acquisire bellezza del vivere e reincantare la vita, recuperando la centralità e la rilevanza del trascendente e del bello. I credenti sono chiamati a dare incanto nuovo all'esistenza, sulle orme di «Cristo incantatore» (sant'Ambrogio). La bellezza apre al mistero e guida alla decisione morale di accettare il mistero. Anche il bene, per attrarre, per mantenere la sua forza di attrazione, deve essere bello. Perché devo compiere il bene e fuggire il male? Perché devo? Perché il cuore mi dice che agendo così trovo la felicità. Il perché è legato, dipende da un «sentire». Il perché è estetico. Di questi tempi non basta più ricordare l'alterità di Dio, la sua diversità, o l'umiltà o la debolezza di Dio. Dobbiamo riscoprire la bellezza di Dio, proporre un Dio in forma attraente: che avvinca, leghi, muova, incanti. Davanti all'indifferenza che ci circonda, non basta più dire che Dio è vero e buono, occorre mostrare anche che Dio è bello. La forza che attrae l'uomo contemporaneo non è più quella della costrizione logica della verità, non è più quella della costrizione etica del bene, ma è quella dello splendore del vero e del buono, cioè della loro bellezza.
Ermes Ronchi, Tu sei bellezza, 68-69

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